Pazzo di gelosia spara e ferisce la moglie Poi si costituisce: "L'ho uccisa, le sta bene,,

Pazzo di gelosia spara e ferisce la moglie Poi si costituisce: "L'ho uccisa, le sta bene,, La donna, separata da un anno, affrontata nella sua casa a Moncalieri Pazzo di gelosia spara e ferisce la moglie Poi si costituisce: "L'ho uccisa, le sta bene,, La sposa colpita ha 36 anni, sei figli, originaria come il marito della Lucania - E' in fin di vita per un proiettile all'emitorace destro - La furiosa scenata si è conclusa nel sangue ieri alle 16, nella frazione Tetti Piatti - Il figlio di 15 anni tenta inutilmente di fermare l'uomo che gli spara due volte senza colpirlo Roso dalla gelosia, emarginato dalla famiglia, violento e facile all'alcol, un uomo ha ferito gravemente la moglie con un colpo di pistola. Poi ha sparato altri due colpi, fortunatamente andati a vuoto, contro uno del sei figli che cercava dt disarmarlo. S'è costituito subito dopo al carabinieri: « Arrestatemi — ha detto — ho ammazzato mia moglie, se lo meritava ». La donna, Maria D'Amato, 36 anni, originaria di Vaglio Lucano (Potenza), bldella nella scuola dementare di Tetti Piatti, frazione di Moncalieri, lotta tra la vita e la morte all'ospedale di Moncalieri dove è stata subito ricoverata. Il proiettile, sparato da pochi passi, le ha trapassato l'emltorace destro e le ha fratturato la terza costola. Il mancato uxoricida si chiama Innocenzo Decuzzi, 43 anni, lavoro saltuario come operaio, separato dalla moglie da un anno, viveva da solo in un alloggetto di Testone, in via Massimo Montano 4. La sparatoria è l'epilogo di una travagliata convivenza tra due coniugi, emigrati entrambi dalla Lucania una decina d'anni or sono alla ricerca di un benessere che la terra d'origine difficilmente poteva dare. Una volta arrivati in Piemonte, per la coppia e i Agli sono cominciate le solite peripezie degli immigrati alla ricerca di un lavoro e di una casa. Lui, originario di Grassano (Matera), ha trovato occupazione prima nel cantieri edili come muratore, poi alla Fiat. Per qualche tempo sono vissuti in una soffitta del centro storico, poi si sono trasferiti a Moncalieri. Nel giro di dieci anni la famiglia è aumentata, sei figli, il maggiore ha ora 15 anni, il più piccolo, quattro. Ma la nascita dei figli non ha contribuito a rendere meno burrascosi 1 rapporti tra i coniugi. Motivo principale dei continui litigi: lui voleva tornarsene In Lucania dove i Decuzzi avevano acquistato recentemente alcuni ettari di terreno coltivati a frutteto, ma la moglie non voleva saperne. Quando poi la D'Amato è riuscita a trovare un impiego come bidella nella scuola elementare di Tetti Piatti, il dissidio s'è fatto insanabile. «Io da qui non mi muovo — diceva la donna durante le accese discussioni —, ho un lavoro, posso mantenermi, i figli mi aiuteranno. Tu vattene pure dove vuol». Un anno fa la decisione di separarsi. A sentire la donna, perché la vita a due era diventata un interno, a sentire lui perché la moglie se l'intendeva con un altro uomo. La D'Amato con i sei figli è andata ad abitare in una casetta prefabbricata, al civico 17 H di Tetti Piatti, il marito s'è trasferito In frazione Testone. Ma l'uomo ha continuato a molestarla, con continue scenate di gelosia, prendendo a pretesto i motivi più banali. Negli ultimi tempi inoltre 11 Decuzzi faceva una vita quasi da barbone, lavorava saltuariamente, più frequentemente lo si poteva vedere ubriaco. Ieri, verso le sedici, 11 Decuzzi, piuttosto alticcio, si presenta in sella alla sua motoretta nei pressi della casa prefabbricata a Tetti Piatti. Il figlio Carmine, 15 anni, che fa il custode nel vicino parcheggio di roulottes, lo vede, si preoccupa, lo ferma. «Tu di qui non passi — gli dice bruscamente — noi non ti riconosciamo più per padre, vattene, questa non è casa tua». L'uomo reagisce aspramente: «Stai zitto, moccioso — lo rimbecca — ti faccio vedere io chi comanda in famiglia». Carmine s'accorge che il padre non connette ed è infuriato. Inforca la bicicletta e con tutte le sue forze pedala per raggiungere la madre ed avvertirla di chiudersi in casa. Riesce ad arrivare prima del padre che lo tallona in moto, grida alla madre: «Stai attenta, riparati». Il giovane non fa a tempo di finire la frase. L'uomo estrae dalla tasca una «Beretta» calibro 6,35, fa fuoco sulla moglie che è sulla soglia di casa. Un urlo e la donna è a terra, stramazzata per il proiettile che la colpisce sotto la spalla destra. Racconta Carmine: «A questo punto non Ilo visto più niente, sono balzato addosso a mio padre per strappargli la pistola ma lui mi ha scaraventato vìa. Poi ha puntato la pistola contro di me, due proiettili mi hanno sfiorato la testa». Il folle si scate na ancora, preme nuovamente 11 grilletto, la pistola s'inceppa Estrae altri proiettili, cerca di inserirli !n canna. Carmine non s'arrende, s'avventa ancora contro il padre, gli stringe il braccio, riesce a disarmarlo. Accorrono altri figli e alcuni vicini che nascondono la pistola. Padre e figlio sono a terra, c'è ancora una colluttazione, l'uomo riesce a divincolarsi, sale sulla motoretta, si allontana. Quando la ferita viene caricata su un'auto per essere trasportata all'ospedale, lo sparatore ha già fatto perdere le tracce. Non va lontano. Dopo una decina di minuti è sul piazzale antistante la compagnia dei carabinieri, lascia la moto, si presenta al comandante maresciallo Simonelli e al brigadiere Gallo. Stravolto, gli occhi fuor dalle orbite, le mani sulla testa, porge i polsi: «Arrestatemi — dice In uno sfogo liberatorio —. Ho ammazzato mia moglie, quella... Così impara a comportarsi in quella maniera, non sì meritava altro». Poi l'uomo si rinchiude In un cupo silenI zio. I carabinieri vanno sul posto della sparatoria, sequestrano l'arma, interrogano 1 testimoni, recuperano i bossoli. Per il maresciallo Simonelli il Decuzzi è una vecchia conoscenza. Più volte infatti il sottufficiale è dovuto intervenire per invitare 11 focoso uomo a starsene tranquillo, a non molestare la moglie. Secondo 11 Decuzzi, la donna non avrebbe dovuto lavorare fuori casa. «Dalle nostre parti — si sfogava con il maresciallo — la donna deve essere madre e basta, macché emancipazione, macché stipendio autonomo. Io la penso così e così deve essere». Inutili i tentativi di renderlo più ragionevole. Un po' alla volta l'idea che la moglie potesse incontrare 1 favori di un altro uomo è diventata un'ossessione, il cervello del Decuzzi è entrato In corto circuito. Ieri i tre colpi di pistola echeggiati nel vuoto della sua mente, contro la moglie e contro il figlio diventato agli occhi dell'uomo, un complice della sua tragedia. Guido J. Paglia Innocenzo Decuzzi, 43 anni, si è costituito ai carabinieri. Il figlio Carmelo di 15 anni

Luoghi citati: Lucania, Matera, Moncalieri, Piemonte, Potenza