Termosifoni: in 5 mesi meno 11 % di gasolio di Sandro Doglio
Termosifoni: in 5 mesi meno 11 % di gasolio Gli italiani hanno fatto economia Termosifoni: in 5 mesi meno 11 % di gasolio (Dal nostro inviato speciale) Roma, 5 aprile. Per far fronte alle necessità sempre crescenti di energia in Italia, oltre ad aumentare le fonti attuali e a ricorrere a nuove centrali e su questo si innesca la violenta polemica sull'opportunità o meno di ricorrere all'energia nucleare per produrre elettricità — esperti e politici sperano che gli italiani evitino molti sprechi. Le proiezioni dei consumi nazionali di energia, in particolare di elettricità, prevedendo che nel 1985 ci sarà bisogno di una volta e mezzo dell'energia che consumiamo oggi, danno per scontati risparmi che altrimenti farebbero aumentare il fabbisogno di un buon dieci-quindici per cento. Per tutto l'inverno, dalla televisione, dalla radio, dai giornali, siamo stati inondati di ammonimenti e di inviti al risparmio, soprattutto sul riscaldamento delle nostre case: «Un grado in meno vuol dire più salute e tanto per cento in meno di spesa...». Ci hanno spiegato i quasi banali «trucchetti» con i quali era possibile contenere i consumi: non chiudere le tende davanti al radiatore del riscaldamento, aprire le finestre per pochi minuti soltanto («in dieci minuti si cambia tutta l'aria» ), e via di questo passo. Quali risultati pratici ha dato questa campagna per il risparmio? Gli italiani hanno davvero fatto economia? Se ne è discusso stamane a Roma al Ministero dell'Industria, nel corso di una tavola rotonda presieduta dal direttore generale delle Ponti di Energia, Giuseppe Ammassari. I risultati in cifre sono confortanti: in cinque mesi (da novembre a marzo) si sono consumati 18 milioni e 977 mila tonnellate di combustibile (gasolio, olio, petrolio, metano), rispetto alle 21 milioni ie 336 mila tonnellate di prodotti petroliferi utilizzate nello stesso periodo dell'anno precedente: qualcosa come l'undici per cento in meno. In particolare, tra le fonti di energia per riscaldamento, risulta essere diminuito soprattutto il consumo di petrolio e di oli, mentre si è consumato più metano e si è fatto maggiormente ricorso all'energia elettrica. Ma la campagna per il risparmio — da quanto è emerso nel dibattito al ministero dell'Industria — non pare essere la sola ragione del minor consumo complessivo di fonti calorifiche. Lo stesso prof. Ammassari ha ammesso che gli aumentati prezzi (si valuta mediamente un incremento del 40 per cento) e il miglior andamento delle condizioni ' climatiche, hanno contribuito a ottenere il risultato del risparmio. Nell'inverno 1976-77, infatti, sembra si sia registrata una temperatura media superiore di un grado e mezzo rispetto al 1975-76. Ulteriore contributo alla riduzione dei consumi per riscaldamento l'avrebbe poi dato il fatto che il prezzo del gasolio per riscaldamento è stato adeguato a quello del gasolio per autotrazione, inducendo chi — frodando il fisco — si riforniva alla cisterna di casa per il proprio camion o l'auto diesel a rivolgersi invece al distributore stradale. Poiché di risparmiare abbiamo comunque sempre ne¬ cessità, la campagna continuerà anche nei prossimi anni. Non ci saranno soltanto appelli alla buona volontà degli utenti, ma — tra l'altro, applicando una apposita legge — verranno stabilite norme precise per adeguare gli edifici in costruzione e per ristrutturare quelli esistenti, al fine di limitare al minimo le dispersioni di calore. Sandro Doglio
Persone citate: Ammassari, Giuseppe Ammassari
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