Incontro "clandestino,, Vance-Dobrinin a Washington di Vittorio Zucconi

Incontro "clandestino,, Vance-Dobrinin a Washington Incontro "clandestino,, Vance-Dobrinin a Washington In segreto riprendono a trattare americani e sovietici sulle armi Washington, 8 aprile. A soli otto giorni dalla brusca, drammatica fine della missione Vance a Mosca, Stati Uniti e Unione Sovietica hanno ripreso a discutere di accordi strategici. Hanno ricominciato in segreto, con un incontro fra Vance e l'ambasciatore Dobrinin avvenuto ieri in circostanze inconsuete, quasi eretiche per un'amministrazione Carter votata alla diplomazia aperta: l'appuntamento con il rappresentante sovietico non era stato incluso nella lista degli impegni giornalieri di Vance, e Dobrinin è stato fatto entrare al Dipartimento di Stato direttamente dalla porta di servizio del garage, per sfuggire ai giornalisti che osservano l'ingresso principale. Washington, che conobbe la diplomazia del ping pong con i cinesi, e la diplomazia della spola aerea sotto Kissinger già parla di una nuova e promettente «diplomazia del garage». Ma indipendentemente dalla circostanza, l'arrivo di Dobrinin al Dipartimento di Stato e il suo incontro con Vance e il capo negoziatore Usa sulle questioni strategiche, Paul Warncke, ha confermato le speranze di quanti avevano letto nel «fallimento» dì Mosca non già la conclusione, ma il primo atto di un nuovo show negoziale da proseguire con più. discrezione e — forse — con più successo in altre sedi. Il contenuto del colloquio Vance Dobrinin Warncke non è stato naturalmente reso pubblico, ma i portavoce americani hanno confermato che il tema sono stati i «Salt». Da altre indiscrezioni si è appreso poi che le due potenze stanno preparando gruppi di funzionari in vista del nuovo incontro Gromyko-Vamce a Ginevra in maggio, per mettere a punto me glio il negoziato. Dietro il fatto simbolico della visita segreta di Dobrinin al Dipartimento di Stato, già in sé rappresentativo della reciproca volontà di continuare a trattare, vi sono stati sintomi assai importanti di flessibilità da entrambe le parti. Fonti americane hanno riconosciuto, per la prima volta, che la proposta portata da Vance a Mosca «poteva essere un pò troppo squilibrata a favore degli Stati Uniti», mentre uno specialista sovietico venuto in questi giorni a Washington (è un generale in pensione della Armata rossa che vuole mantenere l'incognito) ha ammesso che «l'iniziativa americana era molto attraente in superfice, ma inaccettabile nella sostanza», dunque smentendo quanti hanno sostenuto che Breznev aveva rifutato le proposte Vance senza neppure studiarle. Anche la presenza di questo misterioso personaggio sovietico a Washington è una prova che il negoziato continua. Ufficialmente, né la Casa Bianca né il Dipartimento di Stato hanno commentato sul contenuto dei colloqui Vance-Dobrinin, ma il portavoce dì Carter, Jody Powell, ha espresso l'opnione che «ciò dovrebbe calmare chi aveva dato interpretazioni troppo pessimistiche». Si ha la sensazione che da parte americana ci si prepari a qualche ammorbidimento nelle proposte, la cui severità iniziale doveva servire chiaramente più ad uno scopo politico che come vera piattaforma di negoziato. Nuovi dettagli resi pubblici oggi rafforzano l'impressione che le tesi di Vance fossero effettivamente poco accettabili per il Cremlino. L'offerta di limitare il «cruise missile» (missile da crociera) americano, la nuo- va e potente arma nelle mani del Pentagono, ad un raggio massimo di 2300 chilometri avrebbe lasciato le maggiori città sovietiche vulnerabili a questi missili se lanciati dalla Germania Occidentale ed è stata perciò respinta. Ancora in base alla proposta Vance, se il numero massimo di vettori proposto dagli Usa fosse stato accettato, l'America sarebbe uscita dall'accordo con un numero massimo accettabile di oltre 11 mila testate atomiche, e l'Urss con non più di 7000, poiché a parità di vettori gli americani dispongono di un maggior numero di testate multiple. Il piano di Vance, ha detto un ex alto funzionario della Cia e negoziatore in altre fasi dei Salt, avrebbe in sostanza conservato l'attuale vantaggio di 2 a 1 in testate atomiche agli Stati Uniti. Vittorio Zucconi

Persone citate: Breznev, Gromyko, Jody Powell, Kissinger, Paul Warncke, Vance Dobrinin Warncke