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Block-notes Block-notes GIOVANNI SPADOLINI Poche sere fa, a Milano. Processo per il museo: il Piccolo Teatro è pieno, più che per uno spettacolo teatrale di avanguardia. 11 mondo degli appassionati d'arte, a vario titolo e per varie investiture, si mescola ai giovani contestatori, ai ribelli dell'Accademia di Brera, stanca eco di una contestazione che conobbe a Milano ben altre asprezze, ben altre tensioni. Ci sono i curiosi, i maniaci, i protestatari per definizione. Un po' intimidite, e quasi appartate: talune signore dell'alta società milanese, fedeli al museo come tempio, contrarie a ogni dissacrazione. L'iniziativa è stata presa da Franco Russoli, l'instancabile soprintendente di Brera, sotto gli auspici della Fondazione Rizzoli ma sul « test » concreto di una mostra eccezionale aperta quasi in sordina a Brera alla vigilia di Natale: la mostra che tende a « processare » il grande complesso museale nel momento slesso in cui esalta, al di fuori degli schemi convenzionai.', ìa interdisciplinarietà fra opere d'arte, libri, fotografie, oggetti di arte minore. Una svolta, quale solo un uomo dell'ingegno e della cultura di Russoli, il meno burocratico fra tutti i nostri soprintendenti, poteva immaginare e realizzare (e con carattere quasi ufficiale, proprio nella settimana dei beni culturali, a esaltazione e conferma della nuova amministrazione unitaria per tanti anni attesa, invano!, da soprintendenti e direttori di biblioteche e archivi). Il paesaggio storico di Brera rivisitato, al di fuori di ogni « cliché », canonico. 1 quadri di Pier della Francesca affiancati alle copie, o ai rifacimenti, di Guttuso. Le pale d'altare mescolate con le loro caricature. 1 ritratti famosi affiancati ai disegni dei bambini (Bruno Munari, con l'estrosità che lo distingue, ha creato una sezione di Brera per i fanciulli, la scoperta delle tecniche, la conquista dell'arte come giuoco). Le opere ricuperate col racconto minuzioso dei procedimenti di restauro. Le fotografie di fine Ottocento, dell'Italia fra umbertina e giolittiana, come apporto alla storia del costume. Gli originali della biblioteca Braidense confusi con pezze malinconiche ma illuminanti di archivio. Obiettivo fondamentale: denunciare il museo come ricovero, come ospizio. Respingere una concezione oligarchica ed « elitaria » delle raccolte d'arte, ripiegate e quasi chiuse in se stesse. Introdurre anche nella cultura italiana i germi di quel dibattito sul « museo vivo » che è in corso da tempo nella cultura europea ed americana più avanzata: un museo raccordato con la società, aperto alla scuola (ma non con le visite guidate, una volta l'anno). Mi hanno pregato di moderare l'incontro, come ex-ministro costituente dei Beni Culturali (« Ma cosa può lare un ex-ministro? » domanda un ragazzo, uno dei primi ad intervenire). Brera è stata un banco di prova fondamentale, per quell'esperienza. A giugno del 74, la chiusura di Brera decisa da Russoli, seguita da quella del Museo Egizio promossa da Curto a Torino, confermò che si era varcato ogni limite di guardia per lo stato di abbandono e di dissoluzione del patrimonio culturale del Paese. Come presidente della commissione senatoriale che si chiamava, e si chiama ancora, delle « Belle Arti », aderii all'iniziativa dei soprintendenti contestatori e ribelli. Il discorso si sposta sulla « grande Brera »: il progetto di rivitalizzare l'intero quartiere, attraverso un ricupero puntuale dei luoghi manomessi o falsificati. L'aggettivo « grande » suscita perplessità nella sala del Piccolo Teatro, ma non solo in quella. Si teme una politica di magniloquenza culturale, si paventa un brivido di Malraux. Russoli deve difendersi; e non gli è difficile. Nelle obiezioni che gli sono mosse, l'avanguardismo sociologico si mescola con una buona dose di dannunzianesimo. «Salviamo almeno il museo come mito, salviamo il salvabile »: urla un artista che pure attacca ls multinazionali, che introduce note di sinistra extraparlamentare. Come sempre il ribellismo si fonde e talvolta si confonde con la retorica. E la nuova retorica non è migliore dell'antica.

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino