La riunione del consiglio di amministrazione di Renzo Villare

La riunione del consiglio di amministrazione La riunione del consiglio di amministrazione Cassa Risparmio di Torino positivi risultati nel '76 Utile netto di 3800 milioni di lire di cui 1900 erogati per beneficenze ai settori culturale, sanitario e sociale del Piemonte e della Valle d'Aosta; massa fiduciaria di 2750 miliardi di lire, con un incremento del 22 per cento sul 1975; aumento degli impieghi a breve, medio e lungo termine del 26,7 per cento globale che si porta al 37,8 per cento nei soli impieghi a breve con una massa di denaro pari a 700 miliardi di lire: questi i risultati principali raggiunti dalla Cassa di Risparmio di Torino nel 1976, illustrati ieri al Consiglio d'amministrazione dalla presidente dell'Istituto on. Emanuela Savio. Nella relazione la Savio ha ricordato le difficoltà economiche e monetarie in cui si è operato nello scorso anno ed ha tracciato una interessante panoramica congiunturale delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta. «Gli indicatori principali dell'attività economica — ha detto — non dicono che sia stata superata la crisi di struttura del nostro sistema, ma si Ha netta la sensazione che ci si avvìi verso una più efficiente mobilitazione delle risorse che consentirà, come per il passato, al Paese di superare le notevoli difficoltà del momento». Nelle condizioni in cui si è costretti ad operare «è difficile praticare una gestione ispirata ai principi della normale amministrazione, è necessario procedere ad aggiustamenti e mutamenti continui, in relazione alle evoluzioni ed ai perturbamenti del mercato». Tutto questo si ripercuote notevolmente sulla struttura organizzativa e sui costi generali di gestione. I risultati raggiunti sono, quindi, ancor più soddisfacenti: la raccolta sul mercato, anche se condizionata dalla erosione monetaria dei redditi e da una accesa concorrenza sui piccoli risparmi, è stata notevole: è aumentato in modo cospicuo il prestito del denaro nel settore produttivo. Questo incremento — ha fatto notare la presidente — fa parte di quello sforzo che l'Istituto ha condotto l'anno scorso per allargare la propria quota di mercato nel settore delle imprese. I risultati non si sono fatti attendere e il tasso di aumento è stato del 46,12 per cento sul 1975. Alla maggiore disponibilità di crediti si sono accompagnati altri interventi sia attraverso le partecipazioni che la Cassa di Risparmio ha in società di servizi e finanziarie, sia con un programma dettagliato per instaurare migliori condizioni di comunicazione e di collaborazione fra l'Istituto e le imprese. Di qui l'apertura e l'inizio di attività nelle sedi di rappresentanza di Londra, New York e Francoforte. Ai servizi bancari veri e propri se ne sono aggiunti altri di consulenza e di assistenza per la vita e la gestione delle imprese. E' proseguito l'impegno dell'Istituto nei confronti delle famiglie e degli Enti pubblici. Le famiglie — dice la relazione — hanno ancora una volta trovato nella Cassa l'assistenza e l'aiuto sia per l'utilizzo delle loro risorse monetarie, sia per le loro necessità (la raccolta del settore è stata più che soddisfacente, mentre la richiesta di crediti, pur aumentando, ha risentito delle variazioni negative nel reddito); agli Enti pubblici sono stati dati circa 550 miliardi, con un incremento del 22,8 per cento. «E un dato — ha concluso l'on Savio — che testimonia la no tevole sensibilità della Cassa di Risparmio ai gravi problemi della finanza pubblica e la disponibilità a sostenere finanziariamente gli enti al servizio della collettività». Molto interessanti alcuni dati sull'andamento del Piemonte e della Valle d'Aosta nel 1976 contenuti nella vasta relazione. La produzione industriale nelle due regioni è cresciuta del 13 per cento, ossia notevolmente più della media nazionale e questo ha determinato una drastica riduzione delle ore di cassa integrazione. L'utilizzo degli impianti si è attestato al di sopra dell'82 per cento della capacità globale, ma questo incremento non ha giovato alla produttività per il forte aumento registrato nelle materie prime. Il settore tessile ha registrato un incremento del 25 per cento e del 20 per cento circa quello chimico. Su livelli superiori alla media nazionale si è portato anche il settore dell'auto che continua a svolgere un ruolo traente per l'intera economia piemontese (anche se i risultati raggiunti non hanno permesso il completo ricupero dei livelli 73). L'edilizia, pur essendo ancora lontana da un effettivo rilancio, è migliorata rispetto al '75, ma l'occupazione del settore non si è ripresa per la crisi che ha investito l'edilizia non residenziale in flessione per circa il 35 per cento. Nel complesso il Piemonte e la Valle d'Aosta, il cui reddito pro-capite supera di circa il 20 per cento quello della media nazionale (del 36 per cento nella provincia di Torino), hanno registrato un livello di consumi superiore di oltre il 20 per cento a quello italiano, con una punta del 30 per cento per la provincia di Torino. Renzo Villare