Trigemino: non arrendersi di fronte a questo "calvario"

Trigemino: non arrendersi di fronte a questo "calvario"Trigemino: non arrendersi di fronte a questo "calvario" Ugo Delfino Inc. di Terapia Antalgica all'Università di Torino La nevralgia trigeminale pura, non rara nelle persone anziane, interessa il volto e si manifesta con dolore improvviso, violento, folgorante, unilaterale, con tipiche intermittenze. Tra una crisi e l'altra si hanno periodi di pieno benessere ma poi, all'improvviso, senza causa apparente (oppure durante la masticazione, a seguito di uno starnuto o al minimo contatto sulla zona potenzialmente dolente) il dolore, come una scarica elettrica, è di nuovo pronto a diffondersi in una parte del viso. Altre volte, invece, la sintomatologia è sfumata, con segni poco netti e con zone di patimento diverse, tanto che la diagnosi diventa difficile. La comune prospettiva, per questi pazienti, è un vero calvario a base di analgesici, tranquillanti, psicofarmaci, vitamine, antinevralgici, simpaticolitici, cortisonici, antinfiammatori e mille altri farmaci ancora. Quando si presentano allo specialista, sofferenti, pallidi, con una mano inchiodata alla guancia dolente, impediti nel parlare e deglutire, hanno ormai sperimentato ogni sorta di medicinali; ed il loro gesto è quello di aprire una borsa, piena zeppa di preparati: da cui non hanno ricavato nulla se non gastriti, ipersonnia, stati confusionali, leucopenia ed agranulocitosi. La nevralgia trigeminale pura trova vantaggio completo e duraturo solo nell'adeguata terapia chirurgica. L'etanolizzazione del ganglio di Gasscr è indicata nelle forme cronicizzate o che interessano le tre branche trigeminali, mentre il blocco selettivo periferico viene riservato alle forme iniziali che si manifestano con la sofferenza di una sola branca (primo, secondo ramo del trigemino). La natura della malattia è incerta: infettiva, tossica, meccanica, dismetabolica? La predilezione per i soggetti anziani, con note di arteriosclerosi, sottolinea l'importanza anche dei fattori vascolari. La tecnica dell'etanolizzazione del ganglio di Gasser è quella di Hartel, basata sulla infissione di un apposito ago, attraverso il forame ovale, nella fossa cranica. L'ago viene inserito sulla cute della guancia tre centimetri lateralmente all'angolo della bocca, a livello del secondo molare superiore, avanza progressivamente fra la branca montante della mandibola e la tuberosità della mascella, prende contatto con la faccia temporale dello sfenoide, per poi penetrare nel forame ovale (8-12 cm di profondità). L'ago viene quindi avanzato per circa 1,5 cm, Il controllo radiografico non è necessario; e la certezza di aver raggiunto la sede esatta si ottiene iniettando piccole dosi di anestetico ad effetto rapido e controllando quindi la sensibilità del territorio trigeminale. Successivamente si inietta 0,4-0,7 mi di alcool all'80 per cento: il ganglio di Gasser è bloccato, ha perso la sua I unzione, il dolore è scomparso. Il ricovero è brevissimo, l'anestesia (generale) di pochi minuti e, al risveglio, il dolore è definitivamente lasciato alle spalle. La tecnica è ancora quella del professor Achille Mario Dogliotti e poi del professor E. Ciocatto (più di 6000 casi trattati con esito positivo). Non si capisce bene perché questo procedimento che, in mani esperte, è privo di complicazioni, e che rappresenta un definitivo rimedio per la nevralgia trigeminale, sia così poco conosciuto. Di solito sono gli stessi pazienti, stanchi dell'implacabile dolore, prostrati e delusi dal loro dolente ed eterno isolamento, a scoprirlo, a voler tentare e, finalmente, a poter dire di aver trovato.

Persone citate: Achille Mario Dogliotti, Ciocatto, Hartel, Ugo Delfino