Nuova commissione per Seveso Sarà un'altra perdita di tempo ?

Nuova commissione per Seveso Sarà un'altra perdita di tempo ? Costituita dal Cnr, si è riunita ieri per la prima volta Nuova commissione per Seveso Sarà un'altra perdita di tempo ? Molti dei componenti non erano neppure al corrente dello stato attuale della bonifica Roma, 17 marzo. La commissione di studio per l'inquinamento da diossina costituita dal consiglio nazionale delle ricerche il 5 marzo scorso e presieduta dal professor Lamberto Malatesta, ordinario di chimica generale e inorganica dell'università statale di Milano e presidente del comitato per le scienze chimiche del Cnr, si è riunito oggi pomeriggio per la prima volta. Ne fanno parte i professori Guido Sartori, ordinario di chimica generale e inorganica dell'università di Roma. Roberto Passino, direttore dell'istituto di ricerca sulle acque; Vincenzo Balzani, ordinario di fotochimica dell'università di Bologna; Mario Dente, ordinario di principi di ingegneria chimica del Politecnico di Milano; Giovanni Ferrari, ordinario di chimica agraria dell'u. ni ver sita di Padova; Arnaldo Liberti, direttore del laboratorio di inquinamento atmosferico del Cnr; Paolo Sequi, direttore del laboratorio di chimica del terreno del Cnr di Pisa; Antonio Cantele, ri¬ cercatore capo del centro per lo studio dei diserbanti del Cnr e Luigi Giardini, docente dell'università di Padova. Al termine della riunione, la commissione ha emesso un comunicato nel quale si afferma che «la commissione si propone di verificare se quanto è stato fatto finora sia in Italia che all'estero abbia tenuto conto di tutte le conoscenze scientifiche che possono fornire supporto agli interventi da effettuare per il disinquinamento. La commissione è dell'avviso che qualunque proposta operativa, prima di essere adottata, debba essere preceduta da rigorosa sperimentazione su scala ridotta e o su impianto pilota, ritenendo che ciò possa essere effettuato in tempi anche brevi, e sì dichiara disponibile a coordinare eventuali interventi che venissero richiesti a organi del Cnr». Nient'altro, soltanto la data della prossima riunione: venerdì 25 marzo. La tragedia di Seveso è incominciata il 12 luglio 1976. A otto mesi di distanza, men- tre il micidiale veleno si sta diffondendo in un raggio sempre più vasto, mentre la cloracne sta devastando la pelle dei bambini della Brianza, mentre si teme che i danni effettivi della diossina siano quantitativamente e qualitativamente superiori a quelli già noti, mentre gli abitanti di Seveso e dintorni attendono ancora di conoscere il destino che li attende con le loro case e la loro terra, ci si comporta come se tutto questo fosse accaduto su un altro pianeta. Come è già avvenuto in altre circostanze, la oreazione di una commissione finisce per costituire un alibi o un paravento destinato a coprire responsabilità, ritardi, inefficienze, misteri di varia natura. E' comunque deludente dover constatare che ad otto mesi di distanza dallo scoppio dell'Icmesa questa nuova commissione, tutta formata da esperti che per il loro stesso impegno professionale avrebbero già dovuto indagare per conto loro su tutti gli aspetti di questa tragedia, sentano ancora il dovere di chiarirsi le idee su quanto è stato fatto in Italia e all'estero. (Alcuni dei componenti non erano neppure al corrente dello stato attuale della bonifica). Ma se questa è la prima tappa obbligatoria, quanto ci vorrà prima che la commissione sia in grado di funzionare in fase consultiva o addirittura di « coordinare eventuali interventi »? Senza contare che in questo periodo i rapporti tecnici sono stati più d'uno e non sarà facile far collimare il parere degli estensori, soprattutto se si pensa che sulla diossina e sulla sua nefasta efficacia esistono ancora più ombre che luci. Non solo, ma anche quando la commissione avrà fornito il suo parere — e tutto lascia prevedere che quel tempo non sarà molto vicino — resterà da vedere quale conto è disposto a tenerne il governo, soprattutto quando si tratterà di stabilire gli interventi pratici con la Regione Lombardia. Il primo danno sicuro è un'ulteriore perdita di tempo, tanto più deplorevole in quanto la tempestività dell'azione rappresenta da sempre un fattore di successo o quantomeno un mezzo efficace per contenere i danni. Bruno Ghìbaudi