Barre cerca di far dimenticare la legge Giscard sul plusvalore di Paolo Patruno
Barre cerca di far dimenticare la legge Giscard sul plusvalore Reazioni favorevoli, anche la Borsa riprende fiato Barre cerca di far dimenticare la legge Giscard sul plusvalore (Nostro servizio particolare) Parigi, 7 aprile. L'annuncio dato ieri dal premier Barre del rinvio d'un anno da parte del governo della legge sul plus-valore mobiliare, votata lo scorso luglio dopo accesi dibattiti parlamentari, ha avuto vasta eco. Barre ha giustificato la «ritirata» governativa adducendo la grave crisi della Borsa «che interessa seriamente gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro» e sostenendo l'inopportunità di applicare la nuova legge prima di averne messo a punto i criteri di applicazione che «consentano il buon funzionamento del mercato finanziario». Il provvedimento dovrebbe perciò entrare in vigore il primo gennaio 1979. Ma politicamente la decisione governativa è un altro sintomo della progressiva agonia del «riformismo» giscardiano, rivela 1 limiti dell'azione dell'Eliseo, costretto non solo ad aggiornare le riforme progettate, ma anche a rinviare quelle già approvate. Logica, quindi, la soddisfazione espressa dai gollisti, che avevano osteggiato in ogni modo la discussione del progetto di legge e che si erano piegati soltanto di fronte a Chirac, il quale aveva imposto di malavoglia la volontà governativa ai recalcitranti deputati Udr dopo ripetuti richiami presidenziali. E proprio lo scarso entusiasmo dimostrato da Chirac in quell'occasione ad appoggiare l'azione del presidente nell'imporre questa riforma tendente a migliorare la giustizia fiscale, era stata una delle cause del successivo «divorzio» tra il capo dello Stato e l'allora primo ministro. Il presidente del gruppo parlamentare neo-gollista, Labbé, sostiene adesso l'opportunità dell'abrogazione pura e semplice di tutta la legge di tassazione sul plus- valore, non soltanto quella sospesa d'un anno sulle transazioni di titoli e obbligazioni. E il leader del Rpr, Chirac, in una conferenza davanti alla stampa anglo-americana, ha annunciato la presentazione in Parlamento da parte dei gollisti «d'un insieme di proposte sui problemi fiscali, orientate verso una semplificazione, una migliore giustizia e l'efficacità economica». L'annuncio di queste controproposte golliste sulla riforma fiscale rivela in prospettiva le insidie di un dibattito parlamentare nel quale l'Rpr ha già espresso le sue riserve sul problema dell'elezione del Parlamento europeo a suffragio universale. Su questo tema, ancora oggi, Chirac ha detto che «l'Rpr si aspetta delle garanzie reali dal governo per appoggiare questo progetto» aggiungendo poi che in ogni caso l'elezione «non rappresenta una rivoluzione per l'Europa, ma soltanto una riformetta per mascherare l'incapacità in cui si trovano i capi di governo nel Consiglio europeo per far ! progredire realmente la co- I struzione europea». A cantar vittoria per la decisione del governo sul plusvalore sono anche gli ambienti borsistici, i quali avevano moltiplicato le pressioni sulle autorità perché adottassero misure politiche favorevoli a un mercato in crisi, in cui le quotazioni delle società francesi sono diminuite in un anno del 32 per cento. La notizia del provvedimento preso dal governo, ieri, ha creato l'euforia in Borsa e i valori sono saliti repentinamente del 4 per cento in media, con punte fino al 12. Oggi la corsa al rialzo ha subito già un rallentamento, ma la tendenza resta egualmente positiva, dopo una serie di sedute negative, che erano culminate nelle ultime settimane nella perdita del 10 per cento dei valori francesi, in seguito al risultato delle municipali favorevole alla sinistra. L'approvazione delle legge sul plus-valore si è rivelata insomma per Giscard d'Estaing «una vittoria di Pirro». come scrive Le Monde, e il governo oggi mostra interamente la sua debolezza, e de- l ve arroccarsi sulla difensiva. Ma dovrà far fronte prossimamente anche a un'altra insidia: oggi al termine di un incontro, i leaders sindacali Seguy e Maire hanno preannunciato un'ondata di scioperi e di manifestazioni nel settore pubblico per la fine di aprile allo scopo di sbloccare le vertenze contrattuali bloccate dal piano Barre di austerità. Paolo Patruno
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