L'industria mondiale dell'auto si unisce per trovare nuova forza

L'industria mondiale dell'auto si unisce per trovare nuova forza La crisi energetica continua, ma qualcosa sta muovendo L'industria mondiale dell'auto si unisce per trovare nuova forza Pur se in modo meno grave, nel 1976 e nei primi mesi del '77 l'economia mondiale è stata ancora dominata dai problemi energetici, i cui approvvigionamenti sono coperti per oltre il 50 per cento dal petrolio. Anche considerando un forte aumento nell'uso di energia nucleare — che oggi copre soltanto l'uno per cento del fabbisogno mondiale — e delle altre fonti alternative, il petrolio continuerà ancora per molti anni ad avere un ruolo di primo piano e non è quindi pensabile di poter tornare ad un periodo di energia a basso costo come prima della crisi energetica. In questa situazione una delle più colpite è l'industria dell'automobile, direttamente legata al prezzo del petrolio e delle materie prime. Se ai forti incrementi di questi due fattori si aggiunge il maggior costo del lavoro si capisce l'escalation dei prezzi delle automobili in tutto il mondo, particolarmente nell'Europa occidentale e negli Stati Uniti, dove la manodopera è più retribuita che altrove. Nel 1976 si è comunque registrato un incremento globale nella produzione automobilistica mondiale del 13 per cento, grazie agli aumenti registrati nei Paesi grandi produttori, specialmente Stati Uniti e Germania Federale, i quali hanno messo a segno incrementi, rispettivamente, del 27 e del 21,9 per cento. Anche nei primi mesi del '77 per tutte e due è proseguito questo favorevole andamento. Francia, Giappone, Italia e Canada hanno registrato l'anno scorso progressi soddisfacenti che non hanno però avuto seguito nella prima parte dell'anno. Gli Stati Uniti hanno avuto, sempre nel 1976, lo sviluppo più elevato, seguiti dal Giappone. Le produzioni dei due Paesi rappresentano il 60 per cento dell'intera produzione mondiale ed è quindi molto forte il loro peso sul risultato finale. L'Europa copre il 25 per cento (di cui il 13 per cento è rappresentato dai Paesi Cee); tutti gli altri Paesi coprono il restante 15 per cento. Il mercato automobilistico mondiale ha, comunque, realizzato l'anno scorso importanti nuove iniziative. Concentrazioni, fusioni, acquisizioni di nuove partecipazioni hanno avuto particolare impulso nel 1976, sia per la nuova domanda di industrializzazione da parte dei Paesi emergenti, sia per la necessità di entrare, grazie ad accordi di cooperazione con imprese locali, su certi mercati protetti da barriere tariffarie. L'ultimo «quaderno» sull'industria automobilistica mondiale pubblicato dall'Anna (Associazione nazionale fra le industrie dell'automobile) riporta dettagliatamente un interessante elenco degli accordi raggiunti. In Italia si è costituita la società «Nuova Innocenti» con capitali statali (Gepi) e privati (De Tomaso) per la ripresa dell'attività negli stabilimenti di Lambrate ex Leyland Innocenti. In Thailandia, la Fiat partecipa per il 51° » alla costituzione dell'«Asian Vehicles» per la costruzione di veicoli commerciali e relativi motori. Con la Germania Federale è stata raggiunta una jointventure tra Iveco e Dannici' Benz per la costruzione e la vendita di cambi automatici per veicoli industriali. Con la Svezia si è pervenuti ad una accordo tra la Lancia-Autobianchi e la Saab per la commercializzazione nei Paesi scandinavi di modelli delle due marche. I I Tra la Polonia e la Gran Bretagna è stato siglato un accordo da parte della Vauxall per la costruzione di uno stabilimento in Polonia per produrre veicoli leggeri. In Giappone l'americana General Motors ha rafforzato la partecipazione nella Isuzu, assumendo il 51 per cento del pacchetto azionario della «Isuzu Sales and Finance». Resta invece, invariata la partecipazione del 34,2 per cento nella «Isuzu Motors». Ancora tra Usa e Giappone, da ricordare l'accordo raggiunto tra Mitsubishi e Chrysler per la vendita di vetture giapponesi negli Stati Uniti e per il montaggio di veicoli industriali Mit¬ subishi in Colombia presso uno stabilimento Chrysler. Il Giappone ha poi realizzato altri accordi con le Filippine, la Thailandia l'Arabia Saudita, lo Zaire, con il Regno Unito e con la Germania Federale sia per la commercializzazione delle proprie vetture in quei Paesi, sia per la costruzione e la vendita di autocarri pesanti in alcuni di essi (Arabia Saudita e Zambia in particolare). Per la Francia l'accordo principale del 1976 è rappresentato dalla avvenuta fusione tra Peugeot e Citroen con la vendita da parte di Michelin del suo pacchetto azionario Citroen alla Peugeot, che viene così a con| troliare il 90 per cento del capitale azionario. Sempre in Francia un accordo con la Romania prevede la costruzione in quel Paese di un complesso industriale per la produzione di un veicolo popolare da turismo di nuova concezione, da commercializzare in Europa. La Volkswagen ha deciso la realizzazione del suo stabilimento in Pennsylvania; si è perfezionato l'accordo tra Mercedes e Puch, già in discussione dal 1973, per costituire una società per produrre fuoristrada; infine è stato siglato un accordo di cooperazione tra la Volkswagen e la Man per produrre veicoli industriali. Da ricordare, infine, l'operazione ancora della Volkswagen in Spagna che ha ceduto la sua quota del 26,8 per cento nella società «Mevosa» alla Daimler Benz e alla Ini (l'Iri spagnola) in parti eguali. Queste ultime detengono ora il 40 per cento delle azioni ciascuna. In Brasile, la Fiat ha acquisito quasi completamente la partecipazione Alfa Romeo nella «Fnm», arrivando così al 91,5 per cento del capitale; la Volvo costruirà a Curitiba una fabbrica di veicoli industriali con partecipazione azionaria brasiliana del 60 per cento. Renzo Villare TURISTI STRANIERI IN ITALIA E STOCK legenoa | (arrotondamento alts decina) parziali totali cee 452,745 efta 83.460 altri europa 31.665 europa 567.870 africa 63.775 usa 66.040 altri PAES1 15. 145 america 81-185 asia 22-600 oceania 4,600 iuhisti stranieri in italia e stock relativo 4.630 totale generale 744.660 Le esportazioni di auto ualiane nel mondo nel 1976

Persone citate: Puch, Renzo Villare, Sales