Arrestati marito e moglie: avevano 160 milioni del riscatto versato per un industriale di Como

Arrestati marito e moglie: avevano 160 milioni del riscatto versato per un industriale di Como Fanno capo a Torino i tentacoli più profondi della piovra dei rapimenti? Arrestati marito e moglie: avevano 160 milioni del riscatto versato per un industriale di Como L'ostaggio (Elio Fattorini, rapito il 2 febbraio ad Appiano Gentile) non è ancora stato liberato - I coniugi, entrambi operai, abitano in c. Vercelli - Le indagini della polizia tendono a rintracciare i punti di contatto tra i 17 sequestri avvenuti finora nella nostra città (da Toni Carello a Navone) e quelli delle altre città - Nei cantieri edili i "manovali" dell'organizzazione? Toni Carello e Giuseppe Navone, il primo e l'ultimo dei rapiti in Piemonte. Dal 3 gennaio '73 all'aprile '77, ben diciassette sequestri di persona. Se la nostra regione non ha il primato dei rapimenti, è comunque uno dei centri più attivi per la redditizia attività criminale. Polizia e carabinieri rilevano sempre più spesso che la piovra dei sequestri, estesa In tutta Italia, ha in Piemonte e soprattutto nella sua capitale, i tentacoli più lunghi e grafitanti. Una conferma è venuta anche ieri: parte del riscatto (160 milioni) versato per il rilascio, non ancora avvenuto, dell'industriale tessile comasco Elio Fattorini, rapito ad Appiano Gentile il 2 febbraio scorso, era nascosto in casa di una coppia arrestata l'altra notte nella nostra città. La somma, in banconote da cinquanta e centomila lire, è stata trovata in un alloggio di corso Vercelli 19, abitato dai coniugi Antonio Fullone e Rossa Zucca™, entrambi di 31 anni, lui operaio in una vetreria, lei operaia in un'impresa di pulizia. Quando nella notte s'è presentato nella loro casa il capo della Criminalpol, dott. Montesano, i due sono caduti dal mondo delle nuvole. Ha detto la donna: « Domenica scorsa è venuto mio fratello Alessandro. Non lo vedevo da molti anni perché so che era coinvolto in traffici poco chiari. Mi ha chiesto un favore, di tenergli un pacco, raccomandandomi di non farlo vedere a nessuno. Eccolo qui ». Dentro c'erano 1 160 milioni del riscatto Fattorini. Gli sviluppi dell'operazione, condotta dal dott. Montesano e dal capo della squadra mobile dott. Fersini, li diamo in altra parte del giornale. Ci si domanda: la prigione del Fattorini, ancora nelle mani dei banditi, è nella nostra città? La base operativa dell'organizzazione è all'ombra della Mole? Non è la prima volta che in Piemonte vengono pagati 1 riscatti per sequestri avvenuti in altre parti d'Italia. La prima parte della somma chiesta per la liberazione di Cristina Mazzoli:i, morta poi In tragiche circostanze, fu pagata sulla strada della collina che porta a Superga. I 750 milioni del riscatto dell'industriale calzaturiero di Ascoli Piceno, Mario Botticelli, liberato tre giorni fa, sono stati versati dal familiari in un paese del canavesano, Foglizzo. Dal diciassette sequestri avvenuti in Piemonte, gli Inquirenti hanno ricavato due dati interessanti. Primo: sei ostaggi appartengono al mondo dell'edilizia (Lavagna, Ceretto, Cagna Vallino, Ruscalla, Bongiovannl, Navone). Secondo: ben dieci rapimenti hanno colpito industriali residenti alla Crocetta. Dicono i carabinie¬ ri: « Di sicuro, tutti i sequestri di gente importante nel settore edilizio sono opera del racket che semina da anni il terrore tra gli edili. La banda è molto attrezzata, non lascia nulla al caso. Quando decide di far scomparire qualche impresario agisce a colpo sicuro, certa di poterne ricavare una grossa somma. I criminali sono ìnformatìsslmì sulle abitudini della vittima, sulla sua consistenza patrimoniale, sulla famiglia. Nei cantieri vi sono certamente uomini dell'organizzazione ». Dalle indagini sono emerse fitte trame tra mafia siciliana e calabrese. Ma in galera sono quasi sempre finiti i « pesci piccoli ». dTsdaimgspgpnvvppn CASO NAVONE — L'imprenditore edile e vice presidente del Torino è ancora sotto choc. La sua resistenza fisica è messa a dura prova, gli occhi continuano a laorimare, più volte al giorno i familiari sono costretti a chiamare il medico, di notte si sveglia di soprassalto. Il dossier sul suo sequestro, nelle mani della polizia, s'ingrossa di giorno in giorno. Si sono conosciuti altri particolari. Appena trasportato nella stanza-prigione, 11 dott. Navone è stato spogliato del suoi vestiti, gli hanno consegnato un pigiama, <c molto elegante » a suo parere. In un'occasione, credendo di non essere osservato dai custodi, hasuIl nesesicol'enererequtodiROvivimsc ha cercato di leggere l'etichetta sulla parte interna della giacca. Il carceriere, sempre con calzoni neri, maglione a girocollo nero, se n'è accorto. « No, dottore, cosi non va — gli ha detto con cortese fermezza — lasci perdere l'etichetta ». Un'altra volta Navone è stato colto in « flagranza di reato ». Cercava di palpare la parete della stanza per vedere di quale materiale era fatta. E' stato allontanato con una battuta di spirito dal carceriere. SEQUESTRI RUSCALLA E ROSSO — Secondo indiscrezioni, vi sono le prove che i due sono vivi. Sono Infatti più di cinque mesi e mezzo che Adriano Ruscalla, impresario edile, è nelle mani del rapitori. Oltre quattro mesi sono trascorsi dalla scomparsa dell'industriale Romano Rosso. I banditi non hanno alcuna Intenzione di mollare sulle loro Iniziali richieste di riscatto, né sono rimasti impauriti dai recenti mandati di cattura contro una decina di persone legate al clan dei Facchineri e dei Racca. Con questi arresti e con altri riguardanti il sequestro Bongiovannl, gli inquirenti erano convinti di aver tagliato la testa del serpente. Ci si accorge adesso di aver colpito soltanto la sua coda. Ezio Mascarino Guido J. Paglia (Vedere altro servizio a p. 9) Rosa e Antonio Fullone, i coniugi arrestati in corso Vercelli. Il dott. Montesano, capo della Criminalpol esamina il denaro sequestrato