Trapiantati a due malati i reni di una bimba morta

Trapiantati a due malati i reni di una bimba morta L'intervento al Policlinico di Napoli Trapiantati a due malati i reni di una bimba morta (Dal nostro corrispondente) Napoli, 5 aprile. Commovente gesto di solidarietà umana: i genitori di una bambina di dieci anni deceduta sabato scorso in seguito ad un incidente stradale — dopo essere stata per due giorni in coma a causa di un irreversibile trauma cranico — hanno autorizzato il prelievo degli organi renali della loro piccina, permettendo in tal modo il trapianto. Sulla decisione dei familiari, il cui nome — per evitare qualsiasi forma di pubblicizzazione — viene tenuto rigorosamente nascosto, ha influito in modo particolare il fatto che un fratello della bimba è iscritto al quarto anno di medicina e che un suo zio è medico. I reni, asportati con tempestivi e delicati interventi chirurgici, sono stati trapiantati ad una donna madre di cinque figli e ad una ragazza che, per le loro condizioni di salute, erano costrette a sottoporsi tre volte alla settimana al trattamento di dialisi. Le due inferme — Giuseppina Mirone, di 38 anni e Maddalena Martino, di 13 — sono ora ricoverate in una stanza a raggi ultravioletti del secondo Policlinico della nostra Università: per scongiurare il pericolo che possano contrarle la benché minima infezione, sono tenute sotto costante controllo da una équipe di sanitari. Le loro condizioni sono buone, le funzioni renali sono riprese immediatamente; vengono sottoposte ad una intensa terapia per allontanare l'eventualità di alcune forme di rigetto. A compiere per la prima volta in Italia il contemporaneo duplice trapianto di organi è stato il professor Giuseppe Zanninì, direttore della seconda facoltà dì Medicina della nostra Università e direttore del Centro studi trapianti di reni, istituito da appena un anno al secondo Policlinico. La delicata operazione è stata resa possibile soprattutto dal tempestivo intervento dei rianimatori dell'ospedale pediatrico Santobono, dove era stata ricoverata la bimba in coma, che sono riusciti a far proseguire quelle manifestazioni biologiche, rilevabili soltanto attraverso gli appositi strumenti, necessarie per non far deperire gli organi da «espiantare». Le due inferme che hanno usufruito della donazione non sono state scelte a caso o per la gravità delle loro prognosi. Sono stati fatti accertamenti ed analisi per comparare le affinità biologiche tra la piccina ed un gruppo di ammalate, necessari all'esecuzione del trapianto. I «test» hanno permesso così di individuare in Maddalena Martino e Giu¬ seppina Mirone le pazienti più idonee. La tredicenne Martino si sottoponeva da oltre quattro anni al trattamento dì dialisi al centro del Santobono, ma le sue condizioni di salute erano quasi disperate, tanto che i medici le avevano dato due anni di vita. La Mirone, invece, era in dialisi da appena un anno. Il 6 aprile 1976 diede alla luce in un ospedale cittadino il suo sesto figlio, purtroppo già morto. In seguito al parto venne colpita da una grave forma di insufficienza renale ed era costretta a ricorrere tre volte alla settimana ad un rene artificiale. Il trapianto è cominciato sabato notte, quando il professor Zanninì, con la collaborazione dei chirurghi dell'ospedale pediatrico, ha prelevato i reni dalla bambina deceduta. All'alba, l'equipe di sanitari si è trasferita nella sala operatoria della seconda clinica chirurgica, dove era in attesa la piccola Martino. L'intervento si è protratto fino alle 7,15 e vi ha assistito il giovane fratello della sventurata donatrice. Mezz'ora più tardi, l'operatore ha eseguito il secondo intervento, che si è protratto fino alle 11. a. 1.

Persone citate: Giuseppina Mirone, Maddalena Martino, Mirone

Luoghi citati: Italia, Napoli