Protesta radicale per i miniassegni

Protesta radicale per i miniassegni Protesta radicale per i miniassegni Milano, 8 aprile. (m.f.) Una nuova campagna di protesta è stata promossa dai radicali. Questa volta loro obiettivo sono i miniassegni proliferati per fare fronte alla penuria di moneta spicciola e soprattutto gli enormi profitti che le banche hanno realizzato emettendoli. Stamane una cinquantina di giovani si sono presentati alla sede del Credito Italiano di piazza C'ordiisio con sacchetti di plastica pieni di assegnini. Sulle prime hanno suscitato qualche allarme e dalla direzione dell'istituto di credito è stata chiamata la polizia: si temeva una rapina. Chiarito questo primo equivoco i funzionari di banca sono rimasti a bocca aperta quando gli aderenti al partito radicale si sono avvicinati alla cassa chiedendo il cambio in moneta corrente degli assegni. Uno ad uno. E per ognuno pretendevano di avere una ricevuta di versamento su un conto corrente che intendevano aprire. Il direttore della banca lì ha convinti che questa procedura sarebbe durata troppo e ha ottenuto che cambiassero solo gli assegni. E' allora cominciato il lavoro che ha tenuto impegnati due funzionari per l'intera mattinata. I giovani hanno acconsentito a dividere i foglietti di carta in mazzette a seconda del loro valore poi in una saletta riservata messa a loro disposizione li hanno presentati per l'incasso in una atmosfera resa ancora più tesa dalla presenza, davanti alla porta, di una guardia giurata armata. Verso l'una i contestatori se ne sono andati tutti soddisfatti con 75 mila lire ottenute in cambio di oltre 600 miniassegni. Hanno promesso che torneranno la prossima settimana. Hanno voluto spiegare i motivi della loro azione. «Abbiamo deciso di passare all'offensiva — hanno detto — perché con gli assecnini le banche hanno imbastito un giro di affari per miliardi e miliardi. E tutto questo con la complicità della Banca d'Italia. Ormai la gente ha in tasca solo assegnini. Mentre raccoglievamo le firme per i referendum je ne hanno lasciati giù come contributo a centinaia. In banca non hanno difficoltà ad ammetterlo: «E' fuori discussione che le banche con gli assegnini abbiano fatto una speculazione di miliardi. Proviamo a fare il conto solo degli assegnini che non vengono ritirati e non lo verranno mai perché rac colti da collezionisti. In tutto ce n'è più di 5 miliardi». «Se poi si aggiunge quelli che vengono persi, quelli che si deteriornano, quelli che si rompono ecc. viene fucri un guadagno netto per una quindicina di miliardi».

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