Industria della neve pochi a essere ricchi
Industria della neve pochi a essere ricchi INVESTIMENTI Industria della neve pochi a essere ricchi GIGI MATTANA Ritengo che chiunque salga in montagna la domenica, vedendo la marea di auto nei parcheggi e la folla sulle piste, pensi che 1 proprietari degli impianti di risalita raccolgano 1 quattrini a palate; ma è anche vero che le nostre stazioni invernali, per lo più deserte nei giorni lavorativi, fanno dubitare della sanità mentale di chi ha Investito milioni lassù senza averne un apparente tornaconto. In questi anni in cui la crisi tocca tutti i settori, escluso lo sci e altre forme di divertimento, è ancora conveniente investire in impianti di risalita? In Italia esistono circa 400 stazioni Invernali, termine che include tanto i paesini con un solo impianto quanto 1 centri turistici di risonanza mondiale: un censimento preciso non è mai stato fatto, ma sì calcola che soltanto il dieci per cento o poco più degli impianti siano largamente attivi, un quaranta per cento marcì intorno al pareggio, l'altra metà sia nettamente in perdita. Anche in questo campo i prezzi si sono moltiplicati rispetto a pochi anni fa: una telecabina ad agganciamento automatico come quella inaugurata da poche settimane a Montgenèvre (400 metri di dislivello, 1800 persone l'ora di portata) costa oltre un miliardo e mezzo; la potentissima funivìa della Val Veny a Courmayeur nel 1971 costava Intorno ai 700 milioni, ora ne richiederebbe molti più del doppio. La situazione si complica ancora nelle stazioni della « nuova generazione», quelle che non partono da un nucleo abitato preesistente. Si contano sulle dita di una mano le società che riescono a funzionare senza una base alberghiera o residenziale. E chi, più per passione che per altri motivi, vuole implantare uno skilift, è costretto al fallimento o arricchisce? Bossolasco, nel cuore dell'Alta Langa, è ormai più noto come mini-centro sciistico che per 1 nobili vigneti che lo circondano. Nel 1973 trenta capifamiglia del paese si riunirono In una s.r.l. (società a responsabilità limitata) e decisero di sfruttare un magnifico prato per lo sci: la concessione del terreno, la costruzione dello skilift (80 metri di dislivello con la buona portata oraria di 650 persone) e l'acquisto di un battipista Prinoth P15 richiesero 22 milioni (oggi ne occorrerebbero almeno il doppio). Un abbonamento giornaliero qui costa 4 mila lire, trenta mila quello stagionale ma la maggioranza degli sciatori, costituita da principianti astigiani o albesl, si accontenta di poche corse in un giorno; la sera vi sono in media oltre cento sciatori (vi è un impianto di illuminazione) e la domenica si superano le mille persone con «code» spaventose: con questa affluenza e la modesta entità del capitale impiegato parrebbe evidente una forte redditività, ma non bisogna dimenticare che siamo a 700 metri e che quindi sì può contare su una media dì soli 30 giorni-neve per inverno e anche un impianto di innevamento artificiale (peraltro costosissimo) non avrebbe successo per le temperature troppo alte.
Persone citate: Prinoth
Luoghi citati: Courmayeur, Italia, Montgenèvre
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