Controllo sui medici sono tutti laureati? di Franco Giliberto

Controllo sui medici sono tutti laureati? Dopo l'arresto di tre sanitari Controllo sui medici sono tutti laureati? Gli ordini professionali, su consiglio del magistrato, controllano gli elenchi - A Pavia una tipografia stampava i falsi certificati (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 25 marzo. Il giudice è ritornato nell'Università che lo ha laureato, ma non per una visita sull'onda dei ricordi giovanili: all'ateneo pavese il dott. Luciano Scalia, sostituto procuratore di Vercelli, oggi è venuto in veste di inquisitore. Lo accompagna il maresciallo dei carabinieri Timoteo Piga, sottufficiale che ha arrestato tre falsi medici e che affianca il magistrato fin dall'inizio dell'inchiesta sulle lauree fasulle. Orlandino direttore amministrativo dell'Università, Del Giudice, capo delle segreterie, cercano come possono di collaborare « a fini di giustizia ». Riserbo sugli accertamenti. Spaventa l'ipotesi che i certificati falsi, di cui si son serviti gli studenti arrestati per « esercitare » in ospedale, siano più di quattro o cinque. Il truffatore che li procurava in cambio di centocinquanta-trecentomila lire non ha nome. Nelle loro confessioni i tre arrestati hanno descritto una persona giovane, forse uno studente fuori corso; ma le puntualizzazioni hanno discrepanze tali da far pensare che il traffico di lauree false fosse in mano a più individui. Poiché son passati quattro anni dall'acquisto delle lauree senza che — fino alla scorsa settimana — si scoprisse la truffa, è ragionevole ritenere che il commercio di certificati sia continuato. Se è così, da Caltanissetta a Trento, nelle migliaia di ospedali italiani, potrebbero esser sparpagliati centinaia di falsi-medici. Il dott. Scalia dice: « Per quanto riguarda Vercelli abbiamo suggerito all'ordine professionale di cominciare una revisione (mi risulta già in corso) degli iscritti. Al Sant'Andrea ci sono altri 26 medici laureati a Pavia e in città numerosi generici che sono usciti da questa università. Ma un pensierino bisognerà fare anche su altri professionisti, in modo da rassicurare l'opinione pubblica e fugare sospetti, che magari si riveleranno senza fondamento ». L'invito è stato raccolto dall'Ordine dei medici di Torino. Il presidente, dott. Danilo Poggiolini, ha chiesto la verifica degli iscritti, limitatamente alle lauree pavesi più recenti. Il prof. Luigi Passaretti, presidente dell'Ordine di Milano, sta facendo fare lo stesso controllo. Si ha notizia di ana¬ loghe iniziative in cartiere a Genova, Piacenza, Parma, Mantova, Alessandria, Biella, Cuneo. Gli inquirenti hanno appurato che le lauree false erano compilate su moduli simili a quelli dell'Università di Pavia. Alcune lievi differenze grafiche rispetto agli originali indicano però che gli stampati provengono da una tipografia clandestina. Anche i vari timbri sarebbero stati fabbricati apposta per portare a termine la truffa. Questa è la maggiore novità della giornata, assieme alla notizia che gli altri 26 medici del Sant'Andrea « sono risultati tutti regolarmente laureati a Pavia». Quanto ai risvolti « umani » della vicenda, il cronista ha raccolto la testimonianza di una persona molto vicina agli arrestati (dei quali qui sotto tracciamo i profili: lo svelto, il mite, il bravo) che per discrezione non desidera essere nominata. « Sono tutti sposati, con giovani donne e il loro ménage era sereno fino a qualche settimana fa, anche se sapevano della spada di Damocle sul capo. L'opinione pubblica si chiede come possano essere arrivati a tanto. Vi dò una sintetica spiegazione. Le famiglie, tutte rispettabilissime, li mantenevano agli studi. "Come va l'università? ", chiedevano genitori e fidanzate. Loro, in arretrato con gli esami, hanno cominciato a dire un giorno di aver superato anatomia, un altro istologia. Il cumulo di bugie sugli esami mai dati alla fine era grosso. " Sì presto daremo la tesi ", dicevano ai familiari. E poi il passo peggiore, il bluff portato all'estremo limite, con l'acquisto delle false lauree. A questo punto i parenti dicevano: "Beh? Non vi cercate un lavoro? ". I tre ragazzi si presentano all'ospedale, sono assunti. Hanno la tremarella in corpo, ma continuano il gioco d'azzardo. Come per una droga psicologica, nel vortice delle bugie non sono più liberi. Alla fine ricevono persino elogi. Pensano dì poter continuare all'infinito, forse. E la bugia goliardica si incancrenisce, non ha più la " perdonabilità " d'un tempo, diventa un boomerang che vola e vola ha fatto il suo gran botto, tornando a Vercelli ». Franco Giliberto

Persone citate: Danilo Poggiolini, Del Giudice, Luciano Scalia, Luigi Passaretti, Orlandino, Scalia, Timoteo Piga