La "Passione'' di Bach diretta da Victor Leeson
La "Passione'' di Bach diretta da Victor Leeson Per l'Unione Musicale, all'Auditorium della Rai La "Passione'' di Bach diretta da Victor Leeson Per l'Unione Musicale, il Coro Guinness di Dublino e la New Irish Chamber Orchestra diretti da Victor Leeson hanno riportalo a Torino, dopo molti anni di assenza, la Passione secondo Giovanni di Bach: occasione resa ancora più preziosa dal prossimo avvento (il 2 maggio) della Passione secondo Matteo, confronto sempre utile per sondare la «personalità» dei due capolavori. La moderna critica bachiana (la grande triade Dùrr, Neumann, Dadelsen, oltre ad Arthur Mendel che ha dedicato tutta la vita allo studio della Johannes-Passion) ha distrutto poco per volta l'immagine delle due opere come entità autonome e contrastanti: le Passioni di Bach appartengono piuttosto ad un unico bacino magmatico, già attivo nei giovanili anni di Weimar, che avrebbe dato origine alle due grandi opere attraverso un lento processo di scambi, migrazioni interne di singoli brani, assestamenti progressivi. Ma è pur vero, anche se quasi surreale, che i vari brani una volta accostati si sono cementati per virtù propria in una solidissima unità, affermata da una fitta rete di analogie e corrispondenze di organismi minori; e va anche detto che il volto caratteristico delle due opere si fonda su ragioni essenzialmente musicali, non di adesione generica allo spirito dei due testi evangelici (basti la presenza nella Passione secondo Giovanni di due episodi tolti da Matteo, il pianto di Pietro e il terremoto, del tutto estranei per il realismo dei particolari dal tono giovanneo). La Passione secondo Giovanni ha infatti un che di rapido, di violento, di sperimentale, confermato dalla prevalenza di cori d'azione sulle arie (solo 8), a differenza della solenne e più quieta campitura della Matteo. Questo tono di pulsante vitalità era quasi sempre assente nella realizzazione offertaci dal complesso irlandese; non sono tanto le smagliature tecniche che contano (evitate nelle celebri edizioni discografiche a prezzo di comodi tagli, toppe, raschiature), quanto la mancanza di calore, di fermentazione, di individuazione tipologica. Se alla fervida sensibilità di Schweitzer, nelle convulse figurazioni del coro Kreuzige (Crocifiggi) pareva di vedere le braccia alzate della folla, qui, nonché le braccia, neppure le voci prendevano quota con la dovuta efficacia; inoltre, una certa indifferenza rendeva un po' troppo simili espressioni tra loro così di¬ verse, come i solenni cori-fuga e i cori di scherno, come la monumentale pagina d'apertura e quel prodigioso grottesco che è il coro dei soldati giocanti ia sorte sotto la croce. Nel gruppo dei solisti solo il tenore Frank Patterson (l'evangelista) era di classe superiore; sicuri tecnicamente il soprano Irene Sandford e il contralio Bernardette Greevy, veemente, ma talvolta a scapito della qualità vocale il basso William Young nella parte di Cristo. Le indubbie doti di impegno di tutto il complesso hanno riscosso un successo crescente da parte del pubblico che ha affollato l'Auditorium della Rai; e l'ultimo corale è stato replicato dopo le insistenti acclamazioni. Giorgio Pestelli Piccolo Regio — Oggi alle 17,30 Lidia Palomba concluderà il ciclo delle audizioni discografiche dedicate alle sinfonie di Beethoven nel 150° anniversario della morte. La manifestazione è dedicata alla IX sinfonia. Università popolare — Stasera alle 21, in via Principe Amedeo 8, Aurelio Tornasi Morgano parlerà su problemi e fenomeni parapsicologici.
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