Saper spendere La cara genuinità

Saper spendere La cara genuinità Saper spendere La cara genuinità Un viticoltore e produttore di vino accusa i consumatori dicendo: "Voi favorite le frodi" Le frodi nel vino sono tutt'altro che rare. Lo dimostrano i sequestri operati dal Nucleo Antlsrfisticazlonl dell'Arma dei carabinieri e le denunce che arrivano all'onor della cronaca. Sull argomento scrive Franco Pressunda di Bubblo. « uno dei tanti viticoltori-produttori di vino nella zona tipica delle colline di Alba ». La sua è esperienza, viva, personale. Forse scottante, visto che esordisce con una constataziona amara: ■ La frode del vino è anche favorita dal consumatori ». • Alla vendemmia — scrive — se tutto va bene, ricavo uva pregiata e da questa buon vino ». E' già una soddisfazione. Ma il viticoltore aggiunge: « 0nestamente devo dire che questo vino nasce con costi di produzione piuttosto elevati che non quadrano affatto con I prezzi correnti di mercato ». E qui sta l'inghippo: il consumatore cerca II risparmio, il produttore, onesto, cerca un ricavo onesto, ma se il prodotto genuino e di qualità costa caro, che cosa beve il consumatore che lo paga « a prezzo corrente »? Spiega II lettore: » // mio vino, In altre parole, non regge alla concorrenza di certi vini offerti In commercio al prezzo dell'acqua minerale. Il costo di vino di " succo d'uva " viene in genere calcolato sulla base del costo di produzione dell'uva o del suo valore alla vendita. Nelle zone tipiche collinari come quella di Alba l'uva al momento della raccolta è molto richiesta e molto ben pagata, soprattutto dal privati consumatori, che volendo garantirsi contro " cattivi " acquisti si fanno II vino In casa. Devo riconoscere che fanno bene, perché le frodi esistono e dì " vlno-non di uva " In commercio ce n'è fin troppo ». Per convalidare la sua denuncia Franco Pressenda ricorda « irruzioni del Nas o del medico provinciale In "covi" dove si sta fabbricando vino sintetico " del bastone ", usando Ingredienti poco raccomandabili come alcol denaturato, sangue di animali, coloranti chimici vietati in enologia, ecc. ». Soltanto nel 1976 sarebbero stati sequestrati oltre 120 mila ettolitri di vino adulterato e certamente c'è sempre qualcuno (forse più d'uno) che tlesce a farla franca e a far arrivare al consumatore merce sofisticata. * Conseguenze In caso di scoperta sono: chiusura temporanea dallo stabilimento, arresti, sequestri, denunce, processo, una gran pubblicità sul giornali. E quando la ditta riesce a ria¬ prire I battenti, guarda caso, aumenta le vendite ». Il che, se è vero, significa una cosa sola: che i consumatori non soltanto non hanno palato, ma neppure occhi, orecchi ed intelletto andandosi a rifornire da chi ha subito una denuncia per merce fuori legge, che — oltre a tutto — non giova certo alla salute. Continua il lettore vignaiolo: • Oggi troppi producono e vendono vino; chi lavora una vigna e produce vino genuino è sempre meno difeso. Anche meno compreso, lo mi accorgo che soltanto una piccolissima parte di consumatori pretende qualità pagandola II giusto prezzo. Tutti gli altri ripiegano con leggerezza sul cosiddetto " vino da battaglia ", venduto a buon mercato magari anche all'angolo della via. Presa dalla parte del portafogli, questa schiera di consumatori favorisce lo smercio In massa di una produzione sulla cui genuinità c'è molto da dubitare ». In questo modo, inconsapevolmente, i consumatori favoriscono le frodi. Ma perché II vino genuino costa caro? Risponde il lettore: « / viticoltori che fanno di uva vino lavorano nelle campagne a livello artigianale, se pur con grande maestria, e ne producono appena qualche centinaio di brente l'anno, per una clientela amica, selezionata ed esigente. £' un vino II cui prezzo finale è alto, ma più che giusto e sudato. Quindi, dato il costo già troppo elevato, si rende necessaria la vendita diretta, che soltanto una forma di " agrlturlsmo ", dal podere alla mensa del consumatore, potrebbe permettere ». I risultati sarebbero due: qualità garantita pei II consumatore, compenso giusto per il coltivatore. E' una amicizia nuova che occorre incrementare. Piccola posta * Da Rivoli la signora Rita Mloso ci prega di darle un consiglio sulla cura della psoriasi che le tormenta II cuoio capelluto. CI spiace deluderla, ma non diamo mal suggerimenti di carattere medico. Deve rivolgersi ad un dermatologo. Le ricordiamo comunque che la saggezza del vecchi chiama la psoriasi < malattia della salute », un eufemismo per dire che chi ce l'ha è sano e che di psoriasi raramente si guarisce. In quanto non se ne conoscono ancora con esattezza le cause. Simonetta

Persone citate: Franco Pressenda, Franco Pressunda, Rita Mloso

Luoghi citati: Alba, Rivoli