"Nazione,, valdese e lo Stato

"Nazione,, valdese e lo Stato MINORANZE "Nazione,, valdese e lo Stato (Dal nostro inviato speciale) Torre Pellice, 28 marzo. In questi giorni, in varie parti d'Italia, sono in tanti a discutere sull'iris, ossia sull'Unità locale dei servizi, una nuova struttura democratica messa al servizio della collettività. Dietro le tre fredde lettere della sigla si nasconde una grossa innovazione: il decentramento alla periferia delle prestazioni sociali, assistenziali e sanitarie ai singoli cittadini. Le Regioni hanno già pronte parecchie proposte per concretizzare lUls, e in questo periodo se ne discute in maniera capillare. Un convegno sull'Unità locale dei servizi s'è tenuto pure a Torre Pellice, nel cuore della piccola nazione valdese. L'incontro di sabato e domenica scorsi ha assunto un particolare interesse proprio per la sede storico-geografica in cui s'è svolto. Discutere sui servizi sociali, suggerire proposte, affrontare nuove tematiche democratiche è cosa abituale fra questi monti. C'è un motivo. I valdesi, circa 15.000, vivono nelle valli Pellice, Germanasca e Chisone da oltre quattrocento anni. Sono un gruppo omogeneo reso tale dalla persecuzione religiosa dei cattolici, uno stillicidio di sangue e di violenze che in nome della fede s'è accanito su questa piccola comunità, falcidiandola. Per tanti anni questo gruppo «diverso» è stato chiamato il ghetto valdese. Ma come avviene in tutte le comunità emarginate, anche per i seguaci di Pietro Valdo s'è formata una salda coscienza di gruppo che oggi si dimostra puntuale ad ogni appuntamento democratico. Uno di questi è appunto la discussione sull'Unità locale dei servizi, una proposta di decentramento che trova impreparati parecchi altri italiani. «Per noi l'Unità locale — dice l'avvocato Ettore Bert, comunista, presidente della Comunità montana Val Pellice — è un modo per esprimere la nostra democrazia già allenata da anni di decentramento». Le valli valdesi, infatti, sin dagli Anni 50 usufruivano del Consiglio di valle, un organismo sociopolitico di eccezionale importanza per le decisioni comunitarie. «Ora — prosegue Bert — siamo alla ricerca di un metodo valido per rendere effettiva mente operanti le Unità sociali. Ritengo che la loro gestione vada affidata alla nostra Comunità montana, sempre ovviamente sotto il controllo regionale». Un ruolo importante per concretizzare questi organismi assistenziali è svolto dalla Chiesa valdese. Qui è un clero d'avanguardia che spes so s'è scontrato con il conservatorismo cattolico. I pastori valdesi, sempre eletti in assemblea dalla base, da anni portano avanti un discorso di interventi sociali. Parliamo con Alberto Taccia, pastore a Luserna San Giovanni, all'imbocco della Val Pellice. «Noi siamo pronti — dice — a mettere a disposizione del nuovo organismo tutta la nostra esperienza in campo sodale. E non certo per boria ma sicuri di compiere un servizio all'intera comunità. E' vero, prima ci avevano relegati in un ghetto culturale, ma noi abbiamo dimenticato e perdonato. Sono convinto che qui, nella Val Pellice, l'esperimento dell'Uls vada a buon fine grazie alla nostra consolidata democrazia». Ad Angrogna, una delle roccaforte valdesi, il pastore Platone coadiuvato dal collega Gerire, ha organizzato un foyer per anziani, ossia un ritrovo pubblico per ospitare in comunità i vecchi dei casolari durante i lunghi inverni della valle. Inoltre, già da anni e primi in Italia, i valdesi hanno istituito l'assistenza domiciliare, uno dei punti base della nuova Unità locale dei servizi. Prosegue il pastore Taccia: «Portare il nostro contributo non significa appropriarci di una crociata subdola e meschina nel confronti dei colleghi cattolici. Nella nuova Uls ci saranno amministratori degli schieramenti politici democratici; tuttavia riteniamo che anche noi, praticanti valdesi, possiamo svolgere un ruolo importante». Dunque, da una piccola valle del Piemonte può nascere una valida collaborazione tra una minoranza etnica e lo Stato: al di là di ogni gretto campanilismo. Il discorso è di estrema importanza poiché è proprio di questi giorni la battaglia di alcuni gruppi politici per fare attuare pienamente gli articoli 3 e 6 della Costituzione italiana laddove si parla di una tutela delle minoranze linguistiche. I valdesi, perciò, hanno un valido strumento politico-amministrativo per diventare i portabandiera delle aspirazioni dei gruppi etnici « diversi » che popolano la contrade della Penisola. Sono oltre due milioni e mezzo sull'intero territorio: dunque una minoranza consistente. Da Torre Pellice può nascere il loro riscatto. Edoardo Ballotte

Persone citate: Alberto Taccia, Edoardo Ballotte, Ettore Bert, Platone

Luoghi citati: Angrogna, Italia, Luserna San Giovanni, Piemonte, Torre Pellice