Catturati a Milano e a Torino gli autori di due rapimenti di Claudio Giacchino

Catturati a Milano e a Torino gli autori di due rapimenti DOPO LA LIBERAZIONE DI LAZZARONI È STATA SGOMINATA UNA CROSSA "GANG ## Catturati a Milano e a Torino gli autori di due rapimenti Hanno rapito il bimbo svizzero Nespoli e l'industriale Fattorini, di Appiano Gentile - I 160 milioni del riscatto trovati nella casa di due coniugi torinesi - I banditi coinvolti nel delitto di Monza dove venne ucciso un commerciante di carne? (Dal nostro inviato speciale) Milano, 7 aprile. Duro colpo alla mafia dei rapimenti: un clan di calabresi e pugliesi attivo nel Milanese e nel Comasco è stato sgominato dalla polizia, sei persone sono finite in galera, altre sono ricercate. Secondo gli inquirenti hanno tutte a che fare con i sequestri del bimbo svizzero Renzo Nespoli e dell'industriale di Appiano Gentile, Elio Fattorini. Anche se gli investigatori non lo confermano, è quasi certo che la banda, prima di cadere nella rete tesa dal dott. Pagnozzi, dirigente della Mobile di Milano, e del capo della Criminalpol di Torino, Montesano, abbia avuto il tempo di compiere ancora un delitto: l'uccisione del grossista di carni di Bovisio Masciago, Luigi Galbiati, freddato l'altra sera a raffiche di mitra a pochi passi da casa per essersi ribellato a uomini mascherati che volevano rapirlo. Tra gli arrestati figurano due « capi » della malavita milanese: Giuseppe Scravi- glieri, 30 anni, ed Alessandro Zuccaro, 29 anni. Amici per la pelle, hanno percorso tutte le tappe del crimine, dal furto, alla rapina, al tentato omicidio. Nell'autunno '72 tornarono per l'ennesima volta a San Vittore, accusati di aver finito a colpi di pistola una prostituta dalle parti dell'Idroscalo. Scraviglieri venne condannato; per un po' stette buono in cella ma l'agosto scorso evase dal carcere di Erma. Dicono adesso gli investigatori: « La malavita meneghina recuperò un pezzo da novanta ». Meno denso il passato degli altri componenti del clan, finiti dietro le sbarre. Rocco Lanzalotta, 44 anni, non ha mai raggiunto grande notorietà nel mondo del delitto; Maria Pia Calvani, 34 anni, residente a Sesto S. Giovanni, via Marzabotto 245, fino a ieri era sconosciuta in questura. Ignoti alla giustizia anche gli altri due arrestati, i coniugi Antonio e Rosa Fullone, 31 e 30 anni, abitanti a Torino in corso Vercelli 19. Nel loro appartamento, na- scosto in un armadio, gli agenti del dott. Montesano hanno trovato un pacco contenente 160 milioni provenienti dal riscatto di Elio Fattorini. Renzo Nespoli venne sequestrato il 15 gennaio alla periferia di Como, fu rilasciato dopo 10 giorni di prigionia, il padre ha sempre sostenuto di non aver pagato una lira. L'industriale fu « prelevato » da un commando armato, il 3 marzo, ad un paio di chilometri dal luogo dove era stato rapito il bimbo; per la sua libertà, la famiglia pagò 600 milioni, la notte di S. Giuseppe. I banditi lo abbandonarono sulla tangenziale Ovest di Milano, nello stesso punto dove avevano rilasciato anche il piccolo Nespoli. « Analogie che ci misero subito in sospetto — racconta il dott. Pagnozzi —. Inoltre, eguali per tanti particolari risultarono le descrizioni che della cella diedero il ragazzino e l'imprenditore. Era la conferma che i due rapimenti erano opera della stessa organizzazione ». Iniziano le indagini. La settimana scorsa arriva dalla questura di Pavia la « dritta » giusta: i malvimenti sono a Milano e a Torino. A poco a poco, con pazienza, la Mobile e la Criminalpol, d'accordo con i colleghi di Torino e Como, riescono a mettere insieme le tessere del mosaico. Ieri sera l'operazione entra nella fase cruciale. Gli agenti irrompono nel bar di viale Sarca 73 e sorprendono Giuseppe Scraviglieri e Rocco Lanzalotta: entrambi hanno in tasca banconote del riscatto Fattorini; sotto la cassa è scoperto un arsenale, cinque mitra, sette lupare, pallottole a chili. Nello stesso momento, a Sesto San Giovanni, vengono arrestati Alessandro Zuccaro e Maria Pia Calvani. Nell'appartamento della donna si trovano altri milioni pagati dai Fattorini ed una borsa da tennis che corrisponde (per fattura, colore, forma, decalcomanie applicate su un lato), a quella notata da Renzo Nespoli durante la prigionia. Appare probabile ohe sia il bimbo sia l'industriale siano stati segregati in quell'alloggio. Forse non è un caso che, durante la «latitanza» dei due, la Calvani abbia sempre abitato in albergo a che i vicini non l'abbiano mai vista nei dintorni. Da Alessandro Zuccaro ai Fullone il passo è breve. Il nome del malvivente non suona nuovo ai marescialli Patera e Di Stella, della Criminalpol di Torino. Accertamenti fulminei: risulta che una sorella, Rosa, vive nel capoluogo piemontese. Per tutta la notte il dott. Montesano cerca di scovare dove sia la sua abitazione. All'alba gli sforzi sono coronati da successo. Il maresciallo Mare irrompe nel piccolo alloggio di corso Vercelli 19, con il collega Rizzo. « Ma che cosa volete da noi? ». domanda, spavaldo, Antonio Fullone, e la moglie gli dà man forte nelle proteste. Ma ammutoliscono quando il dottor Montesano estrae da un cassetto del canterano un pacco. « Me l'ha dato mio fratello, venuto a salutarmi da Milano domenica scorsa con un amico. Non so che cosa contenga ». Quando apprende che nel pacco ci sono ben 160 milioni Rosa allarga le braccia sconsolata. Claudio Giacchino