J.-J. Servan-Schreiber abbandona L'Express

J.-J. Servan-Schreiber abbandona L'Express Il 45% ceduto a un gruppo industriale J.-J. Servan-Schreiber abbandona L'Express (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 marzo. Il gruppo editoriale dell'express è stato acquistato per il 45 per cento dal gruppo industriale franco-britannico «Generale occidentale» di James Goldsmith. L'accordo è stato reso pubblico stamattina, e il presidente dell'express Jean-Jacques ServanSchreiber, deputato radicalgiscardiano, ha annunciato che lascerà la presidenza dell'express «non potendo conciliare l'animazione del gruppo con le sue responsabilità politiche». E' stato anche annunciato che il nuovo gruppo «ha allo studio nuovi sviluppi editoriali» e che «il primo progetto è la creazione di un quotidiano economico». Politicamente, la cessione ha un notevole significato per il piccolo gruppo di radicali centristi che, ruotando intorno all'express, hanno fiancheggiato negli ultimi anni Giscard. Per quanto nulla sia detto circa la futura linea del settimanale, il predominio di Servan-Schreiber e Francoise Giroud (battuta alle elezioni di Parigi) ora è certamente meno illimitato di prima. James Goldsmith è conosciuto come uno spericolato personaggio della finanza britannica che, in pochi anni, è diventato il numero 3 degli alimentari in Europa, dopo Unilever e Nestlè. Piglio di un grande amico di Wilson, francese per parte di madre, mise a rumore le cronache mondane negli Anni Cinquanta col famoso «rapimento» di Isabel Patino. Negli Anni Sessanta cominciò a rastrellare società piuttosto eterogenee in Francia e in Inghilterra. Ma è solo dopo il 1970 che la sua attività vorticosa di acquisti, vendite, scambi, l'ha collocato in cima a un vasto impero finanziario industriale che controlla industrie alimentari, farmaceutiche, banche, socie- tà immobiliari, e persino società finanziare come la vecchia «Tranviaria algerina» che, trasformata in «Generale Occidentale», è diventata il vertice della piramide ed appunto ha proceduto all'acquisto del gruppo Express. Goldsmith ha potuto compiere l'operazione Express — malgrado la legge francese proibisca al capitale straniero ogni partecipazione nella stampa — perché la «Generale Occidentale» è una società franco-inglese nata dalla progressiva «francesizzazione» del gruppo operata da Goldsmith. Il gruppo di Goldsmith, dalla sede di Parigi, con una cifra d'affari valutata intorno ai 14,5 miliardi di franchi, controlla attività in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Belgio, Svezia, Austria, Canada, Svizzera, Africa del Sud. Lo scopo di creare un grande giornale economico-finanziario pare confermato. Secondo la stampa francese sarebbe noto anche il modello: non l'inglese Financial Times ma il danese Borsen, un vecchio tabloid che appartiene per il 49,5 per cento al gruppo editoriale svedese Bonnier. Il ritiro di Servan-Schreiber dalla presidenza dell'Express, e la vendita per il 45 per cento del gruppo, non sono stati certamente provocati solo da «impegni politici». Il gruppo Express ha avuto un giro d'affari nel '75 (ultimi dati noti) di 165 milioni di franchi. Oltre il settimanale L'Express controlla Lire, le piccole editrici Didot-Bottin, Firmin-Didot, e la stamperia Jouve. Si pensa che il declino dell VEzpress (che aveva toccato 700 mila copie negli ultimi anni) e lo scarso successo politico del «clan di ServanSchreiber abbiano creato le condizioni per l'operazione. a. c.