Pericolo: dall'Olanda può arrivare la peste

Pericolo: dall'Olanda può arrivare la peste Pericolo: dall'Olanda può arrivare la peste Allevatori di suini preoccupati per la riapertura delle importazioni Roma, 9 aprile. Un'epidemia di peste sulna potrebbe arrivare dall'Olanda e decimare i nostri allevamenti. La denuncia di questo grave pericolo è venuta dall'Associazione nazionale allevatori suini, che ha Inviato un duro telegramma al ministro della Sanità, Luciano Dal Falco, per protestare contro la riapertura delle importazioni dall'Olanda, un Paese che dall'agosto dell'anno scorso cerca invano di debellare questa terribile malattia dai suoi allevamenti. La cosa più strana è che il divieto di importare carne suina (per gli animali vivi il blocco è prorogato al 18 aprile) dall'Olanda è durato appena una quindicina di giorni. E' possibile in questo breve periodo vincere un'epidemia cosi grave? SI potrà obiettare che ora l'importazione è condizionata alla presentazione di un certificato sanitario: ma II fatto che i controlli siano affidati esclusivamente al Paesi Bassi, i quali tra l'altro hanno un forte eccesso di produzione da smaltire, lascia molti dubbi. Per questo, l'Associazione allevatori accusa di leggerezza il Comitato veterinario che ha vincolato, con il suo parere, la decisione della Commissione Cee di riaprire le importazioni; ed aggiunge che •soltanto gli Interessi che legano fra loro I Paesi nord-europei, e non serie argomentazioni tecniche-, possono aver portato i componenti del Comitato veterinario ad una decisione che l'Associazione italiana degli allevatori suini definisce «scandalosa». Questa decisione, certamente, suscita molte perplessità: 1) quale credibilità potranno avere le attestazioni rilasciate dalle autorità sanitarie olandesi, pur riconoscendo la loro buona fede, data l'evidente difficoltà di compiere I rigorosi e complicati controlli neces- sari? 2) non sappiamo poi come si potrà accertare che le carni importate non provengano da animali • portatori sani» del virus della peste, dato che in Olanda non si fa la vaccinazione preventiva antipestosa; 3) e, dimostrata l'assoluta impossibilità di questo accertamento, come si potrà evitare che le carni contagino i nostri allevamenti, data la facilità con cui il virus è portato dalle carni e poi trasmesso agli animali vivi, alimentati con rifiuti delle mense, magari non perfettamente bonificati? (un fatto analogo è successo in Italia nel '68); 4) può il nostro Paese rischiare un'altra epidemia come quella di nove anni fa, soltanto perché l'Olanda deve esportare le proprie eccedenze e qualche allevatore italiano, nonostante l'impegno del Servizi veterinari di Stato e delle organizzazioni di categoria, non vaccina ancora i suoi animali, o usa per la loro alimentazione rifiuti urbani non bonificati? Giriamo queste domande a Doro Caffagni, presidente dell'Associazione nazionale allevatori suini. 'Gli interrogativi potrebbero durare all'infinito — risponde — ma qui è necessario sottolineare anche altri aspetti della vicenda'. 'La nostra delegazione nel Comitato veterinario permanente e nella Commissione Cee — prosegue Caffagni — era certo a conoscenza dei rischi per la nostra suinicoltura e del fatto che l'Italia già contribuisce, attraverso il Feoga, ad alleviare le difficoltà economiche dei suinicoltori olandesi, i quali hanno ottenuto sin dal 23 marzo scorso, a differenza di quanto accadde agli Italiani nel 1968-70, l'autorizzazione ad un sensibile aiuto comunitario e all'ammasso privato dei suini dopo il blocco delle importazioni comunitarie'. Secondo Caffagni, non c'era quindi ragione di essere 'troppo generosi- e di continuare ad esserlo, ora che è dimostrato che dalla Cee riceviamo solo le briciole degli altri. «£' bene che si sappia — continua il presidente degli allevatori — che la delegazione olandese è stata l'unica. In occasione della recente "maratona" di Bruxelles per i prezzi agrìcoli, a chiedere che la svalutazione della "lira verde" scattasse, per il settore suinicolo, col primo novembre, per consentire alle loro esportazioni di beneficiare del massimo valore del montante: Caffagni spiega ancora che I suinicoltori italiani non hanno dimenticato le durissime misure prese da tutti I Paesi acquirenti durante l'infezione di peste in Italia nove anni fa, cosi come ricordano che l'Italia, proprio in seguito a quelle misure, ha definitivamente perduto, per i propri prodotti suinicoli, i mercati statunitense e francese, ed ancor oggi incontra serie difficoltà ad esportare in parecchi Paesi comunitari, come la Germania. Il presidente dell'Associazione allevatori ha quindi chiesto al ministro della Sanità che siano di nuovo chiuse le frontiere ai maiali olandesi. Questo anche perché l'Italia è il primo acquirente di prodotti suinicoli da quel Paese, e quindi ha diritto di esigere le massime garanzie, oggi assolutamente Insufficienti, su quanto si importa. Livio Burato

Persone citate: Caffagni, Doro Caffagni, Livio Burato, Luciano Dal Falco