Friuli: lavorano con volontà o fatica por ricomporre il "fogolar" distrutto

Friuli: lavorano con volontà o fatica por ricomporre il "fogolar" distrutto Ricostruzione, la ragione di vita d'un popolo intero Friuli: lavorano con volontà o fatica por ricomporre il "fogolar" distrutto Alcuni paesi saranno arretrati rispetto al passato - Risorgeranno in zone protette, lontano dalle frane - Delle 350 aziende danneggiate, 243 hanno ripreso l'attività (Dal nostro inviato speciale) Udine, 8 aprile. Ricostruzione. E' la parola d'ordine, l'obiettivo primario d'ogni friulano, la ragione di vita d'un popolo intero, che non vuole arrendersi. Mancano, però, programmi precisi; non c'è ancora una legge quadro. Esistono soltanto proposte: quelle dei parlamentari friulani e quelle formulate dal Consiglio regionale. Niente sogni — si rileva dai due documenti —, nessun piano avveniristico, ma il ripristino di una realtà sociale collaudata dal tempo e dalla tradizio ne con le correzioni necessarie, già individuate in passato: difesa e riorganizzazione dell'agricoltura, più ordinato sviluppo dell'attività industriale, miglioramento delle vie di comunicazione per strappare la regione dall'isolamento e trasformarla in ponte proiettato verso l'Europa, creazione di una università friulana. L'ultima parola spetta al governo, che sta esaminando le due documentazioni con il calcolo complessivo dei danni (centinaia di miliardi) e l'indicazione di massima della strada da percorrere per la ricostruzione. Il Consiglio dei ministri dovrà individuare gli strumenti d'intervento e precisare le fonti per i finanziamenti. «Ricorreremo all'estero», ha annunciato Andreotti. L'importante è che il governo non incappi in una crisi. Le conseguenze sarebbero disastrose. Accumulerebbero ritardi ai ritardi che già si lamentano, ai rallentamenti che alimentano il disagio della popolazione, uscita da un'esperienza durissima, da un autunno tremendo e da un inverno peggiore. La gente preferisce non pensarci. Allontana la preoccupazione lavorando con lena nei villaggi prefabbricati, nelle fabbriche che tornano a produrre. Con impegno e tanta volontà continua a mettere vicino tessere su tessere per ricomporre quel mosaico di storia e di cultura che il terremoto ha sconvolto con le tremende spallate di maggio e di settembre. «Non possono e non vogliono stare con le mani in mano, in attesa di impossibili interventi miracolistici», commenta Giuseppe Zamberletti, commissario straordinario di governo. Ricambia con stima e ammirazione i'sentimenti di gratitudine che i friulani gli rivolgono. «Stanno dando prova di coraggio, abnegazione ed efficientismo», afferma. Organizza e dirige gli interventi d'emergenza. Il suo primo obiettivo era: dare una sistemazione dignitosa a tutti i senzatetto. Si può dire che ci sia riuscito, anche se ha preso tempo fino al 31 marzo per ricomporre comunità e singole unità familiari. Il 30 aprile, invece, scadrà la seconda emergenza. Zamberletti non avrà più poteri assoluti. Passerà la mano alla Regione e agli enti locali: toccherà a loro gestire la ricostruzione. «Ma è sbagliato — puntualizza — aspettare scadenze; il meccanismo della ricostruzione dovrà innestarsi subito nel lavoro che stiamo facendo, in modo che la buona stagione veda avviati già su ritmi concreti gli interventi per lo sgombero delle macerie e il risanamento del terreno». / ruderi sono ancora a indicare le dimensioni del disastro, quasi fantasmi d'una tragedia che nessuno potrà dimenticare. In alcuni casi i resti di fabbriche, abitazioni, chiese e monumenti sono stati rimossi. Larghi spiazzi polverosi s'aprono all'improvviso là dove c'erano borghi e paesi. Più spesso le macerie sono da rimuovere. Così a Gemona, a Venzone, a Maiano. Esperti si sono recati in Germania per conoscere i procedimenti seguiti per riciclare le macerie disseminate dalla guerra. Squadre di esperti sono al lavoro per il risanamento del suolo, la bonifica delle montagne che si affacciano sui paesini squassati dal terremoto. Vengono rimossi rocce e sassi pericolanti, si rafforzano strade e sentieri si riparano condotte elettriche e tubazioni dell'acquedotto. Quasi contemporaneamente si lavora per la ricostruzione dei Paesi. E' stato abbandonato un disegno proposto all'indomani del 15 settembre. Allora si parlava di creare città satelliti in zone di pianura sicure, di svuotare le località di montagna. Questo progetto rischiava di snaturare il Friuli, la cui espessione più genuina è rappresentata nell'attaccamento alla terra e alla casa unifamiliare e in un tessuto intermedio fra il raggruppamento urbano e l'isolamento familiare e personale. Le case risorgeranno là dov'erano prima. Rivedremo gli stessi campanili, le stesse borgate. Il Friuli ritroverà se stesso, non sarà sostituito da una facciata falsa e improponibile. In alcuni casi, tuttavia, si faranno delle eccezioni. Alcuni paesi, cioè, saranno arretrati rispetto al passato. Risorgeranno in zone protette, lontano dal pericolo di frane e di alluvioni. E' una precauzione che non falsa la volontà di ricomporre il «fogolar» là dove esisteva prima del 6 maggio. E' anche questa una prova d'amore e d'attaccamento a una terra che, pur crude¬ le spesso e traditrice, alimenta la forza e la vitalità di un popolo, il suo impegno per la resurrezione. L'identità del Friuli è così salva, sono salvi i valori di una civiltà tramandata da generazioni, costruita con pazienza e con saggezza, voluta a dispetto delle avversità che da sempre accompagnano il cammino di una regione. Intanto, nell'attesa che tornino le case, si ricompongono paesi e borgate, le fabbriche hanno ripreso a funzionare. Si lavora soprattutto nel comparto industriale, che più incide sul tessuto socio-economico delle zone colpite dal terremoto (Maiano e Osoppo, in particolare, dove sono state impiantate due zone industriali in costante sviluppo). Delle 350 aziende danneggiate (oltre 17 mila addetti complessivamente) 243 hanno ripreso l'attività; altre riapriranno i battenti entro quest'anno. Renato Romanelli

Persone citate: Andreotti, Giuseppe Zamberletti, Maiano, Renato Romanelli, Zamberletti

Luoghi citati: Europa, Friuli, Gemona, Germania, Osoppo, Udine, Venzone