Se ne parlerà alla conferenza sul turismo di Giancarlo Fossi

Se ne parlerà alla conferenza sul turismo Se ne parlerà alla conferenza sul turismo Tutti d'accordo o quasi per le ferie scaglionate Imprenditori e sindacati cercano una soluzione concordata - Il problema verrà affrontato anche sul piano scolastico per coordinare le vacanze di tutta la famiglia Roma, 8 aprile. La festa pasquale ha richiamato un problema di notevole interesse ed attualità: lo scaglionamento delle vacanze. Tutti o quasi, fra le organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori, sono favorevoli ad una soluzione concordata, che consenta da un lato una maggiore utilizzazione della forza-lavoro e dall'altro un migliore utilizzo del periodo di ferie. E' probabile che se ne parli al più presto in un incontro interconfederale, né si esclude che una iniziativa venga presa dai ministri più direttamente interessati, come il ministro del Lavoro Anselmi e il ministro per il Turismo e lo Spettacolo Antoniozzi. Un'occasione di dibattito sarà offerta anche dall'imminente conferenza nazionale sul turismo, per i notevoli riflessi che lo scaglionamento delle vacanze può avere sull'utilizzazione degli impianti, attualmente limitata in molte zone al 30-40 per cento, e sulla riduzione dei costi di gestione, quindi dei prezzi degli alberghi e degli altri esercizi legati al turismo. Ed ancora la questione verrà dibattuta, entro breve tempo, sul piano scolastico — dal ministero della Pubblica Istruzione ai sindacati del personale insegnante e non docente, ai consigli di istituto — data la necessità di coordinare le vacanze dei lavoratori con le vacanze dell'intera famiglia, compresi i figli che frequentano le scuole. Un'indagine recentemente svolta dall'Istat ha accertato che oltre il 65 per cento degli italiani si muove per le vacanze tra luglio e agosto, ma soprattutto in agosto, concentrandosi in limitate zone del Paese. Le conseguenze di questo comportamento, legato ad una consuetudine, ma anche all'attuale organizzazione del lavoro nelle fabbriche e negli uffici, sono notevolmente negative sotto qualsiasi aspetto: strade e autostrade affollate, alberghi e pensioni strapieni per 30-40 giorni, servizi pessimi, immediato rialzo di tutti i prezzi della ricezione e delle attività collaterali, rilevante aumento degli incidenti della strada. Tutto ciò ha un costo, economico e sociale, così alto da essere veramente ingiustificato. Senza contare che gran parte della popolazione, proprio in conseguenza dei prezzi troppo elevati, non va in vacanza. Mentre la ricettività continua a crescere (attualmente ci sono 1 milione 500 mila letti negli alberghi e 2 milioni 500 mila extra-alberghieri), soltanto un italiano su tre lascia la propria casa durante il periodo di ferie contro una media di cinque su dieci in Europa. E' ormai urgente, sostengono i sindacati, che se ne parli in un confronto con il governo e gli imprenditori. Cosa si può fare, in concreto, per elevare la media del 31 per cento degli italiani che attualmente possono concedersi un periodo di riposo? La strada dello scaglionamento è già seguita in altre nazioni. Nei Paesi Bassi, secondo una decisione presa da un comitato di coordinamento delle ferie nei settori commerciale industriale scolastico, le vacanze nel 1976 sono state scaglionate con una articolazione regionale. In Inghilterra si è fatta un'intensa propaganda a favore dello scaglionamento, basata sull'offerta dì prezzi molto ridotti nella bassa stagione. In Belgio i due ministri dell'educazione nazionale ne stanno discutendo con i sindacati. Varie iniziative sono state adottate in Francia. In Australia si è affermata l'esigenza di procedere alla distribuzione delle vacanze in «modo più equo e razionale». Giancarlo Fossi

Persone citate: Antoniozzi

Luoghi citati: Australia, Belgio, Europa, Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Roma