Studentessa si spara per delusione d'amore di Gino Mazzoldi

Studentessa si spara per delusione d'amoreA Legnano, con una rivoltellata al cuore Studentessa si spara per delusione d'amore (Dal nostro corrispondente) Milano, 29 marzo. Per una delusione d'amore una studentessa di 23 anni si è uccisa sparandosi un colpo di pistola al cuore. E' Elena Colombo, iscritta alla facoltà di lettere dell'Università di Milano ed abitante coi genitori in via Piace 2, a Parabiago, centro industriale nei pressi di Legnano. Il suicidio risale a mercoledì 23 marzo. Quella mattina Elena, tornata a casa in lacrime, senza dire una parola si era chiusa nella propria stanza. Il motivo: il suo fidanzato, nei giorni precedenti aveva espresso l'intenzione di lasciarla. Poco dopo il rientro della ragazza — e mentre i genitori e gli altri familiari stavano facendo colazione — si era sentito un colpo di pistola. Il padre, l'industriale Italo Colombo, 53 anni, aveva subito intuito quanto poteva essere accaduto. Raggiunta di corsa la camera della figlia, aveva bussato per farsi aprire e non ricevendo risposta aveva sfondato l'uscio. Elena, stesa a terra, rantolava. A pochi centimetri da lei vi era la pistola del padre, regolarmente denunciata. Veniva chiamato un medico da Milano ma per la studentessa, non c'era più nulla da fare: il proiettile le aveva spaccato il cuore. Accorrevano anche i carabinieri e il pretore di Legnano dottor Giambattista Francica per le indagini del caso che si svolgevano nel massimo riserbo. I familiari di Elena Colombo non vogliono parlare; gli amici e i conoscenti stretti continuano ad affermare che la studentessa è stata stroncata da un collasso cardio-circolatorio. Solo il pretore di Legnano, dottor Giambattista Francica, conferma la notizia del suicidio: «Esiste in tal senso — ha dichiarato — un preciso rapporto dei carabinieri. Non c'è nulla di segreto e tanto meno di misterioso. Non ho altro da dire». E' la seconda volta che la famiglia Colombo viene tragicamente colpita dal destino. La prima volta fu il 13 novembre 1961. Allora era titolare della grossa azienda Colombo — che fabbrica scarpe vendute in tutto il mondo — Eugenio Colombo coadiuvato dai due figli. Italo, padre di Elena, e Bruno. Quest'ultimo aveva 25 anni e ■si occupava dei rapporti con l'estero. In quel lontano novembre il giovane industriale aveva dovuto recarsi in Belgio e in Olanda per farsi pagare da alcuni clienti: riscossi. più di due milioni in Belgio era passato in Olanda. Al bar «Milano» di Amsterdam aveva incontrato Sergio Sguzzardi e Enrico Prisco, entrambi milanesi e pregiudicati che si facevano passare per studenti. Bruno Colombo aveva fatto amicizia con loro e per due giorni il gruppetto si era dato alla pazza gioia nei locali notturni. La mattina del 14 novembre l'auto dell'industriale di Parabiago venne trovata nei pressi dell'ambasciata italiana di Bruxelles: di Bruno Colombo nessuna traccia. Il fra¬ tello Italo, immediatamente partito per l'Olanda, con tenacia indescrivibile era riuscito a rintracciare la pensione dove i due vivevano e a segnalare i loro nomi all'Interpol. Il cadavere di Bruno Colombo venne trovato qualche tempo dopo sepolto in un bosco: l'industriale era stato ucciso a colpi di pistola ed erano spariti tutti i soldi che aveva riscosso in Belgio ed in Olanda. Le indagini avevano permesso di accertare che il delitto era stato commesso dallo Sguzzardi e dal Prisco successivamente arrestati a Boma in seguito ad una rapina. Gino Mazzoldi