Le aziende in crisi a causa d'una frana

Le aziende in crisi a causa d'una frana Genova: a un mese dal nubifragio Le aziende in crisi a causa d'una frana Sono 9 ditte tra Pontedecimo e Mignanego tagliate fuori dalle vie di comunicazione - Basterebbe utilizzare le strade private (Dal nostro corrispondente) Genova, 18 marzo. Nove piccole aziende della provincia di Genova che sorgono lungo le pendici dei Giovi sono praticamente bloccate da un mese, a causa della frana che ha interrotto, tra Pontedecimo e Mignanego, la strada statale che collega Genova a Busalla. La frana è stata causata dai nubifragi che hanno colpito la Liguria un mese fa: la statale dei Giovi è rimasta di fatto bloccata e né il comune di Genova, né i piccoli Comuni della «fascia» occidentale della città sono intervenuti con la necessaria energia e prontezza. Occorrevano, secondo una prima valutazione dei vigili del fuoco, almeno sette od otto ruspe per liberare la sede stradale: invece, ramministrazione comunale genovese s'è limitata a inviare sul posto una sola squadra e soprattutto una sola ruspa ed i lavori di sgombero proseguono a rilento. Le nove imprese «tagliate fuori» dalle comunicazioni sono: la Impa, la Brignola, l'Api, la Icea, la Salcon, il Biscottificio Delfino, la FU, la Foca, la Ibis. Danno lavoro a circa 500 operai complessivamente: in queste settimane di blocco forzato l'assenteismo ha raggiunto, per necessità di cose, il livello del 50 per cento e le aziende minacciano la chiusura temporanea ed il ricorso alla cassa d'integrazione. Il traffico, soprattutto quello merci, deve compiere un percorso estremamente complesso che triplica, quantomeno, i tempi commerciali: per compiere il breve percorso da Pontedecimo alle falde dei Giovi — tre-quattro chilometri — gli autocarri sono costretti a raggiungere (30 chilometri almeno) Busalla in autostrada, quindi debbono scendere verso Mignanego lungo la statale dei Giovi che è disagevole da percorrere nel tratto in discesa a causa delle curve e della pendenza. In molti casi, inoltre, ci si deve avventurare lungo tracciati in terra battuta, molto stretti e disagevoli. Le stesse difficoltà incontrano ovviamente i dipendenti, molti dei quali sono costretti a recarsi al lavoro a piedi. Gli imprenditori colpiti dalla frana hanno inoltre dovuto diradare anche operazioni finanziarie (tutte le banche si trovano a Pontedecimo) e tutta una serie di attività legate al funzionamento dei loro stabilimenti; si tratta, in tutti i casi, di aziende in buone condizioni, dal settore alimentare a quello meccanico e manifatturiero, che stanno anche attraversando un buon periodo. La «cintura» industriale genovese dispone ancora d'un discreto numero di imprese solide che formano un tessuto connettivo economico molto importante per la Val Polcevera. Di qui un certo senso d'allarme che in queti giorni s'è contagiato nella sede dell'associazione industriali e nelle centrali sindacali. Sul banco degli accusati, tra l'altro, oltre alle amminitrazioni comunali, c'è anche la Prefettura. Si potrebbe infatti ovviare al blocco delle comunicazioni, usufruendo di alcune strade « private », discretamente agibili della zona. Per poterle praticare, però, occorre il decreto prefettizio, basato sul principio dell'«evento calamitoso». Il prefetto, per quanto sollecitato, non ha ancora preso alcuna decisione e non si capisce perché, dal momento che la ripresa d'una buona parte del traffico porterebbe a scongiurare la spada di Damocle I della cassa integrazione per cinquecento operai. Nei prossimi giorni, dopo una serie di consultazioni febbrili tra le diverse parti in causa (comuni, aziende, associazione industriali, sindacati) si dovrebbe giungere ad una decisione definitiva per sbloccare la questione. E' la prima volta, in questi ultimi anni che si esita tanto a rimuovere una frana. La montagna ligure, ancora una volta, ha dato un segno della sua fragilità. Occorreranno certa¬ mente grossi lavori da parte del genio civile per evitare il ripetersi d'una eventualità del genere e per allontanare ogni pericolo. Paolo Lingua Madre e bimbo morti in incidente stradale Milano, 18 marzo. Due persone sono morte e due sono rimaste ferite la notte scorsa alla periferia di Legnano, neUo scontro fra due auto. Una « Bianchina » guidata da Giorgia Sangiorgi, 28 anni, di Magnago (Milano), con a bordo i figli Nicola BarateUa di due anni e mezzo e Giovanni di 10, si è scontrata a un incrocio con una «Mini» guidata da Giuseppe Schlenger, 29 anni, di Canegrate (Milano). L'urto è stato violentissimo: la Sangiorgi e il figlio Nicola sono morti quasi subito. (Ansa)

Persone citate: Bianchina, Brignola, Foca, Giorgia Sangiorgi, Giuseppe Schlenger, Magnago, Paolo Lingua Madre, Sangiorgi