La gente colpita dal gesto infame di Giuseppe Galasso

La gente colpita dal gesto infame La gente colpita dal gesto infame Come Napoli reagisce (Nostro servizio particolare) Napoli, 6 aprile. L'affluenza costante alla casa dei De Martino, un'affluenza che supera nella sua intensità e nel suo calore tutto ciò che è richiesto dalle convenienze sociali e dal cerimoniale politico, attesta da sola quanto profondi siano l'affetto e la stima che a Napoli circondano la famiglia del leader socialista. Semplicità del tratto, modestia del tenore di vita, pulizia morale sono termini che, nel caso dei De Martino, non sono dettati dalle circostanze; sono sentiti da tutti e da tempo. Nessuna iattanza, nessuna ostentazione. Nelle cronache italiane degli anni scorsi questo è stato spesso scambiato per grigiore passività, freddezza. In realtà, in queste case così semplici, in questi uomini di una bonomia così ritrosa vivono passioni profonde e tettaci, affetti solidi e radicati, convinzioni corpose. Ora che l'ala di una circostanza drammatica li sfiora, i De Martino mostrano questi loro tratti in una luce sempre discreta, ma con contorni ancora più netti. Si è parlato e si parla molto, da un po' di tempo, di «napoletanità». I De Martino ne esprimono una delle facce meno consuete. Forse ancne per questo — oltre che per l'affetto e la stima di sempre — l'impressione in città è così forte e solleva reazioni così diffuse di commenti e di discorsi di ogni tipo. E' degno di nota che la gente, più che chiedersi il perché, si chieda e chieda come andrà a finire. A loro volta gli ambienti locali denunciano una sensibilità e una prontezza inconsueta, e per primi gli ambienti sindacali. Le iniziative che si decidono nel primissimo pomeriggio attestano una preoccupazione di presenza che di solito non si riscontra. L'impressione che si ha nel partecipare all'incontro dei politici e dei sindacalisti è che essi tengano ancora bene in mano la situazione. Il nervosismo è, però, evidente. Alcuni tendo no. secondati dagli interlocutori più vari, a valutare l'avvenimento sullo sfondo particolare e drammatico della città. Ma la maggior parte ha una visione chiara delta situazione e la necessità di snapoletanizzare del tutto questo caso così rilevante finisce con l'apparire evidente a tutti. Inizio di una fase nuova nel deterioramento progressivo della nostra vita pubblica, già in corso da anni? Passaggio ad una condizione definitiva di «sud-americanizzazione»? Impossibilità di organizzare linee di azione e strategie che vadano oltre la necessità di fare immediatamente quadrato contro l'eversione? Questi e altri interrogativi, simili o affini, girano largamente nelle conversazioni e nei discorsi che si tengono nelle sedi più varie senza molte formalità. L'importante per tutti è di riacquistare fiato, di avere la possibilità di agire con una riconsiderazione più meditata del recente e del meno recente passato. Si capisce bene che, al di là della reazione emotiva, il corso della lotta politica non si ferma. La stessa unità di oggi è contesta di sentimenti e giudizi diversi. Si fa notare anche il proposito esplicito delle forze politiche e sociali di organizzare una risposta in proprio alla sfida degli ignoti militi di una causa a cui tutti, senza neppure sapere quale sia, istintivamente repellono. Lo Stato e i suoi organi, dicono i politici, facciano il loro dove re come è necessario, e con la massima energia; noi diamo prova che il tessuto democratico della nostra società si è magari ridotto ad essere sfi- lacciato e tenue, ma è ancora vitale, ha ancora energie da spendere. Lo Stato va intanto avanti. In prefettura e nelle altre sedi l'impegno, la preoccupazione, la percezione della gravità delle circostanze sono evidenti. E' evidente pure la cura di non affacciare ipotesi avventate e di evitare esibizioni senza senso. Intanto, mentre la folla degli sportivi si reca in massa allo stadio per la partita internazionale del Napoli, la città prosegue la sua attività pre-pasquale con una calma sostanziale e apprezzabile; e politici, giornalisti, amici napoletani e non napoletani, continuano ad affluire in casa De Martino. E' capitato a Napoli, vien fatto di concludere per ora; ma poteva capitare in qualsiasi altra città italiana. E qualcuno non rinuncia all'ipotesi che si tratti di un'azione non intesa a procurare scambi di persona o altri vantaggi a chi l'ha effettuata, bensì solo a dare un segno: un'azione dimostrativa, insomma, destinata a concludersi con più riflessi sul domani che sull'oggi. L'attesa, mentre il lungo tramonto primaverile si allarga sul Golfo, non cessa per questo di essere animata aa una tensione che non si scioglie, anche se appare ancora contenuta. Giuseppe Galasso

Persone citate: De Martino

Luoghi citati: Napoli