Oggi a Ginevra si apre il Salone

Oggi a Ginevra si apre il Salone Oggi a Ginevra si apre il Salone La produzione italiana al terzo posto sul mercato svizzero - "Ripresa" per le Fiat Gi'.-evra, 15 marzo. Domani si apre a Ginevra il 47° salone internazionale, manifestazione che tradizionalmente inaugura la stagione automobilistica. E' infatti in questo ideale punto d'incontro, in questo mercato per così dire «neutrale» (nella Confederazione è numericamente insignificante la produzione di autoveicoli), che si riprende ogni anno il discorso sul presente e sul futuro dell'auto, ragionando sui consuntivi e sui preventivi, esaminando le ultime novità costruttive, ascoltando i pareri di responsabili dell'industria mondiale. E il discorso, questa volta, è diverso dal recente passato: non si parla più di declino, si ritorna ad ammettere la funzione economica e sociale del veicolo a motore e della sua industria. Non certo in termini trionfalistici, per fortuna, anzi riconoscendo che la crisi petrolifera e le sue conseguenze hanno messo in moto benefici meccanismi psicologici e un'attività di ricerca tecnica che pian piano stanno portando a una concezione dell'automobile più aderente alla misura umana. Ma comunque la «grande paura» di ieri sembra definitivamente superata. Che cosa segna il termometro della Svizzera? Tra il 1973 e il '75, neppure questo ricco paese si è sottratto alla crisi economica, e al pari degli altri mercati automobilistici la flessione delle vendite è stata costante, toccando il fondo appunto nel 1975 con poco più di 188 mila automobili immatricolate: un calo del 29 per cento rispetto alla cifra-primato del '73 (quasi 260 mila unità). Anche qui hanno giocato l'inflazione, gli aumenti della benzina, delle assicurazioni e delle tasse, anche qui si era fatta della politica anti-auto. Si pensava che il mercato elvetico avesse raggiunto in questo settore la saturazione, e forse è così. Ecco che le vendite hanno ripreso a «tirare», anche se verosimilmente si tratta soprattutto di un normale mercato di sostituzione, fino a poco tempo fa frenato, come altrove, da una maggiore attenzione nello spendere. Sta di fatto che l'anno scorso le immatricolazioni di automobili sono risalite qualcosa al di sopra delle 200 mila unità (per l'esattezza, 203.302), un limite che appunto dodici mesi fa gli esperti svizzeri ritenevano sarebbe stato soddisfacente raggiungere nel giro di qualche anno. L'incremento sul 1975 è risultato del 7,9 per cento, e le prospettive per l'anno in corso appaiono abbastanza ottimistiche. Della ripresa del mercato elvetico ha beneficiato in primo luogo l'industria della Germania Federale, che con oltre 94 mila vetture vendute l'anno scorso ha fatto un balzo in avanti del 24 per cento rispetto al 1975, cioè tre volte l'intero incremento percentuale delle immatricolazioni in Svizzera. Nella graduatoria per marche è ancora a! primo posto la Volkswagen con 27 mila unità (pari al 13 per cento di penetrazione) seguita dalla Opel con quasi 25 mila e dalla Ford tedesca con 20 mila 750. Tra i Paesi costruttori troviamo al secondo posto la Francia con 44 mila vetture, lo stesso livello dell'anno precedente. Al terzo l'Italia con circa 26 mila (lieve flessione). Seguono il Giappone (18 mila, più 12 per cento) e la Gran Bretagna, che con neppure 10 mila auto ha registrato il preoccupante arretramento del 20 per cento. Dopo le tre citate case tedesche, la classifica delle vendite vede al quarto posto, quasi appaiate, la Renault (16 mila 250) e la Fiat (16 mila 100). Per quanto riguarda la Fiat, il consuntivo è risultato pressoché identico a quello del '75: 16 mila 100 auto immatricolate, pari a una penetrazione dell'8 per cento. Ma nel complesso le marche del gruppo torinese hanno conquistato il 9,5% del mercato: c'e infatti da segnalare il forte incremento della Lancia (più 53 per cento) e un buon successo dell'Autobianchi. Per contro, flessione dell'Alfa Romeo (da 8600 a 6600 unità) dovuta essenzialmente alle difficoltà produttive e di consegne dell'Alfasud, e della Innocenti. Nei primi due mesi di quest'anno si è comunque manifestata una nuova, forte ripresa delle immatricolazioni Fiat: 1152 macchine vendute, con un aumento del 45 per cento sul primo bimestre '76. Di particolare rilievo il successo della 131, della 128 e della 127, che in questo periodo «tirano» molto bene. Le novità della rassegna sono numerose, anche se in molti casi si tratta di semplici aggiornamenti tecnici o stilistici (o entrambe le cose) dei modelli preesistenti. In primo piano la Fiat 132 «2000» (sarà commercializzata in Italia nei primi giorni di aprile al prezzo indicativo di 6 milioni e mezzo su strada, Iva del 18 per cento compresa), e l'Alfa Romeo Alfetta pure di due litri, vetture più che mai «europee», la Volkswagen Derby (derivata dalla nota Polo ma con carrozzeria a tre volumi anziché due e con motori di 900, 1100 e 1300 ce), la nuova Porsche 928 con motore anteriore 8 v di 4500 ce e trasmissione sulle ruote posteriori, il coupé Mercedes 230 offerto con motori a quattro cilindri di 2300 o a sei cilindri di 2750, questi ultimi a carburatore o a iniezione, la giapponese Mazda, sempre con due cilindrate alternative, 1000 e 1300 ce. Infine un interessante veicolo fuoristrada presentato dalla Lamborghini, a quattro ruote motrici e motore posteriore Chrysler, nonché una berlina speciale «per strada e sterrato», secondo la definizione della casa, la Matra Simca, e alcuni prototipi dei carrozzieri Bertone e Pininfarina. Ferruccio Bernabò

Persone citate: Ferruccio Bernabò, Pininfarina

Luoghi citati: Francia, Germania Federale, Giappone, Ginevra, Gran Bretagna, Italia, Svizzera