Merckx è l'incognita della Sanremo

Merckx è l'incognita della Sanremo Scatta stamane da Milano la "classica,, corsa ciclistica di primavera Merckx è l'incognita della Sanremo Secondo logica, il favorito è Maertens, ma Eddy potrebbe ritrovare uno dei suoi momenti magici - Le possibilità di Gimondi, Moser e Roger De Vlaeminck (aiutato dal fratello) (Dal nostro Inviato speciale) Milano, 18 marzo. La logica dice soprattutto Maertens (e poi De Vlaeminck), Il cuore dice Moser (e Gimondi), l'Istinto dice ancora Merckx. Ma l'Istinto, stavolta, rischia di sbagliare: Eddy c'è, però avverte di non perdere tempo e soldi a scommettere su di lui, perché se il suo nome è ancora II più grande, oggi ci sono corridori che vanno più forte. «Non posso battere Maertens — spiega, e sembra sincero —. Non posso batterlo, perché lui ha I mezzi per staccarmi sia In salita che In discesa. Ho corso la Parigi-Nizza, l'ho visto pedalare e l'ho anche visto andarsene. Mi è bastato'. Sembra sincero, dicevamo. Sembra soltanto, o lo è? Il ■ farò > è sempre lui, Eddy Merckx, deciso a prendere a calci il suo viale del tramonto ma consapevole che il suo trono ormai vacilla da un pezzo. Ha un po' di sinusite, fatica a respirare, ma questo è il meno: in corsa, Eddy si dimentica di tutti i mali, soffre e magari sorride, perché gli altri non se ne accorgano. Una volta doveva temere soltanto se stesso (I suoi guai fisici, che erano rarissimi; o magari i suoi errori, che erano altrettanto rari); adesso deve temere gli avversari, perché lui è sceso e gli altri sono saliti. Soprattutto quel giovanotto biondo col naso sporgente, quel Freddy Maertens che cominciò come portatore di giornali ed ora è campione del mondo e campione vero. Altre volte Merckx è arrivato alla Milano-Sanremo con l'aria dimessa; altre volte è arrivato con tanti acciacchi e poco morale. Stavolta non ce la fa, dicevano; stavolta non può fare il miracolo. Ma lui regolarmente lo faceva, da Mi- lano a Sanremo tornava ad essere ! — magari solo per un giorno — il miglior Merckx, quello che scatta a ripetizione come spinto da una molla, e cercare di stargli dietro significava rompersi le gambe per nulla. Sette trionfi, un record. E' la corsa di Merckx, ma chissà se l'incantesimo dura ancora. Chissà se Merckx è ancora Merckx, almeno in quello che è sempre stato il suo giorno magico, il giorno di San Giuseppe. La logica, dunque, dice soprattutto Maertens, ultimo prodotto di quella fabbrica di assi che è il Belgio. Forse sarebbe già diventato campione del mondo a Barcellona, se non avesse dovuto tirare lo sprint proprio a Merckx; ha conquistato la maglia iridata ad Ostuni battendo Moser, ha cominciato la stagione come se si esercitasse al tiro al bersaglio: primo a Laigueglia, primo al Giro di Sardegna, primo anche alla Parigi-Nizza. E' freddo, astuto, fa il minimo indispensabile per vincere. Non scende a compromessi, non ne ha bisogno; ha tutti contro, ma se ne infischia. Può vincere per distacco, ma è anche fortissimo allo sprint, chi vuole la «Sanremo*, deve innanzitutto trovare il modo di mettere fuori gioco lui. Maertens può lasoiare che la corsa la facciano gli altri, gli altri devono inventare, improvvisare, togliere la •Sanremo» dal binari della logica. Il compito spetta soprattutto a De Vlaeminck ed a Moser, perché Merckx e Gimondi, se si accorgeranno di non poter vincere, potranno anche, per un giorno, trasformai si in gregari dei loro gregari (cioè rispettivamente di Sercu e Van Linden, i soli che allo sprint possano tentare di mettere la loro ruota davanti a quella di Maertens). De Vlaeminck ha il suo punto debole non nelle gambe, che sono formidabili, ma nel suo sistema nervoso, fatto di argilla: se è In vena, De Vlaeminck è una furia; se qualcosa lo disturba, Roger diventa un fantasma (e la presenza di Maertens lo disturba sempre, perché è l'unico che lui teme davvero). Domani Roger avrà a fianco, dopo tanto tempo, suo fratello Eric, che ora corre per la «Gios>. Basterà per fargli superare quello che — anche se lui non lo ammetterà mai — sta diventando un complesso? Chi non ne ha. complessi, è Francesco Moser. O la va, o la spacca: piuttosto di arrivare ancora una volta secondo, di fare collezione di vittorie morali che sono sconfitte più cocenti delle altre, stavolta preferirebbe arrivare ultimo, o non arrivare affatto. Tenterà di andarsene: chissà dove, chissà quando, chissà con chi. La 'Sanremo» è una specie di raid da tempi antichi, una lunga maratona ormai anacronistica: ma ora le salite sono morbide, non è più il percorso a fare la selezione, si viaggia per 288 chilometri su strade che sono biliardi, con il Poggio (che è una rampa, più che una salita vera) giudice supremo. Anche Gimondi non ha complessi, non può averne. E' l'uomo dei miracoli, quando meno te l'aspetti ne fa un altro, è vecchio e a volte sembra II più giovane di tutti. chissà dove riesce ancora a scovare tante energie, e soprattutto tanta voglia di soffrire. Merckx e De Vlaeminck faranno la guerra a Maertens? Benissimo: lui stara a vedere. Moser cercherà la fuga da lontano? Benissimo: saranno I belgi ad affannarsi per prenderlo. Si azzannino pure, gli altri, se vogliono; lui cercherà di azzannare alla fine, se vedrà che i suoi vecchi artigli possono ancora graffiare. Un favorito (Maertens); quattro suoi nemici (Moser, De Vlaeminck, Merckx e Gimondi); un gruppo di outstders (Sercu, Van Linden, Thévenet, Thurau e magari Baronchelll. Battaglin, Bertoglio e Paolini); un plotone di giovani (con Saronni, Vandi e Barone in prima fila). Ma la «Sanremo» è, per tradizione, una corsa per campioni veri, non si concede alle mezze figure, Maertens o i suoi quattro nemici, insomma. Maurizio Caravella Freddy Maertens Francesco Moser Eddy Merckx R. De Vlaeminck Felice Gimondi Dicono che sono il grande favorito, forse à vero. Ho paura soltanto di Sercu, che secondo me è l'unico In grado di battermi allo sprint dopo una corsa cosi lunga. Preferirei che il percorso fosse più difficile, visto che ormai non temo neppure le salite. Alleanze contro di me? Non so se ci saranno e non sarebbe la prima volta. Comunque non mi spaventano, quando sono in forma, e lo sono. Potrò vincere soltanto se sarà una • Sanremo » molto dura: aspettare lo sprint, contro Maertens ed i velocisti puri, sarebbe un suicidio. Occorre una fuga da lontano, Bisogna che il ritmo sia sempre sostenuto. Se riuscirò andrò io stesso in fuga. Ma se provasse qualcun altro, per me andrebbe bene ugualmente: l'importante è non portare i belgi in carrozza fino al Poggio. Da lì in poi, ci penserò io. Ho vinto sette « Sanremo » ma non sono affatto sazio: non ci si stanca mai di arrivare primi. Stavolta, però, non credo proprio di poterci riuscire, Maertens in questo momento ò più forte di me. Potrebbe invece riuscirci Sercu, che allo sprint non è inferiore a Freddy. Bisognerà che Sercu sia con I primi e questo, forse, sarà un po' difficile, se ci sarà molta « bagarre ». lo sono disposto a tirargli la volata. Merckx non è In forma? Merckx ha la slnuslte? lo non mi fiderei tanto, visti i precedenti alla « Sanremo ». Per quanto mi riguarda, la mia tattica potrebbe essere simile a quella di Moser: entrambi vogliamo che la corsa sia dura, perché sappiamo che aspettare lo sprint non ci conviene. Una fuga da lontano, molto prima del Poggio, mi andrebbe benissimo, ma non parliamo di alleanze, per carità. Ho troppi anni sulle spalle, ormai, per considerarmi favorito: non chiedetemi un altro miracolo. Cercherò di stare con i primi, questo s), e nel finale potrà succedere tutto. Potrà anche succedere che lo mi metta al servizio di Van Linden e gli tiri la volta, se mi accorgerò di non poter vincere. Un consiglio a tutti: non fidatevi di Merckx, non sottovalutatelo. Quando si ha la sua classe, tutto è possibile.