E' ucciso dai rapitori sotto gli occhi del figlio di Gino Mazzoldi

E' ucciso dai rapitori sotto gli occhi del figlio Continuano in tutta Italia le sanguinose imprese dei sequestratori E' ucciso dai rapitori sotto gli occhi del figlio La vittima è un commerciante di carni di 45 anni - Ha cercato di opporre resistenza ai banditi ed è stato fulminato sulla sua auto con una scarica di lupara (Dal nostro corrispondente) Milano, 6 aprile. Luigi Galbiati, grossista di carni a Bovisio Masciago, ieri sera nel tentativo di sfuggire ad un sequestro, è stato colpito a morte dai banditi che hanno sparato anche contro il figlio accorso in suo aiu:o. E' deceduto nel corso della notte dopo 7 ore di agonia. Il drammatico episodio ha suscitato una nuova ondata di indignazione e spavento in tutta la zona: non più tardi di 10 giorni orsono, infatti, proprio a poca distanza dall'abitazione di Luigi Galbiati, era stato ucciso a scopo di rapina il gioielliere Giuseppe Villa che aveva a sua volta tentato di opporre resistenza ai banditi. Non è da escludersi che si tratti della stessa banda. Per questo gli inquirenti stanno setacciando l'intera Brianza ed effettuano controlli in ogni ambiente sospetto. Luigi Galbiati, aveva 45 anni ed era assai nato in tutta la zona: col suo lavoro era riuscito a creare a Bovisio Masciago una awiatissima azienda per il commercio delle carni con sede e magazzini in via Tolmino 33, dove lavorano una ventina di dipendenti. Il grossista, una decina di anni orsono, si era fatto costruire una grande e moderna villa in via Donizetti, alla periferia del paese, a pochi chilometri di distanza dalla sua ditta. Ogni giorno percorreva il breve tragitto a bordo della sua « Jaguar » spesse volte in compagnia della moglie Angela Somaschini di 43 anni, da Seregno. Ieri sera concluso il lavoro verso le 20 ha fatto ritorno a casa da solo. Quando la grossa vettura si è fermata davanti alla villa di via Donizetti 6 e il commerciante ha azionato il dispositivo elettronico che apre il cancello, è scattato l'agguato. In quel momento nella stretta e male illuminata via Donizetti che corre parallela alla statale dei Giovi non passava nessuno. Un individuo incappucciato, improvvisamente è balzato davanti alla «Jaguar» interrompendo il raggio di luce dalla fotocellula, contemporaneamente si sono fatte avanti altre tre persone, tutte col volto coperto da passamontagna rossi e arancioni: impugnavano una doppietta a canne mozze e un Winchester. Il commerciante intuendo quanto stava per accadere, ha prontamente azionato l'alzacristalli elettrico ed ha aperto lo sportello del cruscotto per afferrare la pistola che teneva sempre con sé. I banditi si sono accorti della mossa e senza alcuna esitazione hanno sparato alla cieca alcuni colpi a lupara che hanno mandato in frantumi il lunotto posteriore della vettura. Luigi Galbiati si è girato di scatto e a sua volta ha esploso tre colpi di pistola: un attimo dopo, il commerciante, raggiunto da un proiettile in testa e da uno al fianco destro si è accasciato sul sedile. La sparatoria ha fatto sobbalzare il figlio Adolfo di 21 anni, che attendeva il padre per la cena. Il giovane è corso fuori ed ha appena fatto in tempo a scorgere una «Bmw» che si allontanava a tutta velocità e dalla quale partivano verso di lui numerosi colpi di arma da fuoco: la «Jaguan> del padre era ferma col motore acceso davanti al cancello chiuso. Il giovane, visto il padre sanguinante ha tentato di aprire le portiere, ma non è riuscito perché erano bloccate dall'interno. Senza esitazione il giovane si è infilato nell'abitacolo dal lunotto col vetro infranto dalla sparatoria, ha spalancato una portiera ha fatto salire la madre e si è messo al volante per portare il padre che rantolava al vicino ospedale di Desio. Attraversando la strada di Bovisio si è trovato bloccato dalle sbarre di un passaggio a livello chiuso: ha suonato disperatamente per farsi aprire, poi ha deciso di sfondare lo sbarramento col muso della potente vettura. «Forse — ha detto oggi ai giornalisti Adolfo Galbiati — quei pochi minuti al passaggio a livello sono stati fatali. Mio padre probabilmente sarebbe morto egualmente ma anche pochi minuti sarebbero stati preziosi)). All'ospedale di Desio i medici si sono subito resi conto della gravità della situazione ed hanno fatto trasportare il commerciante all'ospedale di Niguarda. Purtroppo non c'è stato nulla da fare. Il figlio Adolfo con le lacrime agli occhi ha detto: «Non cerco vendetta, tanto mìo padre non me lo restituirà, più nessuno. Voglio solo giustìzia se è ancora possibile in un Paese dove fatti del genere accadono tutti i giorni». Adolfo Galbiati aveva interrotto gli studi e lavorava col padre. Era partito per il servizio militare un mese e mezzo fa ma da parecchi giorni era tornato a casa in convalescenza a seguito di un delicato intervento chirurgico: «Quando ho sentito gli spari — ha raccontato il giovane al sostituto procuratore della Repubblica dottor Minna che conduce le indagini — ero in soggiorno con mia madre. Sono uscito subito; ho udito altri spari: i colpi erano diretti contro di me. Sono vivo per miracolo. Ho solo fatto in tempo a vedere una Bmw fuggire: a bordo c'erano 4 persone». Nella villa dei Galbiati, una grande costruzione moderna a due piani, gli ingressi sono sbarrati dalla grande cancellata in ferro battuto. Nel giardino con betulle, pini e magnolie è stato visto solo il ragionier Angelo Perretta, direttore contabile dell'azienda: « Luigi Galbiati — ha detto — non temeva di essere rapito. Aveva solo paura delle rapine dopo l'esperienza del 20 dicembre 1971 quando venne aggredito e malmenato negli uffici della ditta da 4 rapinatori che lo avevano percosso incrinandogli 4 costole e se ne erano poi andati con un bottino di 100 milioni. Da allora circolava armato. Era un uomo deciso. Anche sei anni fa quando rimase vittima per la prima volta dei banditi, nonostante il dolore per le botte si era gettato all'inseguimento dei malviventi con una 1100, ma era stato costretto a desistere per la nebbia. Chissà cosa deve aver provato ieri sera quando si è visto circondato da quelle canaglie ». Le indagini sono subito scattate a vasto raggio e nelle prime ore di stamane sono state fermate due persone trovate in possesso di armi e carte d'identità in bianco. Gino Mazzoldi

Luoghi citati: Bovisio Masciago, Italia, Milano, Seregno