Stenmark si festeggia Gros l'eterno secondo

Stenmark si festeggia Gros l'eterno secondo Stenmark si festeggia Gros l'eterno secondo (Dal nostro inviato speciale) Voss, 18 marzo. Ci sono volute ventlquattr'ore a Ingemar Stenmark per riprendere il controllo della Coppa, ventiquattro per passare dal tragico ventiseiesimo posto di ieri al successo odierno con cui ha festeggiato il ventunesimo compleanno. Nella variabilità del vincitori rimane la costante di Gros sempre secondo, ed oggi con autorità tale da far veramente sperare che l'ultimo scatto di qualità, quello verso il successo, sia proprio vicino. E' stata per Stenmark una vittoria facile e difficile allo stesso tempo: facile perché ottenuta sugli errori altrui, difficile per II travaglio Interno del ragazzo che di ghiaccio non è affatto. Eppure proprio questo successo meno brillante di altri indirizza In modo quasi decisivo Stenmark verso la sua seconda Coppa del Mondo, quanto meno in tre gare soltanto lui può perdere il vantaggio non Heidegger di mangiarglielo passo passo. Eppure, malgrado queste ultime positive vicende, Ingemar non vuole ancora sentir parlare di successo finale: stamattina, quando Cotelli lo ha incrociato a gara conclusa, dicendo e Indicando due, seconda coppa, lui ha replicato all'Italiana con indice e mignolo ritti di presidenziale abitudine. Ben diversa sarebbe la situazione se gli austriaci avessero fatto disputare ad Heidegger la discesa di I Laax, dove un ex discesista come ! lui non avrebbe certo avuto difficoltà a classificarsi in modo tale ' da vincere la combinata: privi di fantasia come sono, Albi e com-1 pagnl hanno continuato invece a puntare solo su Klammer e adesso si trovano a sperare in un tornado che rapisca Stenmark. Vittoria facile, dicevo, perché nella prima manche, c'è stata tutta una sagra a chi faceva più errori. La nebbia nella conca del traguardo (erano le nubi che avevano prodotto pioggia fino a mezz'ora prima) danneggiava Kaiwa, il piccolo giapponese balzato in due mesi dal quarto al primo gruppo, e buttava letteralmente fuori Steve Mahre, addensandosi maggiormente per gli ultimi trenta secondi a visibilità zero. Il vento dell'est la soffiava via per i due Frommelt che scendevano bene, ma senza strafare, arrotondando I passaggi come consigliava la neve resa compatta dal sale sparso a secchiate sul fondo bagnato. Poi cominciavano gli errori con Heidegger, troppo buttato sulle punte, e Gros che si avviava lento per continuare poi senza ritmo sempre con gli sci di traverso laddove il ripido aumentava di poco. « Cosi non si vince «, commentava Toma preveggente, e infatti di lì a poco toccava a Stenmark che non faceva nulla di eccezionale, semplicemente sciava bene, evitava di saltare tra un passaggio e l'altro e quindi non subiva il rallentamento fatale ad ogni ricaduta nella poltiglia bianca. Il tempo era di un secondo e mezzo inferiore a quello di Gros, destinato a rimanere il migliore fino alla fine. Gli altri azzurri esibivano tutta la gamma di errori possibili, dai bloccaggi di Thoeni, che pure era partito veloce, alle continue rotazioni dì Bieler, all'lngobbimento progressivo di Radici. Dai gruppi arretrati venivano fuori in pochi, I soliti Wenzel, Crizay, Jacobsson, delle nazioni emergenti, e l'insolito, anzi ritrovato De Chiesa, che con la pista tutta a scalini ha saputo superare se stesso. Non c'erano invece Noeckler. che litigava a morte coi pali cacciandoli via a pugni, schiaffi e colpi dì sedere, Strlcker che ha soltanto più ricordi lontani da slalomista, Contortola che la sfortuna faceva Inforcare II suo palo mentre scendeva sciando assai bene. Thoeni, risalendo il percorso della seconda manche, si fermava vicino a me su un dosso a vedere chi ancora doveva affrontare il primo tracciato. E chissà come mai sbottava in una lunga chiacchierata che è quasi un peccato sintetizzare cosi: « No, guarda che Ingo non ha fatto nulla di eccezionale. Slamo noi ad aver sciato male. Sciato da brocchi. Stai a vedere che dopo salto proprio qui a quest'angolo ». Vittoria difficile adesso nella seconda manche per uno Stenmark che aveva paura di se stesso, degli errori per troppi rischi assunti, e degli sbagli che causa proprio la prudenza. Gli altri, tutti troppo lontani, dovevano Invece rischiare al massimo, piuttosto non arrivare che prendersi distacchi di secondi pieni. La manche di Toma filava via assai più rapida della precedente, bella, ritmica, tranne che nel finale, dove stranamente le tre porte conclusive si Infilavano con una sola curva. Il tracciatore era in alto e nessuno si avvedeva che proprio l'ultimo passaggio era stato invertito: cominciavano gli apripista a sbagliare, poi Tresch passava dalla parte giusta per miracolo, e Radici saltava del tutto. Gara sospesa perché a quel punto Toma era sceso di quel tanto necessario a vedere l'errore e pretendeva la ripetizione delle prime discese e II cambiamento del tracciato. Il nervosismo aumentava e si finiva con un compromesso: I tracciato non al tocca, i due già scesl possono ripetere la manche Ci riprova Radici che comunque non migliorerà, si dichiara soddlstatto Tresch che finirà con un quinto posto. Ancora Neureuther che tende a salvaguardare la bella prova della prima manche e si difende nuovamente bene, poi Bieler che si riprende un poco pur sciando ancora contratto. Quindi la corsa alla morte di chi vuol riscattarsi. Il primo a saltar fuori è Gustavo Thoeni che svicola proprio dove aveva previsto, poi Morgenstern e I due fratelli Frommelt. La graduatoria si dirada e Stenmark sente adesso Heidegger più vicino. Questa volta non scia bene, cinque porte spingendo, poi tre tutte in discesa. L'azione si spezza In tante parti, c'è una virata suiI l'interno latta per disperazione, ' poi comunque il traguardo. Il tempo è inferiore a quello di Neureuther e dopo, tanto Gros che Heidegger, faranno ancora meglio, ma non tanto da passargli davanti. Per la prima volta nella stagione Pierino si prende però la soddisfazione di una manche sciata veramente bene, sempre in attacco, fluido e coordinato, un bel secondo davanti a Stenmark. SI comincia a riveder chiaro e a completare il bilancio positivo sono il non eccellente sesto posto di Bieler ma anche II ritorno in Coppa dì Paolo De Chiesa, ottavo per pochi centesimi di secondo dietro a Crizay. Giorgio Viglino Classifica finale: /. Ingemar Stenmark (Svezia) in 92" 11; 2. Gros (Italia) a 66/100; 3. Neureuther (Ger.) a 86/100; 4. Heidegger (Austria) a 1"39; 5. Tresch (Svizzera) a 1"82; 6. Bieler (Italia) a 1"90: 7. Crizay (Jugoslavia) a 2"22; 8. De Chiesa (Italia) a 2"26; 9. Wenzel (Liechtenstein) a 2"29; 10. Sochor (Cecoslovacchia) a 2"30: 13. Radici (Italia) a 2"76. Coppa del Mondo: 1. Stenmark. punti 264; 2. Heidegger 220; 3. Klammer 203; 4. Gros 156; 5. Russi 148; 6. Thoeni 122: 7. Walcher 115; 8. Herrimi 113; 9. Ferstl 97; 10. P. Mahre 94; 11. Tresch 89; 12. P. Frommelt 88; 13. Hlnterseer 82 Lo sci azzurro saluta dopo la Coppa del Mondo anche la Coppa Europa