Alco battuta e ora incriminata di Giorgio Barberis

Alco battuta e ora incriminata L'inconsulta ira dei tifosi danneggia la squadra Alco battuta e ora incriminata «Perché non scendete anche voi a bordo campo?»: ecco una frase apparentemente innocua, tanto più perché pronunciata da un distinto signore, e che pur tuttavia ben esemplifica lo stato di tensione che si va creando, sempre più spesso in occasione di partite di basket. Quando il dr. Roberto Bonetti, presidente del comitato regionale emiliano, ha rivolto questo invito mancavano non più di cinque minuti al termine di Alco-Jugoplastika, finale di Coppa Korac, ed il clima era parecchio teso. Destinatari erano un gruppo di exagitati, pseudo tifosi dell'Alco, già fattisi notare per aver lanciato una bottiglietta di vetro nella gradinata sottostante, per fortuna senza colpire nessuno. Non vogliamo discutere la buona fede del dr. Bonetti il cui intento era probabilmente soltanto quello di creare un clima ancor più «caldo» intorno alla squadra e agli arbitri, nel tentativo di aiutare la formazione bolognese protesa in una disperata rimonta, però poco prima l'arbitro francese era stato raggiunto da un oggetto non identificato (aveva minacciato di sospendere la partita). A fine incontro c'è poi stata prima un'autentica «caccia all'uomo» a danno dello stesso direttore di gara Mainini e quindi un assalto al pullman che trasportava la formazione jugoslava. I tifosi dell'Alco purtroppo non sono nuovi a certe «imprese»: il 6 marzo dopo la partita casalinga con la Forst, in cui la squadra bolognese era stata battuta, dai ponti che sovrastano la tangenziale di Bologna gettarono contro un pullman di tifosi canturinl, alcune pietre procurando la rottura del cristallo a fianco del guidatore. Fu una fortuna che ci fosse stato soltanto qualche ferito in quanto un simile gesto avrebbe potuto avere ben più terribili conseguenze. Adesso toccherà alla Fiba comminare la punizione all'Alce per l'intemperanza dei suoi tifosi. Ma intanto a farne le spese potrebbe essere stasera la Girgi impegnata a Belgrado nella finalissima di Coppa dei Campioni: come reagiranno infatti i tifosi jugoslavi nei confronti di una squadra italiana dopo che una loro formazione è stata tanto maltrattata? Intorno alla Girgi rischia questa sera di esserci un clima tutt'altro che favorevole, tale da poter danneggiare anche gravemente la squadra di Gamba. A pagare la brutta esperienza potrebbero essere, oltre alla Girgi, i più incolpevoli: non ultimi gli organizzatori genovesi, con in testa l'attivissimo Tanelli (encomiabile è stato il suo prodigarsi per calmare gli animi e per proteggere tanto i direttori di gara quanto giocatori e dirigenti jugoslavi), che tanto stanno facendo per dare al capoluogo ligure II grande basket e che ora rischiano di ritrovarsi addosso una nomea perlomeno, scomoda. Rimane l'Alco, intesa come squadra e non come teppisti al seguito. Gli uomini di McMilIen anche contro la Jugoplastika sono stati splendidi per la determinazione j con cui sono scesi in campo battendosi per tutta la partita. Nettamente sfavoriti dal pronostico, profondendo ogni energia hanno saputo quasi annullare il divario di classe e di esperienza esistente tra loro e gli avversari. Dopo aver lasciato sul parquet ogni briciola di energia sono usciti dal campo sconfitti nel punteggio (84-87), ma solo in questo: per il resto si sono dimostrati degni di disputare una finale europea. Purtroppo al loro disperato forcing finale sono mancati sia Léonard sia Bonamico, entrambi messi fuori gioco dai falli cosi come 10 era stato fin dal 18' del primo tempo 11 play-maker jugoslavo. Rato Tvrdic, giunto ormai verso la fine della carriera ma sempre ordinato e preciso nel suo gioco: l'unico vero sbandamento la Jugoplastika l'ha avuto dopo il suo quarto fallo quando senza di lui per oltre 3', non è riuscita ad andare a canestro imbrigliata dalla «zona» dei bolognesi in cui il sostituto Tudor non riusciva a far filtrare con efficacia il pallone. Infine il discorso sugli arbitri che coinvolge direttamente la Fiba dalla quale sarebbe lecito attendersi maggiore tutela nei confronti delle manifestazioni da essa stessa organizzate. A livello europeo i direttori di buon valore sono pochi, è indubbio: ma non si capisce come mai non vengano utilizzati almeno per le partite più importanti. Tra semifinali e finali abbiamo finora assistito ad arrembaggi penosi, autentici «contentini» per rappresentanti di nazioni cestisticamente meno evolute. Per restare alla partita di martedì lo spagnolo Buenaventura quasi mai si è fatto notare (se non per alcune decisioni tese chiaramente ad ingraziarsi gli animi del pubblico) ed il francese Mainini ha palesato la sua incapacità a tenere in mano le redini dell'incontro: ne sono così scaturite alcune decisioni che hanno scontentato tutti contribuendo ad accendere gli animi. L'aggressione subita dal francese (cui un cazzotto ha spaccato il labbro) è stato l'amaro epilogo della manifestazione la cui premiazione non ha neppure potuto avere luogo per evitare il verificarsi di incidenti più gravi. Il belga Wandel, commissario Fiba, ha preannunciato un duro rapporto e non è escluso che l'Alco possa venir squalificata. Egual sorte potrebbero subire gli organizzatori genovesi cui viene imputato di non essere tempestivamente intervenuti, accusa questa che viene rivolta anche alla forza pubblica. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Belgrado, Bologna