Come Washington guarderà Roma di Vittorio Zucconi

Come Washington guarderà Roma Gli Usa e il "caso italiano,, Come Washington guarderà Roma (Dal nostro corrispondente) Washington, 19 marzo. Arriva in Italia, lunedì prossimo, il nuovo ambasciatore americano a Roma, Richard Gardner. Ha 50 anni, due figli, una moglie italiana nata da un industriale veneto profugo del fascismo, Daniele Luzzatto. Per assumere il suo nuovo incarico, la prima ambasciata assegnata da Carter, egli lascia una cattedra universitaria a New York, un passato di intellettuale «a pendolo» fra governo e docenza, molte buone amicizie nei più alti posti di governo, e un Paese dove il 10 per cento d'inflazione all'anno sembra una catastrofe e 12 musulmani neri armati sembrano una rivoluzione. Sbarcherà in una capitale dove, più che il profumo dei «pini di Roma», è facile avvertire i gas dei lacrimogeni. Il suo compito è rappresentare un'America nuova e convalescente in un'Italia che con gran pena si cerca, e ancora deve vivere i suoi Vietnam di piazza e le sue Watergate parlamentari. Si dice di lui che sia un uomo molto ambizioso: quando l'abbiamo visto partire sembrava soprattutto un uomo molto preoccupato. Conosce l'Italia e molti italiani, per aver frequentato luna e gli altri intensamente. Sa che ogni suo silenzio potrà essere misurato come tacita approvazione, ogni parola come potenziale interferenza. Ha detto, durante la cerimonia del giuramento alla Casa Bianca, che cercherà di applicare un proverbio veneziano insegnatogli dalla moglie: « Prima de parlar tasi ». Ma qualcuno l'ha già accusato di aver parlato troppo, per due interviste al TG2 e a La Stampa e nessuna a giornali di destra. Telefonò dall'Italia un uomo politico ad un senatore americano chiedendo: «Ma questo Gardner non sarà mica di sinistra»? Altri invece sospettano che sia parte di una manovra internazionale, per essere stato membro della Commissione Trilaterale, un centro di consultazione politica internazionale alla quale appartengono «carbonari» come Carter, Rockefeller, Agnelli, laboristi inglesi e banchieri giapponesi. Un gruppo che fa paura solo a chi pensa che Rockefeller avrebbe bisogno d'inventarsi una Commissione, se avesse voglia di cospirare. Richard Gardner arriva per cercare di spiegare Carter all'Italia e l'Italia a Carter, e non gli sarà facile. Ancor più difficile sarà mantenere l'ambasciata di via Veneto al di sopra di ogni mischia e di ogni sospetto, e camminare lungo la linea finissima che corre fra il «non interferire» e il non essere del tutto neutrali, visto che ancora un'alleanza militare e politica ci lega, come la Nato. Di fronte a sé troverà il nodo aggrovigliato dei rapporti fra le forze politiche italiane e l'America e quello ancora più intricato dei rapporti fra i partiti italiani. Una situazione cambiata precipitosamente in meno di due anni che ha lasciato l'America senza fiato, incerta fra lo schematismo del passato e il relativismo di Carter, divenuto — nelle interpretazioni italiane — il «così è se vi pare» dell'eurocomunismo. Per ambiguità propria e di chi le interpretava, le sue dichiarazioni sul «problema comunista» divennero una specie di fisarmonica politica, suonata ad orecchio. Ad ogni ripetizione dell'impegno Nato e per la difesa della democrazia, la democrazia cristiana stringeva il soffietto. Ad ogni notazione sulla necessità di non interferire e lasciare agl'italiani le decisioni sull'Italia, il pei allargava lo strumento, incoraggiato. La rigida bipolarizzazione del dibattito politico in Italia non poteva favorire le sfumature: chi vuol dare il visto per l'America ad un comunista, deve essere filocomunista. L'avevano insegnato proprio gli americani ad associare le conferenze e i viaggi vacanza a New York con gli attentati alla democrazia. Con questa confusione o strumentalizzazione d'idee, il nuovo ambasciatore dovrà confrontarsi inevitabilmente. Carter — gli verrà chiesto — va letto per quello che lascia intravedere o per quello che nasconde. Si può considerare «permesso» tutto quello che non è esplicitamente «vietato»? Nei prossimi giorni un documento ufficiale sulla posizione americana al proposito sarà finalmente pubblicato a Washington, anche per aiutare Gardner a dissipare un po' di nebbia. Ma il documento — se l'elaborazione continuerà come previsto — non Vittorio Zucconi (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Agnelli, Daniele Luzzatto, Gardner, Richard Gardner, Rockefeller