Sciopero per l'occupazione Ieri sono scesi in piazza i lavoratori e gli studenti

Sciopero per l'occupazione Ieri sono scesi in piazza i lavoratori e gli studenti Sciopero per l'occupazione Ieri sono scesi in piazza i lavoratori e gli studenti Lo sciopero di quattro ore, proclamato da Crìi. Clsl, UH In campo nazionale, a Torino si è svolto come avevano stabilito 1 sindacati. Alla manifestazione in piazza San Carlo hanno partecipato anche numerosi studenti. Ma non essendo riusciti ad esprimere una posizione unitaria sulla richiesta del sindacalisti di condannare la violenza, non hanno potuto far sentire la loro voce dal palco degli oratori. Ad un certo punto gli « autonomi », con alcuni gruppi di operai, si sono allontanati per ritornare in piazza alla fine del comizio sindacale e tenervi una loro assemblea. Verso le 8 1 lavoratori aderenti allo sciopero sono usciti dalle fabbriche e dalle scuole e si sono formati sei cortei in punti diversi della città. La Fiat segnala il 62,8 per cento di astensioni tra gli operai, 4 per cento tra gli Impiegati. Alle 10 gli scioperanti hanno incominciato ad affluire in piazza San Carlo, dove si sono raccolte circa 20 mila persone. Spiccavano striscioni con le sigle del tre sindacati, bandiere rosse e molti cartelli fissati su lunghi bastoni che sembravano appena usciti dalla falegnameria. I cartelli riassumevano i motivi dello sciopero: « Investimenti, occupazione, la scala mobile non si tocca, no ai decreti », o presentavano frasi ammonitrici: « Il teppismo è sempre un atto di fascismo », « La violenza non passerà », e l'invito: « Isoliamo ogni forma di violenza reazionaria ». Senza autonomi Alle 10,30 la manifestazione ha avuto inizio con un minuto di silenzio per commemorare lo studente Lorusso ed il brigadiere Ciotta « vittime della politica della tensione ». Nella piazza il silenzio è stato assoluto. Qua e là uomini e donne con il pugno alzato. Poi Cesare Delpiano si è . 'volto ai lavoratori e studenti a nome della Federazione unitaria torinese Cgil, Clsl, Uil. « T ''•'opero — ha detto — registra a Torino una partecipazione totale in tutti i settori: industrii, scuola, energia elettrica. Ciò castra lo stretto legame che esiste tra movimento e sindacati ». Entrando nel merito della protesta Delpiano ha chiesto che « il decreto sul costo del lavoro, così com'è, non venga approvato dal Parlamento ». Ed ha aggiunto il proposito di « continuare la lotta fino in fondo, senza incertezze per imporre una svolta precisa alla politica economica ». Rifiutando la violenza: « Il nostro modo di batterla è la forza delle nostre idee, la nostra pressione costante, la nostra unità. Democrazia e libertà sono per noi valori insopprimibili ». A proposito degli studenti, Delpiano ha di¬ chiarato che 1 sindacati « devono sforzarsi di capire l motivi della loro protesta », avviare con i giovani « un franco confronto nel reciproco rispetto dell'autonomia». Infine ha parlato Pio Galli del direttivo nazionale Firn e della federazione Cgil, Cisl, UH. Ha insistito sull'esigenza di una «lotta unitaria» per evitare che si consolidino «le scelte di politica economica del governo e del padronato». Se ciò avvenisse si darebbe « un colpo mortale al Mezzogiorno. In questo momento difficile — ha proseguito Galli — non c'è spazio per le diirfsioni se si vuole affermare un ordinaménto sociale democratico'ed uno sviluppo produttivo che sia garanzia di libertà ». Alle 11,25 al suono dell'Intemazionale la piazza si svuota. Un folto gruppo di studenti dei «Collettivi unitari democratici » si allontana lungo via S. Teresa scandendo: « Su, su, le lotte vanno su. Gli autonomi non li vogliamo più ». Ma già mezz'ora prima gli autonomi dai partiti avevano espresso il lcro dissenso passando daile parole ai fatti. Preceduti dallo striscione del Circolo giovanile proletario S. Rita (« Più nessuno 'mo ci tiene, rompiamo 'ste catene»), si dirigono in via Roma. Un gruppo di operai fa loro strada attraverso il servizio d'ordine sventolando le tessere sindacali. A poco a poco si incolonnano gli striscioni del movimenti giovanili; coordinamento medi, singole scuole, circoli proletari, comitato di Palazzo Nuovo. A questi si aggiungono quello degli operai Enel, officina di via Bologna. Lungo via Roma sono in marcia oltre 5 mila persone, camminano al ritmo degli slogans vecchi e nuovi. A mani alzate, quasi fossero incatenati, i giovani gridano: « Gui, Tanassi, sono inno- temperatura di ieri massima +14,5 minima + 9 media +11,4 Rilevazioni del Servizio meteorologico della Aeronautica militare di Caselle alle ore 20: pressione a livello del mare 1016 mb; umidità 88%. Cielo nuvoloso. Temperatura massima + 12,9; minima + 6,2; media -t- 8,9. Previsioni: cielo da nuvoloso a molto nuvoloso, con precipitazioni sparse; venti deboli; visibilità buona; temperatura in leggero aumento. Sole: sorge 6,34; tramonta 18,41. Temperatura dello scorso anno a Torino: massima + 17; minima + 7,6. cenfi; siamo noi i veri delinquenti », ma l'ironia è sottolineata da un grande pipistrello con il volto di Andreotti, sul petto uno scudo crociato porta la scritta « Galeras ». L'intesa è di andare In piazza Castello davanti alla prefettura per leggere il discorso destinato al comizio e poi ritirato per 11 mancato accordo sulla condanna della violenza. Ma la «testa» del corteo si guarda Indietro: « Siamo in tanti, possiamo prenderci piazza S. Carlo e dire ciò che pensiamo ». Tutti d'accordo? Il grido è unanime: « In piazza, in piazza ». Quei pochi individui delle « avanguardie autonome » ( le frange rifiutate dagli extraparlamentari) che si erano aggirati a lungo fra i dimostranti, isolati, se ne vanno. Controcomizio Il corteo traccia un grande anello intorno a piazza Castello. Davanti a S. Lorenzo Incrocia un gruppo di operai che ritornano ai pullman: attimi di esitazione, poi le due parti si superano ignorandosi. I dimostranti risalgono via Roma, Incontrano altri gruppi di lavoratori, non accade nulla. Piazza S. Carlo è ormai vuota, salvo qualche persona che, allibita, chiede: « Ma chi sono questi? ». La risposta viene qualche minuto dopo. La « testa » del corteo con 1 suoi striscioni e quello degli operai Enel, sale sul palco dove poco prima si è tenuto il comizio sindacale. Non ci sono più 1 microfoni, si trova un megafono. Pugni alzati, slogans. « Bologna è rossa del sangue di Francesco » (lo studente ucciso una settimana fa), « Viva Lenin, Stalin, Marx, Mao Tse-tung ». Altro comizio. Il primo oratore propone un minuto di silenzio per Francesco Lorusso, che termina con il canto dell'Internazionale. Si susseguono gli interventi: di un rappresentante della Spa, della Mirafiori, di Radio Alice (chiusa dal magistrato a Bologna una settimana fa), della Singer, dell'Enel. Ognuno spiega l'opposizione al « governo dell'astensione » mentre la piazza scandisce « Sacrifici, sacri/liei ». C'è chi accusa il governo « di aver voluto sfruttare la tensione dopo l'assassinio di Lorusso, provocando l'uccisione dell'agente Ciotta per mano della sua stessa organizzazione ». E' sul filo di questa logica che un rappresentante dei Circoli proletari chiede un minuto di raccoglimento per il poliziotto. Riparte il corteo, mentre i giovani « indiani » fanno un falò con 1 cartelli lasciati dai sindacati e ballano intorno cantando. I dimostranti arrivano in piazza Castello, svoltano in via Po, proseguono per Palazzo Nuovo.

Luoghi citati: Bologna, Torino