Piemonte, un bene da salvare

Piemonte, un bene da salvare Piemonte, un bene da salvare Il 4 aprile ci sarà un dibattito al Circolo della stampa (corso Stati Uniti 27) aperto a tutte le categorie e associazioni, per la difesa dei beni culturali o II concetto di patrimonio culturale nazionale s'è dimostrato ormai insufficiente, costretto nei limiti di un romanticismo risorgimentale. Il concetto di patrimonio culturale regionale è soltanto geograficamente più ristretto, il sistema in cui rientra, se modernamente inteso, può avere un raggio internazionale ». Questo l'autorevole giudizio del critico d'arte Giulio Carlo Argan, sindaco di Roma sulla delega che lo Stato ha dato allo Regioni per la dilesa del beni culturali. Lunedì 4 aprile alle ore 21 nelle sale del Circolo della stampa di corso Stati Uniti 27 politici, amministratori pubblici, universttari, giornalisti e rappresentanti di tutte le categorie che « fanno cultura », discuteranno di questi problemi in un incontro sollecitato dalla Regione Piemonte. Lo scopo co¬ mune è di definire, attraverso la pluralità delle voci, la linea di condotta da seguire per una efficace politica culturale. Net programmi della Regione Piemonte c'è l'intenzione già dichiarata di « affrontare globalmente ed organicamente, per quanto è di sua competenza, il problema dei beni e delle attività culturali proponendo nell'ambito della programmazione regionale un disegno di leggequadro che regoli la materia ». A questo scopo si darà il via ad una raccolta di dati sui beili culturali a livello regionale e ad una loro catalogazione « utilizzando un metodo che serva a coinvolgere la popolazione e a realizzare il decentramento ». In altre parole, adottare un principio che da tempo si sintetizza in un termine: partecipazione. L'appello è quindi rivolto al mondo della cultura, all'università ed alla scuola, a enti ed associazioni culturali e scientifiche, religiose, giovanili, sportive, e del tempo libero, agli amministratori, agli storici, ai partiti, sindacati ed organi di informazione. Lasciato da una parte l'ormai polveroso concetto di patrimonio culturale come bene di élite la nuova legge dovrà al contrario preoccuparsi di estendere questi « privilegi » olla comunità tramite la collaborazione di tuttt t cittadini quali possibili fruitori. Per riprendere il pensiero di Argan: « Non si vogliono più proteggere i singoli oggetti come un tesero accumulato nel tempo, ma l'integrità, la vitalità profenda d'un contesto di cultura che ovviamente non può ammettere distinzioni fra città, contado e campagna ed e, invece, cultura tipicamente territoriale ».

Persone citate: Argan, Carlo Argan

Luoghi citati: Piemonte, Roma