Sequestro De Martino: attentato politico Messaggio Nap, indagini anche a destra di Francesco Santini

Sequestro De Martino: attentato politico Messaggio Nap, indagini anche a destra Sequestro De Martino: attentato politico Messaggio Nap, indagini anche a destra II messaggio è stato telefonato al "Giorno" di Milano da Sesto San Giovanni: è una specie di parola d'ordine da trasmettere in televisione per i Nap di Napoli - Centinaia di telefonate sono state però ricevute in tutt'Italia, alcune da parte di gruppi estremisti di destra - E' la prima volta nella storia della Repubblica che si colpisce un personaggio politico così in vista, e proprio nella città dove il malessere è più intenso - De Martino: "Tenere i nervi saldi" - Commosso incontro con Nenni - Domande e risposte con il capo dell'Antiterrorismo, Santillo, che dirige l'inchiesta (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 6 aprile. A Napoli, per la prima volta nella storia della Repubblica, hanno rapito un uomo politico. Dopo i fatti di Roma e di Bologna, la geografia incerta della tensione eversiva si sposta al Sud. Nella capita- II Nap messaggio Milano, 6 aprile. Alla redazione del quotidiano « Il Giorno » è pervenuto nel tardo pomeriggio il seguente messaggio dei Nap: « Questo messaggio, che deve essere ripetuto testualmente al TG1 delle 30,30 rappresenterà il segnale necessario affinché 1 nostri compagni di Napoli procedano all'invio delle richieste addebitate come contropartita in merito al rilascio del De Martino ». Questo è il testo: « Noi, nuclei armati proletari di Sesto San Giovanni rivendichiamo la piena paternità politico-militare dell'arresto del De Martino, puntello della ristrutturazione neocapitalista internazionale. Ci assumiamo indi tutte le responsabilità determinate "via al rosso", ripeto "via al rosso". Se da questo messaggio verrà asportata anche una sola virgola vi dovrete assumere tutte le responsabilità in merito alla incolumità del De Martino ». (Ag. Italia) le del malessere meridionale si osa ancora di più. La sfida è al Paese, e si attende di conoscere con certezza da dove viene la minaccia. Comunicazioni telefoniche contraddittorie tra Roma, Firenze, Napoli e Milano attribuiscono ai Nuclei armati proletari il sequestro di Guido De Martino. Ma c'è incertezza: altre valutazioni potrebbero indirizzare su piste diverse, quelle di una estrema destra votata al terrorismo. L'indagine è in pieno corso: le informazioni, rare. Si sa però che gli investigatori analizzano «con interesse» la parola d'ordine «via al rosso, via al rosso» lanciata dai Nap di Sesto S. Giovanni per far conoscere le «contropartite» per il rilascio di Guido De Martino. Si vuole colpire, nel segretario della Federazione socialista di Napoli, figlio di uno dei leader storici della sinistra italiana, il sistema democratico. Ma la risposta è ferma. E' venuta stanotte da Francesco De Martino: «Raccomando a tutto il Paese, ai partiti politici e ai sindacati di non perdere la testa, per non esasperare questo disegno odioso di chi ha interesse a far crescere la tensione». E' una dichiarazione della notte, a due ore dal rapimento. E oggi, dodici ore più tardi, quando a Napoli è rimbalzata la notizia di una prima telefonata dei Nap, De Martino non ha avuto incertezze: «Nap o I altri — ha detto — è la stessa cosa. Ma nessuno può più credere che questi gruppi eversivi appartengano alla sinistra»». A guidare l'inchiesta c'è il capo dell'antiterrorismo, mandato dal ministro dell'In* terno, Cossiga. In Prefettura il dottor Santillo ha dichiarato: «Per ora ogni ipotesi è va- j lida: vedremo se alle comuni- — cazionì telefoniche dei Nap farà seguito un volantino, come è nelle loro abitudini. Sino ad ora abbiamo fatto va rie ipotesi». Domanda: « Ritiene che sarà chiesto uno scambio, per liberare De Martino, con un terrorista in carcere?». Risposta di Santillo: « Staremo a vedere; aspettiamo». «E' vero che state lavorando su un primo indizio, su una carta d'imbarco per un volo aereo?». Risposta: « Stiamo lavorando anche sulle informazioni che ci vengono dalla stampa». Ultima domanda al capo dell'antiterrorismo, che è teso, appare nervoso, e allontana con il dorso della destra i microfoni che gli si fanno attorno: «Perché davanti al portone di De Martino non c'era un servizio di sorveglianza?». Ad intervenire è il Questore di Napoli, Colombo, è lui che risponde con una nuova domanda: «Chi ha detto che non ci fosse?». Lo affermano in via Aniello Falcone, dicono che non c'è più la guardia al portone da quando De Martino ha lasciato la guida del partito. L'incontro con Santillo è finito. Gli inquirenti lasciano la Prefettura: piazza Plebiscito è invasa da cortei di disoccupati. Chiedono lavoro, gridano slogan, è la Napoli di tutti i giorni. Santillo viene richiamato in fretta. Torna indietro: le telefonate dei Nap rimbalzano in tutto il Paese. La prima a Roma, alla Re¬ de dazione di Paese Sera. Una voce di donna annuncia, alle 12,10: « Siamo i Nap, siamo stati noi a rapire De Martino. Ci faremo vivi ». La seconda telefonata è per 1*17nità di Napoli, alle 12,45. Voce d'uomo: k Siamo i Nap, siamo stati noi, no ai falsi comunisti ». Il redattore chietempo. La voce maschi¬ le ripete la stessa formula; poi chiude la comunicazione. Altra telefonata a Roma, questa volta al Messaggero. Arriva subito dopo il Telegiornale delle 13,30, smentisce tutto. « I veri nappisti siamo noi. Anche, noi — aggiunge — stiamo dando la caccia ai fascisti che hanno rapito De Martino. Per darvi prova della nostra serietà lasceremo in una cabina telefonica un messaggio scritto su una banconota del rapimento Costa ». Ma c'è una contraddizione: le Francesco Santini (Continua a pagina 2 in sesta colonna) Napoli. II professor Guido De Martino, tra il padre e la moglie nel giorno del suo matrimonio (telefoto Ansa)