Gli scontri seguiti da Israele con crescente preoccupazione di Giorgio Romano
Gli scontri seguiti da Israele con crescente preoccupazione Gli scontri seguiti da Israele con crescente preoccupazione {Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 7 aprile. L'aggravarsi della situazione nel Libano meridionale è confermato dal fatto che negli ultimi due giorni gli operai libanesi che lavorano nelle fabbriche e nei campi israeliani non si sono presentati ai posti di lavoro, mentre i malati e i feriti, che solevano recarsi ai centri di assistenza di Dovev e di Metulla, non hanno osato attraversare la frontiera. La notte scorsa è stata caratterizzata da sparatorie e illuminata dalla traiettoria dei razzi. Dal kibbuz di MisgavAm, a sud di Metulla, si dominava il movimento stradale tra i villaggi cristiani del Sud del Libano: Kfar Kema, Taibe, Adeisse, Meise-El-Gebel, Bida, Maroun-Er-Rass e Bint Jaall. La stazione di pronto soccorso di Metulla è rimasta completamente chiusa e i giornalisti che si erano recati numerosi nella località sono rimasti delusi di non vedere visitatori. La spiegazione che le autorità israeliane hanno dato della temporanea chiusura è questa: «La situazione è tesa e i duelli delle artiglierie costituiscono una minaccia per coloro che visitano questi luoghi». I lavoratori non vengono, in parte perché sono reclutati nella milizia cristiana, in parte perché hanno deciso di non abbandonare le loro case data la gravità della situazione. In Israele si pensa che i prossimi giorni saranno decisivi per il controllo delle posizioni del Sud del Libano. I guerriglieri palestinesi e i musulmani di sinistra si rafforzano sulle loro posizioni e si trincerano nelle zone che | hanno conquistato, mentre i cristiani danno evidenti segni di stanchezza Sebbene il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano abbia detto ieri: «Per il momento questa non è la nostra guerra», pur rifiutando di scendere in particolari, gli israeliani — e specialmente quelli delle zone di confine — osservano con crescente preoccupazione lo svolgersi degli avvenimenti. Giorgio Romano
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