Turatello, rivale di Vallanzasca, arrestato a Milano: in una valigetta aveva 16 milioni di Gino Mazzoldi

Turatello, rivale di Vallanzasca, arrestato a Milano: in una valigetta aveva 16 milioni "Faccia d'angelo,, era ricercato da tempo per una serie di reati Turatello, rivale di Vallanzasca, arrestato a Milano: in una valigetta aveva 16 milioni Era introvabile da tre anni - La polizia sapeva che era a Milano dove dirigeva le sue bische - Stamane è stato visto salire su un'auto da due agenti che hanno dato l'allarme - Alcune "pantere" hanno bloccato le strade - Si è arreso senza resistenza - Era con un avvocato che è stato arrestato per favoreggiamento (Dal nostro corrispondente) Milano, 2 aprile. Francesco Turatello, detto «Francis», di 33 anni, noto negli ambienti della malavita come «Faccia d'angelo», uno dei boss del traffico di stupefacenti e delle bische clandestine di Milano e di alcune città della Lombardia, Piemonte e Liguria, è stato arrestato stamane dopo mesi di appostamenti. La polizia sapeva che il pregiudicato, colpito da parecchi mandati di cattura, per detenzione di armi, rapine, truffa, minaccia, traffico di droga e sospettato del rapimento dell'industriale bolognese Segafredo, era in città, ma non era mai riuscita a localizzarne il nascondiglio. A seguito degli ultimi episodi di banditismo la questura aveva organizzato uno speciale servizio di sorveglianza delle zone più malfamate della città. Squadre di agenti in borghese, opportunamente addestrati, hanno ricevuto l'incarico di frequentare locali e ritrovi dove in genere bazzicano i fuorilegge. Così stamane due agenti di questo nucleo Bruno Cippini e Eugenio Diazzi, mentre erano al Carrobbio nei pressi di via Torino hanno notato Francis Turatello mentre saliva su una «A 112» al volante della quale c'era un uomo di mezza età. I due agenti, hanno subito segnalato alla centrale la presenza del malvivente avvertendo che la vettura sulla quale si trovava stava imboccando via Torino diretta verso il centro: poiché la strada è a senso unico la «A 112» non avrebbe potuto far altro che arrivare in piazza del Duomo e di qui dirigersi o in piazza della Scuola o in via Dante. L'allarme veniva subito dato a tutte le pattuglie nella zona e poco dopo alcune volanti hanno bloccato all'inizio di via Dante la macchina. I due quando si sono visti circondati sono scesi tranquillamente dalla vettura e hanno esibito i documenti. Turatello ha mostrato una carta d'identità dalla quale risultava Francesco Motta commerciante mentre l'altra persona si è qualificata per l'avvocato Domenico Lombino consigliere comunale psi di Augusta (Siracusa). I due non erano armati, non hanno opposto resistenza e si sono lasciati docilmente trasportare in questura dove il capo della squadra mobile dott. Pagnozzi lì ha sottoposti ai primi interrogatori che si sono protratti per parecchie ore: in una valigetta del Turatello sono stati trovati 16 milioni e mezzo in contanti. Quando Francis Turatello e l'avvocato Lombino (quest'ultimo dichiarato in arresto per favoreggiamento) hanno lasciato gli uffici nei quali si trovavano per essere trasferiti a San Vittore, mentre stavano salendo sul cellulare si sono imbattuti nei giornalisti. «Non sono Vailanzasca — ha detto il boss della malavita — e non ho alcuna intenzione di dare spettacolo. Lasciatemi in pace perché non ho nulla da dire ». Francis Turatello nato ad Asiago, si trasferisce giovanissimo a Milano con la madre Luigia con la quale va ad abitare in via Brocchi 7. Va regolarmente a scuola, ma non si applica. Del futuro boss non si sa più nulla fino al 1965, quando la sua presenza viene segnalata nei locali notturni e nelle bische più malfamate della città. Il ragazzo era ormai diventato un giovanotto. Adorato dalle donne e temuto dai proprietari dei locali notturni diventa presto un piccolo boss, generoso e spietato a seconda delle circostanze. In una sala di viale Bligny muove i primi passi affascinato dai simboli della ricchezza: insegue le belle donne, le macchine lucenti, frequenta i locali più noti. Il 30 gennaio 1965, molto probabilmente dopo aver compiuto alcune rapine, viene sorpreso in viale dei Mille in casa dell'amante Anna Collotta: nascosto in un armadio i carabinieri trovano un vero e proprio arsenale, un mitra col calcio segato, quattro pistole e un centinaio di pallottole. Portato al comando di via Moscova rifiuta di parlare. Rimesso in libertà l'8 agosto 1966 è a Schaerbeek in Belgio assieme a Giancarlo Gariellani di 22 anni (morto qualche tempo dopo in un incidente stradale) dove riesce a mettere a segno una rapina ai danni della Krediétbank. Il colpo però gli va male e viene arrestato col suo complice. Se la cava a buon mercato: sei anni di carcere e l'espulsione. Viene imbarcato su un aereo diretto all'aeroporto di Milano-Linate: ma c'è nebbia e l'aereo scende alla Malpensa. Quando la polizia giunge sul posto per prendere in consegna il rapinatore il malvivente con un taxi era già tornato a Milano. Turatello riprende in mano le fila della sua organizzazione per il traffico della droga, ma nel giugno 1969, mentre è in vacanza a Rapallo viene trovato in possesso di hashish ed arrestato assieme a Luciana Lia Zenna. Breve permanenza in carcere poi di nuovo libero. Il 26 aprile 1971 compie la clamorosa rapina alla Stefer di Roma: bottino 150 milioni. Francis va a godersi la sua parte a Gastaad in Svizzera. La polizia scopre il suo nascondiglio, ma quando gli agenti vanno per arrestarlo, Francis riesce a fuggire. Rimane latitante fino alle 15,30 del 10 settembre 1971, quando viene finalmente acciuffato a Taormina nell'albergo dove proprio in quei giorni era sceso anche l'allora capo della polizia Angelo Vicari e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Torna in libertà nel gennaio del 1975 e da allora la polizia non è più riuscita a mettergli le mani addosso. Gino Mazzoldi Milano. Francis Turatello si nasconde il volto mentre viene condotto a San Vittore