Gli altri solo spettatori

Gli altri solo spettatori Gli altri solo spettatori Qualcuno sta dicendo: quattordici gol (di cui ben sei torinesi) nell'uovo di Pasqua della « ventiquattresima ». Qualcuno sta aggiungendo: se volete aver notizie di I uve-Toro usate il prefisso 31.31. A sei domeniche dalla fine il magnifico isolamento in testa dei due club piemontesi si è ancor più rafforzato, e nessuno è in grado di sciogliere l'enigma dello scudetto '76-77. Sale la media Malgrado le cornacchie vicine e lontane che volevano vederla in difficoltà a Firenze contro i giovani viola, la Madama è « passata » con signorile distacco. Segna tre gol e subisce un « penalty » nel finale, ad ogni esame clinico risulta in ottima salute. La sua media inglese sale a « +4 », che in questo scorcio del campionato può sembrare addirittura mostruoso. Ma questa apparente « mostruosità » dipende sia dalla forza della squadra bianconera (e altrettanto può dirsi per il Torino) sia dalla scarsità degli avversari, impari a sostenere il confronto. V'è addirittura un abisso tra la « coppia regina » e i club che si dibattono per restare in serie A. Tra questi ultimi è tornato il povero Milan, apparso canna vuota a Marassi, mentre rifiata il Bologna, che nell'ultimo mese ha prodotto una rimonta degna di ogni rispetto: il vecchio Clerici, con una felice zampata, lo sta conducendo verso la salvezza, mentre i più compromessi risultano ormai Cesena e Catanzaro. Il Torino visto al Comunale ha segnato, si è battuto a tratti con furore e diligenza, spinto dal « poeta » Claudio che appare ancora il più determinato, dal solito classico Zac (e non scordiamo Gorin, che ha creato azioni e si è mosso con grande freschezza). Il Catanzaro è poca cosa, anche sul piano atletico non ha molto da opporre, e la tattica degli uomini di Di Marzio è apparsa condizionata da profondi affanni. Con tutto ciò i granata non hanno creato montagne di palloni-gol e solo grazie ad alcune perentorie accelerazioni sono riusciti ad affettare la difesa imperniata su Maldera. Radix, molto onestamente, ha parlato di « svogliatezza », del fatto che bisogna « essere in due » per fare buon calcio. E' vero. Ma ormai questo « essere in due » — consumato il derby, finito in stallo — è chimera. Ogni gara va strappata e condotta a senso unico, se appena si può: anche se non saranno certo alcuni stupiti fischi durante la ripresa a preoccupare i granatieri. La loro forza permane e le loro possibilità non sono scalfite. Fin dalla vigilia della « stracittadina » torinese si era parlato (e ne avevano parlato i protagonisti) della tenuta nervosa necessaria ad agguantare il titolo. Inutile far paragoni con Io scorso anno: proprio a questo turno la Madama perse il busto, cui seguirono crinoline e sottane. Ma oggi la Juventus è sospinta da quella « fame » che deriva da' non avere uno scudetto. Stimoli diversi Il Torino conosce simili appetiti, ma deve anche obbedire a stimoli diversi da quelli che gli iniettavano forza nella passata stagione: tutti lo attendono al varco, nemmeno a Cesena, domenica ventura, gli sarà facile passeggiare. Da un punto di vista psicologico la vittoria dei bianconeri a Firenze, dove da tempo erano in tradizione contraria, può risultare un to¬ nico grandissimo: ben lo sa il Trap. Ma ai gol dei « bigs B. » (cioè Boninsegna, Benetti e Bettega) ha saputo rispondere Pulici, che attendeva solo terreni più soffici ed infatti è apparso vispo e pronto tra la siepe di stinchi calabresi. Altra Pasqua da commentare non v'è: gli zero a zero tra Inter e Samp, tra Roma e Napoli, la buona condotta del Verona (tornato a capeggiare le « provinciali ») parlano da soli. Il calcio italiano è più che mai in fase di stanca, cosa che preoccupa moltissimo Enzo Bearzot: al di fuori delle torinesi vi sono pochi giocatori isolati, che trotterellano senza stimoli di bandiera. La conferma viene anche dallo schieramento della Nazionale sperimentale in partenza per Basilea: cinque granatieri più Scirea dovrebbero obbedire alla cartolina precetto azzurra, per fare squadra. Perdoniamo (requiescant in pace, sarebbe il caso di dire) coloro che ai polverosi teleschermi sportivi della domenica lamentano la « noia » creata dalla supremazia torinese: è il discorso della volpe all'uva. Noi preferiamo tenerci alla realtà. Certo, di questo passo, l'ipotesi di un derbyspareggio rischia di prender corpo (personalmente non ci credo ancora) e gli ultimi sei turni vedranno furor di tibie o — meglio ancora — i nervi che scoppiano sotto pelle. Il sentiero percorso dalle due torinesi è stato superbo. Qui davvero si potrebbe parlare di « convergenze parallele ». Anche se la vittoria di Firenze ha fatto crescere il punticino bianconero in più a montagna per alcuni « aficionados » torinisti. Lo sprint sarà di incredibile fascino. Chi non appartiene alle tribù bianconere e granata taccia ed ammiri. Giovanni Arpino 24a Giornata Bologna-Perugia 1-0 Fiorentina-Juventus 1-3 Foggia-Lazio 1-0 Genoa-Milan 1-0 Inter-Sampdoria 0-0 Roma-Napoli 0-0 Torino Catanzaro 3-1 Verona-Cesena 2-1 Classifica Juventus 40 Torino 39 Napoli 28 Inter 27 Fiorentina 27 Roma 25 Genoa 24 Verona 24 Perugia 23 Lazio 22 Milan 20 Bologna 20 Foggia 19 Sampdoria 18 Catanzaro 15 Cesena 13 Un altro momento di felicità per i bianconeri in testa alla classifica: da sinistra Benetti, Boninsegna, Bettega e Gentile