Dubbi e proteste sulla chiusura delle radio libere di Giuseppe Fedi

Dubbi e proteste sulla chiusura delle radio libere Dubbi e proteste sulla chiusura delle radio libere Roma, 15 marzo. «Se certe radio libere continuano così, le chiudo e buona notte», aveva detto Cossiga in un'intervista a Stampa Sera. «Debbo sottolineare che per giudizio di tutte le forze politiche (alcune di sinistra mi hanno anzi denunciato vari casi) alcune radio private si sono trasformate in esplicita fonte di violenza». Dopo «radio Alice» e «radio Lara», stamane è stata sequestrata una terza emittente bolognese, «radio ricerca aperta», accusata come le altre due di aizzare i giovani alla lotta. «Una volta che i compagni di radio Alice sono andati a denunciare il fatto ad altre emittenti, sono state chiuse anche queste e, nel caso di "radio ricerca aperta", ben nove persone sono finite in carcere accusate di istigazione al reato, associazione a delinquere e vilipendio — spiega Renzo Rossellini, figlio del regista, militante di Avanguardia operaia, dirigente di «radio città futura». «Quello contro le radio libere — aggiunge nella conferenza stampa convocata da due emittenti romane, "radio città futura" e "radio rol" — è un attacco al movimento di lotta nelle scuole e nelle università». «E' un'azione illegale, illegittima e antidemocratica — sottolinea Rossellini —. Si cerca di chiudere la bocca a dei mezzi che bilanciano l'informazione a senso unico del regime. Lo spazio conquistato è irrinunciabile. Come movimento di lotta ci faremo carico di ricominciare a trasmettere nel giro di un'ora da un'altra parte, se, come temiamo, cominceranno, con "radio città futura" e "radio rol', a chiudere le nostre emittenti anche a Roma». — Vi sentite attaccati, minacciati. Siete sicuri che tutti i partiti e i gruppi della sinistra che vi appoggiano, dal psi ad Avanguardia operaia, si schiereranno dalla vostra parte? «Finora — risponde Sandro Silvestri, della segreteria della Federazione radio emittenti private CFred), redattore di "radio città futura" — ì partiti non hanno capito la nostra importanza. Talvolta hanno una tentazione repressiva nei nostri confronti, vedendole come radio gruppettare. Ma ciò non è vero, basta dare un'occhiata ai contenuti delle oltre 300 emittenti democratiche che trasmettono in Italia. Purtroppo spesso i partiti della sinistra si trovano su posizioni disinformate, emozionali e quella presa ieri da Bufalini al comitato centrale del pei sulle forze sovversive che utilizzano alcune radio libere, ne è una conferma». Quanto all'appoggio dei partiti della sinistra si è appreso che l'on. Balzamo, capogruppo socialista alla Camera, è intervenuto contro la chiusura di «radio Alice», Democrazia proletaria presenterà un'interpellanza sull'atteggiamento del ministro dell'Interno e la redazione di radio radicale, pur ribadendo «la sua indiscutibile scelta politica non violenta» , ha annunciato che metterà i propri microfoni a disposizione di tutte le emittenti che dovessero venir chiuse da Cossiga. Secondo i rappresentanti di «radio città futura» e «radio rol». nelle trasmissioni mandate in onda durante gl'incidenti di sabato scorso «non esistono assolutamente estremi di reato». «Abbiamo svolto una funzione di informazione essenziale — precisano — descrivendo con estrema obiettività quanto stava avvenendo. Inoltre, dando una dimostrazione di responsabilità, negli intermezzi, invece di canzoni di lotta che potevano significare qualcosa, abbiamo trasmesso musica jazz». «I sigilli posti alle tre emittenti bolognesi — dice Vincenzo Vita della Fred — sono anticostituzionali, equivalgono, in pratica, al sequestro di un quotidiano ». Intanto 110 deputati della de hanno sottoscritto una proposta di legge sulle radio libere e tv private. «L'installazione e l'esercizio di impianti destinati alla diffusione via etere di programmi radiofonici e televisivi in ambito locale — si legge all'art, uno — sono liberi nei limiti delle frequenze localmente utilizzabili». «L'art. 21 della Costituzione — si afferma nella relazione che accompagna la "pdl" — sancisce il principio della libertà di espressione e, quindi, risulta ingiustificato il monopolio di Stato sulla base di un presunto pubblico servizio». Giuseppe Fedi

Persone citate: Balzamo, Bufalini, Cossiga, Renzo Rossellini, Rossellini, Sandro Silvestri, Vincenzo Vita

Luoghi citati: Italia, Roma