Venezia: gabbiani, cefali, anguille sopravviveranno all'inquinamento?

Venezia: gabbiani, cefali, anguille sopravviveranno all'inquinamento? Gli studi per combattere la degradazione dell'ambiente Venezia: gabbiani, cefali, anguille sopravviveranno all'inquinamento? (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 9 aprile. Falchi di palude e gabbiani, stròlaghe e alzavate, cefali e anguille e branzini e orate, qualche raro storione, una miriade di granchi e molluschi di tutte le varietà; la Laguna di Venezia è ancora oggi un angolo di Mediterraneo dove la vita fiorisce. Fino a quando? E si nota già un decadimento nel numero delle specie, nel ritmo di passo dei migratori, nella densità delle popolazioni? Gli inquinamenti, metallico-industriali (cloro, mercurio) e da idrocarburi, hanno già fatto sentire il loro peso negativo? Dare a queste domande una risposta comprensiva, che vada al di là delle impressioni personali e delle singole incidenze occasionali (morie di pesci sulla spiaggia ecc.) ma sia invece valutabile quantitativamente, specie per specie, non è ancora possibile. Certo appaiono esagerate, oltre ogni limite, talune previsioni apocalittiche del Cousteau che lasciano intravedere, fra dieci o vent'anni, il nostro mare trasformato in un gigantesco pantano di fanghi rossi o gialli o nerastri. Ma la situazione si fa di anno in anno più grave, ed occorre agire. L'unica risposta valida, a parte evidenti misure cautelative contro gli inquinamenti più dannosi, può darla soltanto la scienza. Dobbiamo sapere molto più di quanto sappiamo finora sui processi fondamentali che sono alla base della vita vegetale e animale nel mare. In particolare dobbiamo penetrare più a fondo nella comprensione dei pròiiimmiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii cessi evolutivi che presiedono a quei fenomeni adattativi che sono alla radice dell'evoluzione. E occorre scendere in profondità, giungere alla base della catena alimentare formata da organismi (fitoplancton, zooplancton) spesso microscopici ma che tuttavia forniscono il cibo a creature sempre più grandi e più interessanti anche per l'uomo. Per questa ragione, perché si sta lavorando nella direzione giusta, ci pare doveroso segnalare un convegno tenutosi nei giorni scorsi a Venezia, in collaborazione tra l'Istituto di genetica marina della Nato e il Consiglio nazionale delle Ricerche, nel quale studiosi di tutto il mondo hanno fatto il punto su singoli problemi specìfici di biologia marina e hanno confermato la validità di alcune nuove tecniche di ricerca messe a punto negli utimi anni; ne citiamo soltanto due, di grande importanza: l'elettroforesi, che consente notevoli progressi nell'analisi delle grandi e delicate molecole che negli organismi svolgono le più importanti funzioni vitali (acidi nucleici, proteine, enzimi) e delle trasformazioni che queste molecole subiscono a causa dei fattori evolutivi e ambientali. Così pure l'utilizzazione del mitilo, Mytilus gallo-provincialis, per rilevare attraverso le analisi gascromatografiche il grado di inquinamento sia da idrocarburi sia da metalli d'un certo bacino-acque senza continui prelievi troppo onerosi. Si è notato ad esempio, ed è stata una grossa sorpresa, che lungo il canale che va dal porto commerciale di Venezia alla zona industriale di Porto Marghera, dove il grado di inquinamento da grezzo era supposto massimo, la concentrazione di idrocarburi nei mitili è appena un terzo della concentrazione osservata in un'altra stazione situata in prossimità di Chioggia, sottoposta ad intenso traffico di natanti i cui prodotti di scarico, parzialmente incombusti, terminano nelle acque. Ora si compiono studi per sapere con esattezza quanto contribuiscano, alla concentrazione ed eliminazione del veleno nell'animale, l'inquinamento iniziale, il ritmo con cui avviene l'inquinamento, la temperatura, la salinità, la pressione dell'acqua ecc. Si intravede persino la possibilità di stabilire, dall'esame di un mollusco inquinato, la zona d'origine del grezzo responsabile. Dal convegno di Venezia è emerso ancora una volta quanto i fatti della vita siano interdipendenti gli uni dagli altri. Ormai tutti sono convinti (o sembrano convinti) della necessità di non alterare con violenza un dato equilibrio biologico. Ho avuto occasione di parlare di questi problemi con il professor Bruno Battaglia, docente a Padova, che del convegno tenutosi a Venezia è stato il promotore. Passa gran parte del suo tempo ad allevare un minuscolo Copèpo'de, il Tisbe, lungo non più di un millimetro, il quale è dotato di alcune caratteristiche che lo rendono benemerito degli studi: ha un ciclo biologico rapido (12 giorni) il che permette di seguire il succedersi delle generazioni, è assai prolìfico (la femmina depone 500 uova alla volta) e presenta un notevole polimor- .fismo cromatico (cioè i singoli I individui, invece di essere gri- ■ giastri come gli altri Copepo-1 di, sono vivacemente colorati j in modo diverso) il che facili-j ta l'osservazione. Il professor Battaglia cerca ora di individuare le leggi che ne regolano l'ereditarietà, puntualizzare i \ singoli geni, e stabilirne le va- ì , riazioni in relazione anche al- \i le varie condizioni ambienta- li. Per questo ha tutto uno ' scfiieramento di vasche e va- ' schette con diverso grado dì salinità, temperatura, ossigenazione, luce ecc. Sono studi di carattere puramente scientifico, mi ha precisato, e studi analoghi si compiono in altri istituti italiani. In questo campo non siamo affatto indietro. Sono studi di fondo, di base. Ma sono i più importanti. Qualsiasi ricerca finalizzata (ora sono di gran moda i programmi a lunga scadenza che si propongono di risolvere d'un colpo tutti i problemi) si può e si deve fare, ma deve essere sempre sorretta dalla ricerca teorica, puramente conoscitiva. Soltanto questa può dare risultati validi che si potranno a loro volta indirizzare verso questo o quel fine. Allora veramente potremmo salvare il nostro mare e la nostra terra dalle conseguenze negative che ogni attività umana comporta, di per se stessa, sull'ambiente dove viviamo. Umberto Oddone i Venezia. E' ancora possibile pescare nella Laguna, ina fino a quando?

Persone citate: Bruno Battaglia, Cousteau, Umberto Oddone

Luoghi citati: Chioggia, Padova, Venezia