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Giannozzi non ha più tempo ma vuole restare presidente Oggi a Roma l'assemblea della pallavolo Giannozzi non ha più tempo ma vuole restare presidente Presunzione tanta, partecipazione pochissima. Cosi Giancarlo Giannozzi, professore di diritto, toscano, presidente dal 1961 della leoerazione pallavolo, ripresenta la candidatura all'assemblea nazionale In programma oggi a Roma. Eppure /avvocato non ha tempo (in due anni ha assistito solo allo spareggio per il titolo dello scorso anno), lo dichiara lui stesso, ma si ritiene il migliore, l'insostituibile. Che vi siano ancora alcuni comitati regionali a seguirlo pedissequamente, ammaliati dal fascino del suo eloquio (voce « impostata • quando era studente universitario a fianco dei grandi Zeffirelll ed Albertazzi), ha dell'incredibile. La pallavolo, federazione In ascesa, in continuo sviluppo, ha in Giannozzi presidente accentratore, senza tempo a disposizione, il suo handicap maggiore. Sulla spinta della Lega delle società di serie A e B, quest'anno, per la prima volta, c'è un avversario nella lotta alla presidenza. E' un consigliere uscente, il barese Pietro Floriano Florio, magistrato, nella pallavolo da sempre: mediocre atleta, buon tecnico, ottimo arbitro e poi apprezzato dirigente nella trafila da club a federazione. L'opposizione' di Florio a Giannozzi è la ribellione di parte del consiglio uscente alla politica del presidente, al fallimento della spedizione Olimpica, al mancato sfruttamento dell'importante qualificazione per Montreal, al caos della nazionale fra tecnico e giocatori, al rifiuto di impostare la federazione su basi più aderenti alla realtà (soprattutto i rapporti ! con l'Industria e gli organi di in- ' formazione). Giannozzi che contava di ritirarsi, una volta visto il rivale ha deciso di rimanere. Evidentemente ritiene di essere migliore di Florio anche senza avere il tempo necessario a disposizione. L'assemblea di Roma ci auguriamo che sappia scegliere nel miglior modo possibile per un sempre maggiore sviluppo della pallavolo. Oggi la battaglia inizlerà sulla riforma dello statuto e domani si passerà alle urne. Un solo disappunto di marca piemontese. Franco Leone era stato indicato come possibile candidato alla vice presidenza da parte della Lega e da diverse altre regioni. Il comitato regionale piemontese gli ha invece negato il proprio appoggio affidandolo al « Carneade » Lavazzi di Novara. Peccato perché Leone poteva dare alla Fipav un contributo più che valido mentre ora la regione rischia di restare senza consiglieri come nell'ultimo quadriennio. Rino Cacìoppo