L'industria: "Il Piemonte deve essere fatto con noi,,

L'industria: "Il Piemonte deve essere fatto con noi,, Dibattito alla Fondazione Agnelli L'industria: "Il Piemonte deve essere fatto con noi,, Benadì e Mandelli molto polemici col vicepresidente della Regione Bajardi e con l'assessore Simonelli - La relazione svolta da Cominotti Man mano che passano 1 giorni la programmazione assume aspetti sempre diversi. Su di essa, prendendo lo spunto dal problemi Industriali hanno discusso Ieri alla Fondazione Agnelli nel terzo del sei incontri promossi da questo organismo e diretti dal dott. Paclnl, l'economiste Cominotti in veste di relatore, il vicepresidente della giunta regionale, Bajardi e il presidente dell'Unione industriale Benadl In sede di replica e, nella discussione, l'assessore al bilancio e programmazione Simonelli, il presidente dell'Anima e della Federmeccanica Mandelli, 11 consigliere regionale Alberton e altri. Ascoltatore attento, tra il pubblico, 11 presidente della Fiat, Agnelli. Dalla discussione è emerso un quadro globale che ha giustificato la definizione data da Alberton: « Programmazione significa calcolo di convenienza sulle risorse globalmente da investire ». Ma le Regioni, quali poteri hanno in tema di industria? Il confronto è aperto con lo Stato e se Cominotti ha elencato gli strumenti fondamentali che la Regione ha avuto o si è creati: istruzione professionale, localizzazione territoriale, aree industriali attrezzate, soprattutto la finanziarla « Finpiemonte » che deve essere di Indirizzo oltre che di incentivo, ha però conoluso: Tutto è condizionato alle scelte di politica economica e industriale a livello nazionale ». Ma quale significato possono avere, per esempio, le aree industriali attrezzate? « Non solo come riequilìbrio del territorio — spiega Simonelli — ma come rìsistemazione generale del tessuto industriale, sia di quello vecchio che va ristrutturato, sia del nuovo che deve nascere ». In quest'ottica Bajardi estende e complete l'elenco degli strumenti fatto da Cominotti e mette al primo posto i Comprensori che sono organismi di program¬ mazione e rientrano quindi nella grande attività di piano. Per una completa conoscenza delle risorse, delle necessità, delle possibilità, la Regione fa molto affidamento sul Centro di calcolo recentemente istituito in consorzio con l'Università e il Politecnico par 11 trattamento automatico dell'Informazione. Comunque tutti questi problemi non possono essere affrontati se non con la « collaborazione diretta con il mondo industriale ». Questa è la tesi espressa dall'lng. Benadl il quale ha affermato che « sviluppo o non sviluppo è una alternativa falsa; il Piemonte può solo svilupparsi, il non sviluppo significa recessione e crisi via via più grave ». Perché « senza crescita non si arricchisce il tessuto produttivo nazionale né all'interno dell'industria né con riferimento al terziario ». Si è domandato: « Qual è allora il quadro di riferimento necessario? ». Risposta: « E' l'indicazione del bacini di mano d'opera territoriamente disponibili e dei flussi migratori socialmente accettabili, area per area. Ma non un'indicazione astratta, bensì vissuta e concordata con l'industria nelle varie zone, tramite il ruolo rappresentativo che le associazioni territoriali industriali, riunite nella Federplemonte, possono esercitare, nell'indirizzo continuo delle scelte localizzative, rilocalizzative e di ampliamento delle aziende ». Ma come deve essere questa localizzazione? Secondo Mandelli « bisogna tener conto della vocazione locale »; non si può dimenticare la tradizione dell'auto per Torino, dell'utensileria domestica del Verbanese, del tessile a Biella. L'Intervento del pubblici poteri va visto nel senso dell'impegno per lo sbocco della produzione (« Si è fatto tanto chiasso sui 30 mila autobus ma non possono essere prodotti, perché nessuno li paga ») oltre che in quello di un impegno per la gestione i della mobilità e dell'adeguamento degli oneri del lavoro. Due esempi. A Borgone da anni ci sono operai a cassa integrazione air80°.b mentre intorno aziende cercano lavoratori e non 11 trovano. Oneri sociali: le grandi industrie pagano il 47%, le piccole imprese e gli artigiani meno, le cooperative nulla. « E' una forma di evasione garantita dalla legge ». La sostanza del dibattito è emersa ancora dalle parole di Benadl: « L'industria è di fatto, in una regione come il Piemonte, la massima determinante dei processi socio-economici, crea la maggior parte del reddito regionale, determina l'occupazione, esporta i suoi prodotti, sposta, con i suoi insediamenti, la popolazione sul territorio. E' quindi un fattore da usare razionalmente, non con vincoli e divieti, ma attraverso la collaborazione piena con le sue forme di rappresentanza organizzata ». d. garb.

Luoghi citati: Biella, Borgone, Piemonte, Torino