Zac: dieci giorni di riposo il medico: "Poi si vedrà"

Zac: dieci giorni di riposo il medico: "Poi si vedrà"Smentita la voce di malattia diplomatica Zac: dieci giorni di riposo il medico: "Poi si vedrà" Il segretario de vorrebbe concludere la conferenza organizzativa il 3 aprile, ma le sue condizioni sono aggravate da stress (Dalla redazione romana) Roma, 22 marzo. Zaccagnini non sta bene, i medici gli hanno consigliato una decina di giorni di riposo, poi si vedrà. Egli vorrebbe almeno concludere, qualora non vi potesse partecipare, la conferenza organizzativa, il 3 aprile. "Ma è tutto incerto. Poiché le sue condizioni sono aggravate da stress, si è recato a casa sua a Ravenna, dove la moglie tiene lontano i visitatori e blocca le telefonate. Da tempo Zaccagnini appariva affaticato, tanto che il medico lo aveva sconsigliato di recarsi a Torino per la prima conferenza dei lavoratori democristiani dell'industria, ma era un impegno troppo importante per il segretario della de, che si propone il rinnovamento e intende riportare il partito alla sua base popolare: e non volle mancare. Sabato sera alle 21, dopo l'incontro con il cardinale, era stato invitato da un gruppo di giovani del Sermig: avrebbe dovuto parlare, ma i giovani compresero che gli sarebbe costato troppo e spontaneamente aprirono un breve dibattito per non costringerlo a pronunciare un discorso. Domenica mattina al teatro Alfieri i presenti poterono constatare come salta va più pagine della relazione che si era preparata. Zaccagnini avrebbe dovuto guidare la delegazione de nell'incontro di questa mattina con Andreotti e domani con i socialisti: non potendo, egli da Torino ha indicato il suo pensiero: concordare tra tutte le forze politiche un programma di governo. Ancora questa mattina c'era chi parlava di «malattia politica»: la segreteria di qualche partito ha fatto cauti sondaggi. Nessuna malattia diplomatica, ma malanno vero che i medici tengono sotto controllo. Nella de tutti confidano che in un periodo più o meno breve Zaccagnini torni alla sua attività: il partito nuovo che faticosamente si sta costruendo, soprattutto in periferia, si riconosce nel segretario uscito dal congresso. Sarebbe per la de una grave preoccupazione dover pensare a cambiare il segretario in un momento così incerto della sua vita e della vita del Paese. I radicali sospendono il digiuno per 7 giorni Roma, 22 marzo. Le adesioni all'appello in sostegno al digiuno radicale per la riforma degli agenti di custodia — informa un comunicato del pr — continuano a pervenire numerosissime. L'appello era stato lanciato giorni fa da Giorgio Benvenuto, Bernardo Bertolucci, Camilla Cederna, Bruno De Finetti, Umberto Eco, Giacomo Mancini, Carlo Ripa di Meana, Ignazio Silone, Umberto Terracini. Circa 200 personalità del mondo politico e culturale hanno dato la loro adesione in questi giorni. In risposta all'appello che, oltre a sollecitare l'accoglimento delle richieste radicali sulla riforma degli agenti di custodia invitava i digiunatori a sospendere la loro protesta, Adelaide Aglietta, segretaria nazionale del pr, Gianfranco Spadaccia, Pino Peitrolucci, Walter Vecellio, Emma Bonino, Eugenio Rollo, al 73esimo giorno di digiuno hanno dichiarato: «In segno di doverosa riconoscenza ai promotori e ai firmatari di questo appello, pur dovendo constatare che il governo e i partiti hanno invece perfino abbandonato i loro a lungo proclamati obiettivi di riforma, anziché passarne all'attuazione, così come intendevano sollecitarli, da oggi e non per oltre 7 giorni abbiamo sospeso il digiuno. Ci auguriamo che di qui ad allora anche gli altri destinatari dell'appello saranno indotti a riflettere e ad accoglierlo». Benigno Zaccagnini

Luoghi citati: Meana, Ravenna, Roma, Torino