La realtà cecoslovacca in "Roulette" di Kohout
La realtà cecoslovacca in "Roulette" di Kohout Al Carignano con lo Stabile di Trieste La realtà cecoslovacca in "Roulette" di Kohout Arriva lo Stabile di Trieste, il teatro che ha il record di pubblico in Italia, con un testo di Kohout, uno tra gli autori di cui si è più parlato negli ultimi mesi. Martedì sera, al Carignano, va in scena Roulette, l'ultimo lavoro del commediografo cecoslovacco, firmatario della Charta di Praga, colpito, con i suoi compagni, dall'ondata di repressione nel proprio Paese. L'autore, che aveva già dovuto mancare la prima a Trieste, anche questa volta non ci sarà. Inutilmente la direzione del teatro ha cercato di stabilire un contatto diretto, per invitarlo. Lo scrittore sa che in questo momento, se lasciasse la Cecoslovacchia, rischierebbe di non poterci tornare più. E preferisce rimanere a Pjraga. Il grande rumore che si è fatto intorno al nome di Kohout, hanno dichiarato ieri i promotori dello spettacolo in una conferenza stampa al Carignano, ha rischiato di snaturare il significato della operazione: che intendeva, soprattutto, far conoscere in Italia un testo di nuovo teatro europeo. «Lo Stabile di Trieste — ha detto Nuccio Messina, che io dirige da due anni — intende caratterizzarsi come Teatro di frontiera. Non ai margini, ma al crocevia di diverse culture. Per questo il nostro repertorio si rivolge agli autori mitteleuropei». E poiché questo teatro ha un'altissima risposta di pubblico, con 18 mila abbonati in una città di 265 mila abitanti, deve compiere scelte «popolari», con spettacoli in grado di interessare un vasto uditorio. Lo scorso anno, aveva messo in scena Schniizler e Havel (un altro protagonista della Charta 77). Quest'anno, aveva preannunciato lo sloveno Cankar e Kohout. Quando il regista Guicciardini stava per iniziare il lavoro con Roulette è esploso il caso di Praga, intorno allo scrittore si è creato un interesse che andava al di là del teatro. Guicciardini ha confessato ieri di avere avuto qualche imbarazzo nel procedere all'allestimento: «Quando avevo avuto la proposta dello Stabile di Trieste, l'autore non era nell'occhio del ciclone. Avevo Ietto il testo, volevo far capire il problema personale dello scrittore in una società socialista». Dopo l'uscita della Charta 77 e il rumore provocato, sì è chiesto se era ancora lecito porre questo diaframma di lettura, su un testo che in realtà poteva essere letto anche in senso naturalistico. Roulette si rifa ad un racconto del primo Novecento, Oscurità di Andreev, ambientato in una casa di tolleranza. I personaggi principali sono un nichilista, che cerca inutilmente di modificare la realtà, e una ragazza, che rappresenta lo spontaneismo. «Il testo — dice il regista — potrebbe anche essere inteso come una trancile de vie: ma, se lo si scardina all'interno, si avverte qualcos'altro. Kohout si serve di questo racconto del primo Novecento per parlare in linguaggio cifrato, dietro il naturalismo delle situazioni ci sono altre cose». Quali? Pericoloso, avverte Guicciardini, cercare raffronti troppo diretti con la realtà personale dello scrittore oggi. Ma inevitabile la tentazione di spostare i tempi, ve dere, fra le pieghe di quella realtà descritta dallo scrittore, le suggestioni di un'altra realtà. Il nichilista è un uomo contro l'assolutismo, la ragazza è la verità che risiede all'interno del popolo... Protagonisti dello spettacolo sono Lorenza Guerrieri, Paolo Graziosi e Regina Bianchi, nel ruolo della tenutaria. Roulette resterà in scena a Torino solo sei giorni, purtroppo non si è riusciti a stabilire uno scambio, che poteva essere fruttuoso, con il Teatro Stabile torinese. E lo Stabile di Trieste deve scegliere il teatro privato. Il solo contatto pubblico, per il momento, è con la Regione, che dà il suo patrocinio a un recital sul Friuli. Lontani da tutto, a cura di Furio Bordon, andrà in scena mercoledì 13, alle 18, con ingresso gratuito. Vuole documentare il dolore di una terra, dal progressivo spopolamento per l'emigrazione al terremoto dello scorso maggio. g. c.
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