Israele tragico di Carlo Carena

Israele tragico Storia del mondo giudaico Israele tragico P. Sacchi: « Storia del mondo giudaico », Ed. SEI, pag. 327, lire 10.000. Una Storia del mondo giudaico c'immette in un mondo per noi periferico. Gli avvenimenti svoltisi laggiù nel millennio prima di Cristo ci sono vagamente noti o per aver colpito la fantasia infante o per aver dato luogo ai momenti più alti, umanamente e letterariamente, della Bibbia: salmi, profezie, novelle. Non parliamo poi dei regoli, delle sètte, delle beghe d'età ellenistica e romana, fino al rogo finale, nella Gerusalemme distrutta da Tito. Un'invincibile freddezza ci coglie davanti a una storia e a un pensiero, da cui pure la nostra civiltà fu profondamente segnata. L'impressione emerge ancora dalla lettura della sintesi che Paolo Sacchi, professore all'Università di Torino, ci ha fornito nella serie dei Manuali Universitari della Sei. Ma proprio questo fatto mostra l'opportunità di i approfondire un contatto rimasto per i più sempre assai vago e istintivo, di precisare certi contorni e giustificare certe scelte. Tanto più che il Sacchi non punta sugli eventi storici, sull'esteriorità della vita d'Israele, dalla fine dell'esilio babilonese all'avvento di Gesù. Ai capitoli storici annoda con maggior impegno quelli filosofici, in cui illustra nella sua complessità, nelle ramificazioni di gruppi e personalità di spicco, nelle fasi cronologiche, il pensiero giudaico: coi problemi della legge, della giustizia, della purità, nel messianesimo. Per chi, appunto, è abituato allo sforzo di razionalizzazione e alla prospettiva universalizzante del pensiero occidentale, anche antico, l'atteggiamento pratico, particolaristico dell'ebreo, in tanti secoli d'una storia tormentata e d'elaborazione vivace su una ristretta gamma di temi, rimane sconcertante. Perciò, forse, di tutti i libri dell'Antico Testamento quello che più ha parlato alla mente e al cuore dell'uomo occidentale è l'Ecclesiaste: dov'è una profonda e vera meditazione dei rapporti umani col tempo, con la verità, col terreno e oltre. Tutto ciò emerge molto bene da questa sintesi documentata e appassionata, tesa in uno sforzo di precisare, di discutere: come una profonda passione di conoscenza storica, anzitutto, d'un mondo permeato da dubbi, da diatribe, da paure e speranze irrefrenabili: il giudaismo si presenta spesso come tormentato da un contrasto fra i grandi temi che si proponeva, fra la grandiosa coscienza di un'elezione in mezzo ai popoli, e una microlo¬ gia, un particolarismo, un formalismo che sono la negazione del grande, il soffocamento dell'entusiasmo storico. Questa, in ultima analisi, anche chiuso. questo limpido libro, ci pare la tragedia di Israele. Così una sublime ricerca di salvezza, una sacralità permanente sfociarono nelle impossibili condizioni del primo secolo, campo inevitabile per la germinazione d'un messia. Il quadro che il Sacchi traccia, nell'ultimo capitolo, della società palestinese al tempo di Gesù come applicazione di norme legalistiche, è significativo, e spiega bene l'aspetto rivoluzionario assunto dal cristianesimo rispetto al giudaismo: che pure ne rimane — anche questo è chiaro — un elemento ineliminabile per chi cerchi di situare ogni discorso e non di coglierne solo gli aspetti perenni. Carlo Carena

Persone citate: Gesù, Paolo Sacchi, Sacchi

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele