Interrotte le trattative

Interrotte le trattative Interrotte le trattative Che cosa vogliono 180 mila portinai (Nostro servizio particolare) Milano, 31 marzo. (m. f.) Centottantamila custodi di stabili di tutta Italia sono in agitazione per il rinnovo del loro contratto di lavoro. La trattativa, a Roma, si è interrotta e i portinai hanno già effettuato una giornata di sciopero il 29 marzo scorso. Intendono lottare non per ottenere o mantenere privilegi corporativi, ma per raggiungere obiettivi che per tutte le altre categorie di lavoratori sono dati per scontati da anni: in primo luogo la garanzia della, retribuzione anche in caso di malattia. I portinai, infatti, sono gli unici lavoratori in Italia che, se si ammalano, devono provvedere di tasca propria a pagare un sostituto. Spiega Marino Camagni, segretario provinciale della Filcams, la federazione che tutela anche le guardie notturne e in generale gli addetti al commercio, turismo, mense e servizi: « Uno dei nostri obiettivi principali, oltre a quello di vedere tutelato il portiere in caso di malattia, come qualunque altro lavoratore, è il recupero di una professionalità della categoria. Mi spiego con un esempio: oggi spesso i portinai oltre al normale servizio di custodia fanno la piccola manutenzione dello stabile e la conduzione della caldaia, servizi che vengono liquidati con poche migliaia di lire date in modo ufficioso, praticamente una mancia. Invece — continua — questo tipo di lavoro deve essere riqualificato anche perché l'impegnare il custode in tutta una serie di lavori sullo stabile si tradurrebbe in un risparmio, in quanto le aziende specializzate sono più care e certo meno tempestive. Non ha quindi fondamento il ten¬ tativo della Confedilizia dì contrapporre inquilini a portinai sostenendo che il nuovo contratto di lavoro porterà grossi aggravi nelle spese condominiali». « Le rivendicazioni salariali sono minime (20-25 mila lire) — aggiunge Camagni — e puntiamo su altre cose. Vogliamo ad esempio eliminare il fatto che l'alloggio del portiere sia considerato una " quota stipendio ". Il lavoratore deve avere (in prospettiva anche se non subito) la possibilità di contrattare un affitto equo e di pagarlo prendendo i soldi da uno stipendio che sia a livello di quelli delle altre categorie ». La « base » intanto preme. Viene contestata la giornata di lavoro di 12 ore, si tenta di imporre la chiusura pomeridiana del sabato, si solleva il problema delle ferie (sono pagate, ma spetta al portiere di trovare il sostituto), si vuole l'applicazione del principio della giusta causa in caso di licenziamento. « danno in quel caso è doppio — fanno notare i sindacati — perché oltre al lavoro il custode viene a perdere tutto di un colpo, anche la casa ».

Persone citate: Camagni

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma