L'Urss sovraccarica di debiti intensifica scambi con l'Ovest

L'Urss sovraccarica di debiti intensifica scambi con l'Ovest L'Urss sovraccarica di debiti intensifica scambi con l'Ovest La bilancia commerciale sovietica con l'Occidente migliora, e le esportazioni crescono a un ritmo doppio delle importazioni Le ripetute notizie dell'indebitamento crescente dell'Urss e dei Paesi del Comecon con l'Occidente, hanno alimentato voci di preoccupazioni negli ambienti finanziari internazionali sia per la solvibilità dei Paesi socialisti sia per i possibili effetti negativi sullo sviluppo dei rapporti economici Est - Ovest. Che c'è di vero in questo? Effettivamente, limitandoci al caso sovietico, le ultime stime di fonte americana indicano un progressivo indebitamento in valuta forte, nei confronti dei Paesi industrializzati occidentali. Negli ultimi quattro anni, il debito complessivo sovietico, dedotti i rimborsi annuali di debiti e interessi, è quasi triplicato, passando da 3600 a 9600 milioni di dollari, cifra all'incirca equivalente al valore delle esportazioni commerciali dell'Urss in Occidente nel 1976 (10 miliardi di dollari). Ciò ha provocato una maggior riluttanza degli operatori occidentali a prestare ai sovietici denaro a condizioni favorevoli come un tempo, rialzando i tassi di interesse dall'I,25 per cento in più (spread) rispetto al tasso interbancario sul mercato di Londra (Libor) nel 1976, all'1.38-l,63 per cento, come nel caso di una recente operazione con la Banca d'America. In passato lo «spread» per i crediti all'Urss era ancora più basso, sullo 0,5 per cento. Le previsioni per il futuro sono che a breve termine, nel 1977-78, lTJrss dovrà effettuare rimborsi in valuta forte, per debiti e interessi, ancora maggiori, tra i 3 e i 4 miliardi di dollari. La tendenza attuale verso un indebitamento crescente potrebbe essere quindi frenata in modo efficace solo verso la fine degli Anni 70. D'altra parte per quanto riguarda la solvibilità di Mosca, gli esperti finanziari non nutrono (a differenza che per altri Paesi dell'Europa orientale) soverchie preoccupazioni poiché, come rileva il settimanale Novoe Vremja (Tempi Nuovi) il grado di dipendenza effettivo dell'economia sovietica dell'Occidente rimane pur sempre ridotto. Infatti il commercio con i Paesi capitalisti industrializzati, che risulta per il 1976 di 25 miliardi di dollari, cioè un terzo dell'intero commercio estero sovietico, non supera il 2,8 per cento del prodotto nazionale, stimato sui 900 miliardi di dollari. Anche per gli eventuali ef¬ fdctftnovrfcsernctndtpmpdvsddr fetti negativi sullo sviluppo dell'interscambio Est - Ovest, c'è da dire che i sovietici intendono al contrario intensificarlo, soprattutto per quanto riguarda le loro esportazioni in Occidente, proprio per ottenere i maggiori introiti di valuta necessari per alleggerire il debito estero. Dopo il deficit record del 1975 la bilancia commerciale con l'Ovest sta infatti migliorando, e le esportazioni sovietiche, favorite anche dalla ripresa economica nei Paesi occidentali, crescono dal 1976 ad un ritmo doppio delle importazioni. Questa tendenza sembra destinata a continuare nell'attuale biennio. Infine lTJrss potrà contare nel 1977-78 su maggiori entrate in valuta pregiata, derivanti in parte dalle vendite d'oro, che dovrebbero fornire un gettito stimato in 1200-1400 milioni di dollari all'anno; e in parte dalle vendite di armi, dal turismo e dai servizi. Sergio A. Rossi Andamento del deficit commerciale sovietico con l'Occidente (in milioni di dollari) Anno Export Import Deficit 1975 7800 (8300) 14.200 (13.000) —6400 (—4700) 1376 9900 (10.500) 14.800 (14.500) —4900 (—4000) 1977 12.000/12.500 15.000/16.000 —3000/—4000 1978 14.000/15.000 [ 16.500/17.500 \ —2500/—3500 Fonti: Stime ufficiali del governo americano. (Tra parentesi dati ufficiali sovietici al tasso di cambio di 1,34 dollari/rublo).

Persone citate: Sergio A. Rossi

Luoghi citati: Londra, Mosca, Urss