Lettera al Direttore dal gestore del Teatro

Lettera al Direttore dal gestore del Teatro Lettera al Direttore dal gestore del Teatro II Carignano allo Stabile? Una risposta di Chiarella A proposito dell'articolo dal titolo Il Carignano diventerà sede del Teatro Stabile?, apparso In questa pagina II 5 aprile scorso, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di Daniele Chiarella, gestore del Teatro Carignano. Gentilissimo signor direttore, ho letto l'articolo apparso su La Stampa con il vistoso titolo « Il Carignano diventerà sede del Teatro Stabile? ', a firma della signora Bona Alterocca. Mi vedo, purtroppo, costretto ad intervenire con alcune domande e precisazioni, perché chiamato in causa quale gestore (da oltre 40 anni) del Teatro Carignano. Da quando mi occupo attivamente di questo teatro, ho sempre ricusato le interviste, ma questa volta mi vedo tirato in ballo In un momento che ritengo poco opportuno e tempestivo, oltretutto su un argomento che non richiedeva il bisogno e l'urgenza di tanta ufficialità. Domande alla signora Bona Alterocca: a) l'origine, la fonte dell'aggettivo « esorbitante » non credo sia di suo conio, ed allora? b) non riteneva la signora che fosse più giusto, anche giornalisticamente, ascoltare la campana Chiarella, cioè Carignano? Precisazioni rivolte al Comune e al Teatro Stabile di Torino: 1) AL COMUNE — Se è vero che esiste un progetto per anticipare la risoluzione del contratto tra le parti, è altrettanto vero che di tale progetto si parla da anni. Incominciata circa nove anni fa una trattativa, essa fu interrotta (e non certo per una richiesta esorbitante, poiché di cifra non si era parlato) per imprecisati motivi, forse anche perché la richiesta avrebbe dovuto essere accompagnata da una offerta. Poi fu ripresa, ina sempre in termini assai Indiretti e imprecisi: con il desiderio, cioè, di entrare in possesso della gestione di un bene, senza tuttavia valutarne, precisarne e offrirne un chiaro corrispettivo. E arriviamo ad oggi. Alcuni mesi or sono il sottoscritto è stato interpellato, nella sua qualità di gestore del teatro, ufficialmente, per rispondere ad una precisa domanda: intendono I fratelli Chiarella aderire alla proposta di una rinuncia alla gestione, anticipatamente, cioè prima della scadenza del contratto che è prevista per la mezzanotte del 27 ottobre 1980? La risposta fu: dateci il tempo per riflettere, per poter soppesare gli eventuali vantaggi e svantaggi, per mettere sul piatto della bilancia il sentimento, la tradizione, tutta una vita, la mia, dedicata al teatro, cose che non erano facilmente valutabili, ma che avevano un loro peso là dove non si deve parlare solo di quattrini. Comunque, si è fissata una troppo breve scadenza. Comprensibile l'urgenza da parte del Comune; altrettanto comprensibile, mi pare, la nostra sensazione che un precipitare della trattativa avrebbe potuto metterci in alcune difficoltà. Infatti, in un caso o nell'altro, Il Carignano avrebbe dovuto essere programmato, al più presto (come io uso fare) per la prossima stagione teatrale. La trattativa è proseguita, in via ufficiosa, ed entro breve scadenza II sottoscritto ha fatto pervenire « un appunto informale » al Comune di Torino. Sono seguiti ulteriori contatti, sono state fatte delle indagini sul costi e sui ricavi della gestione Chla- rei la, ma nessuna proposta concreta è stata fatta, ufficialmente, a tutt'oggi, mentre Invece ufficiale e concreta era stata la richiesta. E allora: perché « esorbitante », quando la richiesta tale non era se, con dati alla mano, essa era stata contenuta nel limiti più ragionevoli ed equi possibili? Perché ufficializzare una trattativa? Perché non più tanta urgenza di definizione? 2) AL TEATRO STABILE — La trattativa per il riscatto anticipato riguardava solo ed esclusivamente un rapporto tra il Comune di Torino e la gestione del Teatro Carignano. Eppure, leggo che a volere il Carignano sia proprio II Teatro Stabile. Da una parte posso comprenderne I motivi. Infatti il Teatro S.abile non ha una sua giusta sede, tolto II Teatro Gobetti, e può vantare il suo diritto ad averla, ammesso che essa debba proprio identificarsi con II Carignano. Dall'altra mi si consenta una mia opinione, che immagino condivisa da altri: può la città di Torino essere privata di un teatro che da anni ospita le compagnie di « giro » di prosa, arrecando, un'operazione del genere, un aftievolimento dell'attività teatrale e culturale cittadina? MI si potrà rispondere (e già me l'aspetto) che una gestione Teatro Stabile al Carignano lascerà spazio anche alle altre compagnie. Ma mi permetto di dubitare che, pur con tutta la buona volontà, il Carignano potrebbe continuare a dare al pubblico la consueta programmazione allargata alle compagnie private. Non starò ad insistere su quanto, personalmente, il sottoscritto, sia come direttore, sia come amico ha dato di attività e collaborazione proprio al Teatro Stabile: cose che, del resto, si dimenticano presto e facilmente (come, forse, è giusto che avvenga). Vedo, signor direttore, che mi sono lasciato andare a una risposta forse un po' troppo prolissa, ma l'argomento richiedeva tutto quanto ho sopra esposto, in modo chiaro, inequivoco... e molte osservazioni, molte considerazioni ho voluto tralasciare, oltre che per motivi di spazio, per ragioni di correntezza e correttezza. La ringrazio e saluto con viva cordialità. Daniele Chiarella gestore del Teatro Carignano

Persone citate: Bona Alterocca, Chiarella, Daniele Chiarella

Luoghi citati: Comune Di Torino, Torino