Il pci: "Un governo di nuovi equilibri,,
Il pci: "Un governo di nuovi equilibri,, Conclusioni del congresso Il pci: "Un governo di nuovi equilibri,, "L'astensione non può essere eterna" - Intanto si chiede ad Andreotti "maggiore incisività" SI spengono 1 riflettori sul 16° congresso provinciale comunista. Renzo Gianotti segretario uscente è stato appena riconfermato, dopo l'approvazione all'unanimità della mozione politica e l'elezione dei 471 delegati alla prima assise regionale della storia del pel che si svolgerà dal 15 al 17 aprile al teatro Nuovo. La « grande mobilitazione » si esaurisce all'interno del palazzotto « Le Cupole » di via Artom, esce all'esterno, si proletta sulla città. Riecheggiano le parole della mozione Anale: « Con lo sciopero del 1S marzo ancora una volta la classe operaia ha dato un possente segnale al governo ed all'intero Paese della sua volontà di salvaguardare l'ordine costituzionale e di imporre l'avvio del processo di trasformazione economica, per uscire dalla crisi che travaglia la nostra società e per determinare una più adeguata direzione politica del Paese ». I comunisti torinesi sono cioè convinti che « nessuna strategia della tensione, nessun uso della provocazione o della rabbia qualunquistica di gruppi di giovani disorientati o strumentalizzati, potranno avere ragione della volontà unitaria delle grandi masse dt lavoratori ». Nel sottolineare la « presenza concreta » del pei sulle piazze, nelle fabbriche, nella società, i dirigenti torinesi, esprimono la loro soddisfazione per un congresso che ha ribadito la funzione « di lotta e di governo » del partito. Chi chiede al pei un'autocritica, un riconoscimento degli eventuali errori del passato, chi vorrebbe un superamento delle teorie di Gramsci e di Togliatti si sente rispondere con le parole di Berlinguer: « Gramsci e Togliatti rimangono i nostri grandi maestri. Senza il loro contributo decisivo di pensiero e di azione, la nostra politica di oggi non sarebbe nemmeno nata (...). Ci sentiamo dunque in diritto di invitare i compagni, i giovani soprattutto, ed anche alcuni uomini di cultura ad andarsi u leggere le pagine di Gramsci e di Togliatti: per apprendere da loro non solo le cose che hanno scritto, ma anche il metodo che serve a comprendere e interpretare, da rivoluzionari, la storia che cammina, la realtà che si trasforma ». Questo concetto a Torino è stato Interpretato con un appello al governo ad essere più incisivo, per consentire ancora una astensione ad Andreotti, Indispensabile a salvaguardare 11 quadro democratico. Nessuna acquiescenza quindi « al regime democristiano », ma tensione per superarlo con « nuovi equilibri fondati sull'intesa tra tutte le forze democratiche ». Ed ecco la strategia del pei che, partendo dal congresso, trova la sua sede naturale negli enti locali, dove, come ha detto 11 sindaco Novelli, è necessario porre un freno all'attuale disaggregazione. Ecco la consapevolezza di una situazione economica e politica estremamente grave. « La nostra proposta — affermano i comunisti — riveste carattere di estrema urgenza. Dalla crisi si può uscire, non se il pei ritorna ad una opposizione che lascerebbe irrisolti tutti i problemi, ma con la sua diretta partecipazione ». Di qui discende l'atteggiamento della classe operala: dalle vertenze sindacai! nei grandi gruppi (Fiat ed Olivetti), alla riconversione Industriale con « la saldatura tra la lotta degli occupati e dei disoccupati, tra il Nord ed il Sud, tra gli operai e i giovani e le masse femminili ». Giuseppe Sangiorgio
Luoghi citati: Torino
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