Alessandria, come eravamo
Alessandria, come eravamo Alessandria, come eravamo Battuta (2-0) l'Albese nel derby piemontese, ma ora la città vive solo i ricordi di un glorioso passato Molte cose sono cambiate da quando i "grigi" giocavano in serie A - I due gol segnati da Marullo (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 11 aprile. Sono passati 15 anni e più, e la memoria è sbiadita. L'Alessandria allora era in serie A, ricordo la maglietta di Lorenzi fuori dei pantaloncini e il pubblico che impazziva, la testa d'oro di Traverso, I muscoli di Glrardo e la calma di Pedronl che decideva la formazione e giocava con II numero 5. Ricordo anche II testone arruffato di Sivori, fra gli avversari, e II dribbling in velocità di Montuorl, rivedo ancora John Charles che difende la porta della Juventus andando a deviare di testa un tiro di Castaldo nel sette. Palloncini colorati Il Moccagatta era sempre stracolmo, esultante, temuto, acceso dì passione. Dai paesi venivano con I pullman e dentro lo stadio c'era puzzo di gas, dall'alto delle gradinate sì vedevano I campi verdi, giù verso gli Orti: quando la squadra segnava un gol I tifosi liberavano al cielo palloncini colorati e per vedere gli allenamenti I ragazzi marinavano spesso la scuola. C'era anche un tifoso, lo ricordo bene, con I capelli rossi e la voce bassa che faceva fatica a parlare, ma alla partita, le mani aggrappate alla rete, gridava più forte di tutti e ogni incitamento era un urlo di disperazione. Il guardiano dello stadio era una persona Importante allora, e i giocatori per strada erano trattati da re: con I suoi ammiratori beveva vino nei bar anche Roger Vonlanthen, che ora è allenatore della nazionale svizzera e parla in francese alla televisione. L'Albese invece, ma non ne sono troppo sicuro, stava In promozione o in prima divisione. I derby II giocava con Tossano e Savlgliano nel vecchio campo vicino al fiume, dove ogni partita era una battaglia nel rango. Ci ho giocato tante volte e quasi sempre ho perduto: la sera, tornando in pullman, ero anche triste perché credevo ancora che dar calci ad un pallone fosse cosa importante. Adesso, 15 anni e più dopo, Alessandria e Albese sono avversarie in serie C e si giocano I due punti in un sereno pomeriggio di Pasqua battuto dal vento. C'è poca gente e le gradinate mi sembrano più grlge e troppo piccole, saluto persone che sono diventate vecchie, anche le fotografie appese dentro il bar dello stadio appartengono ormai ad un mondo lontano. Vince l'Alessandria con due gol di Marnilo e l'Albese finisce in 9 perché Tllotta si Infortuna e Luciani viene espulso, ma al di là dì questo non saprei raccontare molto della partita: Il gioco non è granché e I ricordi sono tanti. Mentre il centravanti dell'Alessandria segna al 14' su passaggio di Giglio lo penso al miei ritorni in questa città, una o due volte l'anno, a quel senso Indefinìbile di angoscia che ognuno prova quando viene a contatto con I luoghi della sua adolescenza: ci vengo, comunque, perché qui sono nato e perché qui vicino riposa mio padre, in un piccolo cimitero di campagna coperto di fiorì. Un derby dimesso Ventidue ragazzi, Intanto, giocano con passione il loro derby dimesso, corse, falli, proteste, tiri, e l'arbitro fischia imperterrito e come capita: si chiama Savalli e viene da Trapani, mi vlen da rìdere pensando a chi gli ha fatto lo scherzo di mandarlo fin quassù II giorno di Pasqua. Non so nulla Invece del segnalinee ma I loro nomi, La Barbera e La Clura, non lasciano dubbi. I tifosi, soprattutto I più anziani, volti rubizzi e cappelli di feltro. Insultano e deridono l'arbitro. Anche II tifo è cambiato ad Alessandria, prima era una gran festa ricca di gioia, oggi anni di delusioni hanno trasformato l'ironia in rabbia sorda e frustrante. Ricordo anni fa mio fratello, che si ruppe un ginocchio giocando a calcio e veniva alle partite con bastone e gamba di gesso e se ne stava silenzioso accanto alla rete per non essere travolto; e II professore di lettere dal mio liceo che ogni lunedì entrava In classe e non Interrogava nessuno perché II lunedi mat¬ tina, a scuola, si parlava di calcio. Ma era anche il periodo in cui non si discuteva dì politica e quelli che come me avevano 18 anni ne parlavano passeggiando In via Roma e badando bene a tener bassa la voce. Avevo anche una bella ragazza allora, cui volevo bene e della quale non so più nulla, dove e con chi stia, o come viva; e avevo tanti amici che ora Invecchiano al bar davanti allo stesso mazzo di carte e dietro gli stessi discorsi. In campo, giorno dì Pasqua del 1977, Marullo segna ancora, su rigore stavolta perché II portiere dell'Albese ha commesso una specie di falletto su Frlgerlo. Il pubblico grida, applaude e insulta, e io mi accorgo di una curiosa coincidenza: quest'anno ho visto due partite dell'Alessandria, 4 punti e 5 gol di Marullo, vuol dire che a qualcuno, almeno, porto ancora fortuna. Carlo Coscia Formazioni e gol ALESSANDRIA: Zanier; Giglio, DI Brino; Romei, Colombo, Alberti; Pileggi, "ianello, Marullo, Ghezzl, Frlgerlo. ALBESE: Eberlnl; Strumla (dal 9' Rossi), Soro; Saloni, Mattami, Fantini; Pavoni, Rampanti, Carelli, Luciani, Tllotta. ARBITRO: Savalli. RETI: Marullo al 14' e al 69' su rigore.
Luoghi citati: Alessandria, Trapani
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