Divario prezzi import-export

Divario prezzi import-export Divario prezzi import-export Roma, 11 aprile. (Ag. Italia) Alla fino dello scorso anno la ragione di scambio dell'Italia, ovvero il rapporto fra i prezzi all'importazione e i prezzi all'esportazione, era pari a 1,26. In altre parole, secondo i dati elaborati in uno studio della Fldeuram, alla fine del 1976 per pagare le stesse Importazioni del 1973 (anno base) dovevamo esportare il 26 per cento In più. Questo tasso, che misura il grado di solidità o di debolezza « contrattuale » di un Paese nel commercio internazionale, è però molto variabile in brevi periodi, dato che è strettamente legato all'andamento della moneta del Paese in considerazione. Per l'Italia, ad esempio, a metà '76, in concomitanza con le tensioni sul tasso di cambio della lira rispetto alle principali monete, la ragione rli scambio si era portata intorno a 1,35. Per la media dell'anno si può parlare di una ragione di scambio, rispetto al 1973 considerato uguale ad 1, pari a 1,30. Il peggioramento della ragione di scambio dei paesi industrializzati è una diretta conseguenza del miglioramento ottenuto dai Paesi Opec. L'esplosione nel prezzi del petrolio e delle materie prime, con il conseguente aumento generalizzato del prezzi all'Importazione, ha dapprima colpito tutti i paesi Industrializzati. In seguito la Germania, e soprattutto la Svizzera, sono riuscite a recuperare in « solidità contrattuale », mentre altri paesi — chi più chi meno — hanno continuato a restare lontani dal livelli del 1973. Il miglioramento della ragione di scambio della Germania (0,80) e della Svizzera (0,20) è da imputare alla forza del marco e del franco.

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